Uscito di galera dopo otto anni, Butch Stain, detto Bullet, trova ad attenderlo il fratello minore Ruby e l'amico Lester, coi quali subito atterrisce ed umilia due tossicomani, clienti di Tank, trafficante di colore e suo ex compagno di carcere. Butch trova a casa il padre Sol che offre invano un lavoro al figliol prodigo, suscitando la gelosia di Louis, detto "Combat Man", il maggiore, irrimediabilmente schizofrenico, reduce dal Vietnam. Tank, infuriato per i suoi clienti strapazzati, consegna una dose alterata a Paddy, un amico d'infanzia di Butch, perché gliela dia, ma la bustina viene rapinata a Bullet mentre si reca col fratello allo spaccio del quartiere. Mentre Louis si dedica ad istruire un futuribile esercito di ragazzini, e Ruby, l'unico con un certo talento, dipinge muri, Butch si scazzotta con lo scherano di Tank; tenta di consolare Cookie, la madre affranta; svaligia con Lester la casa dei vicini e sbandiera il braccio massacrato dalle siringhe per frenare i due tossicomani che vogliono vendicarsi...
SCHEDA FILM
Regia: Julien Temple
Attori: Mickey Rourke - Butch Stain, Frank Senger - Secondino, Adrien Brody - Ruby Stain, John Enos III - Lester, Manny Perez - Flaco, Jerry Greyson - Sol Stain, Suzanne Shepherd - Cookie Stain, Ted Levine - Louis, Matthew Powers - Paddy, Jerry Dean - Fingers, Tupac Shakur - Tank, Alberta Watson - Ellen O'Leary, Larry Romano, Ray 'Boom Boom' Mancini, Gene Canfield
Soggetto: Bruce Rubenstein, Sir Eddie Cook
Sceneggiatura: Bruce Rubenstein, Sir Eddie Cook
Fotografia: Crescenzo Notarile
Musiche: Randall Poster
Montaggio: Niven Howie
Scenografia: Christopher Nowak
Arredamento: Harriet Zucker
Costumi: Prudence Moriarty
Effetti: Matt Vogel
Durata: 95
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)
Produzione: JOHN FLOCK, RED RUBY PER CLIPSAL FILMS, VILLAGE ROADSHOW PICTURES
Distribuzione: CECCHI GORI DISTRIBUZIONE (1996) - CECCHI GORI HOME VIDEO
NOTE
- REVISIONE MINISTERO LUGLIO 1999
CRITICA
"Bullet è un esempio di cinema eccessivo ed interessante ma è un film d'autore fuori tema. All'attivo il fascino dell'atmosfera decadente e ambigua, morbida e tattile, in cui si sprecano i razzismi di ogni ordine e grado: brutto frocio, maledetto ebreo circonciso, irlandese di merda, la sceneggiatura è una collezione. La battuta migliore è del povero padre dei falliti: "Domani è un altro giorno, è proprio questo che mi spaventa". Il tutto in salsa rap, con un assaggio delle Quattro stagioni e un attimo pucciniano di Tosca." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 4 giugno 1996)