Blue Iguana

The Blue Iguana

USA 1988
Vince Holloway, un cacciatore di criminali, si trova in guai seri, perché non può pagare i suoi debiti con l'ufficio tasse. Braccato da due detective del fisco, Vera Quinn e Karl Strick, individui spietati, che hanno motivi di rancore verso di lui, viene catturato da costoro e costretto, con modi persuasivi, ad accettare di compiere una "missione suicida" nel Messico, per recuperare 20 milioni di dollari di contrabbando, con la promessa di una percentuale sulla somma. Holloway arriva, dunque, in Messico, a Diablo, una cittadina malfamata nascosta nella giungla, dove si trova una banca specializzata nella custodia di denaro illecito, della quale è proprietaria un'affarista senza scrupoli, Cora. Vince si reca nel locale notturno "Blue Iguana", frequentato da loschi figuri, e proprietà di una cantante, Dakota, da poco separata dal peggior bandito del posto, Reno, un tempo anche suo socio in affari e capo indiscusso della malavita di Diablo. Holloway riesce a visitare la banca e si rende conto che un semplice assalto all'edificio è impossibile, data la sua straordinaria robustezza. Fortunatamente, egli conosce nella giungla un ragazzo, Yano, fabbricante di bare, che diventa suo aiutante, e gli procura esplosivi e armi, dietro promessa di una percentuale sull'affare. Intanto Dakota dichiara a Vince che è sua alleata nell'impresa e, per convincerlo si riavvicina a Reno, che aveva scacciato. Frattanto Holloway riesce a minare la banca e, dopo l'esplosione dell'intero edificio, fugge col denaro nascosto dentro una bara. Immediatamente inizia una sarabanda di fughe e uccisioni, che termina nel cimitero, dove Dakota tenta di rubare la cassa col denaro, tradendo così sia Holloway che Reno, ma quest'ultimo la uccide, rimanendo ucciso poco dopo anche lui. Muore pure Cora, cosicché Holloway, sempre accompagnato da Yano, fugge col denaro deciso a non restituirlo al fisco americano. Inseguito da Karl e Vera, è costretto a cedere loro il denaro senza ottenere la percentuale promessa. Vince e Yano si consolano prendendosi il "Blue Iguana", restato senza proprietario, e, come il ragazzo aveva previsto, si arricchiranno presto con quello, perché Diablo diventerà una città importante.
SCHEDA FILM

Regia: John Lafia

Attori: Dylan McDermott - Vince Holloway, Jessica Harper - Cora, James Russo - Reno, Pamela Gidley - Dakota, Yano Anaya - Yano, Tovah Feldshuh - Vera Quinn, Michele Seipp - Zoe la barista, Dean Stockwell - Karl Strick, Flea - Floyd

Soggetto: John Lafia

Sceneggiatura: John Lafia

Fotografia: Rodolfo Sánchez

Musiche: Ethan James

Montaggio: Scott Chestnut

Scenografia: Cynthia Sowder

Arredamento: Heidy Gomez, Sergio Nicolau

Costumi: Isis Mussenden

Effetti: Jorge Farfan

Durata: 90

Colore: C

Genere: GROTTESCO AZIONE

Specifiche tecniche: NORMALE

Produzione: STEVE GOLIN E SIGURJON SIGHVATSSON PER POLYGRAM FILM/ PROPAGANDA

Distribuzione: FOX - 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT

CRITICA
"Inspiegabilmente presente fuori concorso a Cannes, 'Blue iguana' trova, nelle sale normali di non sopraffine pretese, un terreno di coltura più fertile, si sfoga nei suoi esercizi ginnici con cui ironizza sugli stereotipi del cinema di una volta dei detective privati, puntando la cinepresa su un Messico alla deriva che sembra lo stato libero di Bananas di Woody Allen. Sposando le cadenze del western a quelle del giallo d'azione (protagonista è comunque la pistola), fra donne belle e assassine e uomini senza tutte le rotelle a posto, il film rotola a valanga verso il finale senza lasciare tempo di pensarci su, si fa molto agitare dalla colonna sonora, scuote il cocktail delle malvagità e utilizza al meglio le risorse della bella Jessica Harper e la stizza dell'ex bimbo prodigio Dean Stocwell, tutti così fuori dal comune senso della logica che potrebbero essere cartoon." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 12 Giugno 1988)

"Velluto blu per l'appunto. Il loffio Lafia si permette anche lo scapestrato lusso di parodiare le atmosfere del film di Lynch (i conflitti sadomaso), di citare - storpiati - brandelli di dialogo, di deformare simpaticamente la scena. Un'Isabella Rossellini al night club. Superfluo addentrarsi nelle finte tonuosità della trama, tra fughe, inseguimenti, sparatorie (alla Peckinpah) e bande messicane assatanate il nostro patinato e spettinato anti-eroe Vince dovrà spassarsela, imbranato a metà, con un bandito losco e sanguinario, una dark lady dotata di tutti i clichè (ninfomania e voce rauca compresi) e una banchiera isterica e senza scrupoli. Il resto è adorabile marchingegno congegnato da un "creativo" ad uso e consumo del cinema-spot." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 22 Giugno 1988)

"Sulle stesse note, gli interpreti. Il protagonista è Dylan McDermott, molto diverso da come ci era apparso in 'Hamburger Hill' e pronto invece a proporsi per un verso come uno dei tanti poliziotti (caricaturati) di Chandler e di Hammett e, per un altro come un nuovo Harrison Ford, nei momenti almeno in cui cita Indiana Jones. Le donne che lo guatano sono Jessica Harper ('Il fantasma del palcoscenico', 'Suspiria') nei panni di Cora la banchiera, e Pamela Gidey, la bionda dark lady proprietaria del 'Blue Iguana'. Fra i molti cattivi, James Russo ('China Girl'), che non disdegna però toni romantici. Cito, fra i meriti, la fotografia di Rodolfo Sanchez ('La donna ragno'): un'orgia di iperrealismo nemico, di qualsiasi sfumatura. Da ferire gli occhi. Come le musiche, che passano imperterrite dalla 'American country' alla neo-funk. All'insegna, voluta, del frastuono." (Gian Luigi Rondi, 'Il Corriere della Sera', 21 Giugno 1988)