Buffalmacco e il suo amico Bruno degli Olivieri beffano lo sprovveduto Calandrino, cedendogli, per dieci fiorini, una pietra che dovrebbe rendere invisibile chi la possiede. L'astuto frate Ignazio fa credere a un'ingenua sposina, per godersela, di essere un'incarnazione dell'Arcangelo Gabriele. Buffalmacco ottiene, in cambio di cento fiorini, i favori di Tebalda, moglie dell'usuraio Castraccio, facendo sì che sia lo stesso marito a pagare le sue prestazioni. Buffalmacco, conquistata Fiammetta, consorte di Pietro da Vinciolo, viene sorpreso dal marito della donna, il quale, dopo averlo accolto sul letto matrimoniale, assieme con la moglie finirà per giocargli un'amara sorpresa. Calandrino, sorpreso a spacciarsi per cherubino, al fine di giacersi con Monna Lisa, viene sonoramente bastonato da Maso, marito della donna. Lambertuccio da Cécina, sfortunato capitano di ventura, cerca di godersi le grazie di Ambrogia, moglie di un vecchio medico. Alla fine, dopo numerosi tentativi andati a vuoto, si ritroverà ammogliato, contro la propria volontà, con la brutta figliola di Tebalda.
SCHEDA FILM
Regia: Bruno Corbucci
Attori: Lino Banfi - Ignazio, Isabella Biagini - Ambrugia, Mario Carotenuto - Nicola, Pippo Franco - Bruno, Sylva Koscina - Fiametta, Enrico Montesano - Buffalmacco, Alighiero Noschese - Lambertuccio De Cecina, Raymond Bussières, María Baxa, Pascale Petit, Bernard Blier, Andrea Fabbricatore
Soggetto: Mario Amendola, Bruno Corbucci
Sceneggiatura: Bruno Corbucci, Mario Amendola
Fotografia: Luigi Kuveiller
Musiche: Carlo Rustichelli
Montaggio: Eugenio Alabiso
Durata: 92
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: CINEMASCOPE TECHNICOLOR
Produzione: DE LAURENTIIS, DE LAURENTIIS INTERMACO (ROMA) COLUMBIA (PARIGI)
Distribuzione: CEIAD
NOTE
- REVISIONE MINISTERO NOVEMBRE 1992.
CRITICA
"Un impasto di novelle del Boccaccio, unite da un tenue filo conduttore. Attenti soltanto agli spunti più triviali offerti dal testo letterario, e tradendone completamente lo spirito, i realizzatori hanno imbastito uno spettacolo che la mancanza di buongusto, il basso livello dei dialoghi e la sciattezza figurativa rendono men che mediocre." ('Segnalazioni Cinematografiche', vol. 72).