Jeff sta viaggiando in macchina da Boston a San Diego in compagnia della moglie Amy. Mentre percorrono l'autostrada nel deserto del Sud-Ovest, la macchina si ferma per un guasto. La situazione è delicata perché il luogo è isolato e assai lontano dal primo centro abitato. Dopo qualche tempo, arriva un grosso autorimorchio. Red, il conducente, si ferma e offre un passaggio alla coppia fino al più vicino posto di ristoro. Jeff però vuole restare a guardia della macchina e manda Amy da sola. Poco dopo Jeff riesce a far ripartire la macchina, raggiunge il luogo indicato da Red, chiede della moglie ma nessuno l'ha mai vista. Ansioso e nervoso, Jeff ad un certo punto ha il sospetto che tutti gli stiano mentendo. Si rimette allora per strada, incontra di nuovo Red, che nega di conoscerlo. Anche la polizia non crede alle insistenze di Jeff e vorrebbe arrestarlo per non fargli combinare danni. Jeff scappa e, da solo, comincia la ricerca della moglie. La trova infine prigioniera del camionista che agiva per conto di una banda che faceva sparire turisti e passanti. Dopo una sparatoria ed un inseguimento, sul ponte Jeff butta giù Red. Jeff e Amy sono soli, ma l'incubo è finito.
SCHEDA FILM
Regia: Jonathan Mostow
Attori: Kurt Russell - Jeff Taylor, Kathleen Quinlan - Amy Taylor, J.T. Walsh - Red Barr, M.C. Gainey - Earl, Jack Noseworthy - Billy, Ancel Cook - Barfly, Jack McGee - Barista, Helen Duffy - Flo, Vincent Berry - Deke, Thomas Kopache - Calhoun, Kim Robillard - Agente Carver, Moira Harris - Arleen, Ritch Brinkley - Al, Rex Linn - Sceriffo Boyd
Soggetto: Jonathan Mostow
Sceneggiatura: Sam Montgomery, Jonathan Mostow
Fotografia: Douglas Milsome
Musiche: Basil Poledouris
Montaggio: Derek Brechin, Kevin Stitt
Scenografia: Victoria Paul
Costumi: Terry Dresbach
Durata: 95
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: MARTHA E DINO DE LAURENTIIS
Distribuzione: FILMAURO (1998) - FILMAURO HOME VIDEO
CRITICA
"Il debutto alla regia di Jonathan Mostow, prodotto negli Usa dalla famiglia De Laurentiis, è una piacevole sorpresa: nonostante i rimandi d'obbligo - da 'Duel' a 'Frantic' passando per 'Un tranquillo week-end di paura' - il film si ritaglia una sua autonomia e personalità. Tra horror e thriller, tra western e azione, ben fotografato e ricco di colpi di scena, 'Breakdown' riesce a creare un clima di panico, di spaesamento e di tensione (unito al classico argomento della provincia americana come covo di paure celate) che fa onore ad un genere che, negli ultimi tempi, soffre invece di asfissia creativa". (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 27 aprile 1998)
" 'Breakdowon - La trappola' ti prende alla gola perché una volta tanto ti trovi in un contesto plausibile e provi l'imbarazzante sensazione che quella terribile esperienza potrebbe accadere anche a te. E pazienza se nella seconda parte la tensione del mistero deve cedere il passo a quella, più meccanica, dei duelli al sole, allora il thriller prende un andamento da western, con l'eroe che si fa giustizia da sé contro una banda di spietati fuorilegge; resta da segnalare un altro merito, maggiore di quel che sembra. A fronte di una produzione americana che ormai supera regolarmente le due ore dei proiezione, La trappola dura un'ora e mezza. Detto altrimenti, va al sodo, risparmiando lungaggini, divagazioni, scene inutili". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 25 aprile 1998)