Nel 1931, due mesi dopo la morte di quello che è ritenuto il più grande musicista bianco della storia del jazz, il cornettista Leon Bix Beiderbecke, suo fratello Barnie giunge a New York, per desiderio della madre, che vuol notizie sulle ultime settimane di vita del figlio, ma soprattutto vuol conoscere la sua promessa sposa, della quale egli le ha inviato la fotografia. Dopo vari tentativi, Barnie viene infine aiutato dal violinista italo-americano Joe Venuti, che rintraccia la ragazza della foto, Lisa, e la convince ad accompagnarlo a Davenport, per conoscere la famiglia del suo presunto fidanzato, promettendole in cambio di aiutarla a diventare una cantante. Durante il lungo viaggio in treno, Venuti racconta a Lisa, che non ha mai conosciuto Bix, la breve vita del suo amico, da quando aveva cominciato a cercare lavoro in una orchestrina, a quando è morto a 28 anni per alcolismo. Figlio di ricchi borghesi, che volevano per lui seri studi e lavoro sicuro e si opponevano decisamente ad una carriera di musicista, Bix, dotato di un eccezionale talento per il jazz, alterna grandi successi nelle maggiori orchestre (come quella di Frankie Trumbauer) a ritorni in famiglia, fra rimproveri, pentimenti e promesse vane, oppure a periodi di cura, anche in ospedale, contro le conseguenze dell'alcoolismo e delle eccessive fatiche, causate dagli spettacoli. Per pochi anni egli è una star, che si esibisce trionfante da Chicago a New York, insieme ai fedeli amici Don Murray, Joe Venuti e Hoagy Carmichael, guadagna molto denaro e frequenta ambienti di lusso, ma distrugge rapidamente il suo fisico e il suo talento, e presto non riesce a suonare, se prima non beve. Dopo un periodo di disintossicazione, Bix torna all'alcool, ma si accorge di essere ormai incapace di suonare, e si riduce, senza lavoro, senza soldi e malato, a trascinarsi in giro penosamente, senza voler incontrare né amici, né parenti. Bix ha parlato spesso del suo desiderio d'ammogliarsi, pur avendo avuto solo vaghi tentativi di legami o squallidi incontri mercenari. Un giorno, fattosi prestare dei soldi da Venuti, si fa aiutare da lui a scegliere nella vetrina di un fotografo la foto di una ragazza sconosciuta, che invia alla madre: è quella di Lisa. Pochi giorni dopo Bix muore.
SCHEDA FILM
Regia: Pupi Avati
Attori: Bryant Weeks - Leon, detto Bix, Ray Edelstein - Bismark, padre di Bix, Julia Ewing - Aggie, madre di Bix, Emile Levisetti - Joe Venuti, Sally Groth - Lisa Loiacono, Mark Collver - Barnie, fratello di Bix, Barbara Wilder - Marie-Louise, sorella di Bix, Romano Orzari - Hoagy Carmichael, Mark Sovel - Frankie Trumbauer, Matthew Buzzell - Don Murray, Michael T. Henderson - Pee Wee Russell, Debbon Ayer - Vera Cox, Darrell Bishop - Andy Secrest, Timothy L. Williams - Esten, Curtis N. Wollan - Paul Whiteman
Soggetto: Pupi Avati, Antonio Avati, Lino Patruno
Sceneggiatura: Pupi Avati, Antonio Avati, Lino Patruno
Fotografia: Pasquale Rachini
Musiche: Bob Wilber
Montaggio: Amedeo Salfa
Scenografia: Carlo Simi
Arredamento: Domenico La Spada, Ron Bellomy
Costumi: Graziella Virgili, Carla Seinera Bertoni
Altri titoli:
Bix
Bix - An Interpretation of a Legend
Durata: 111
Colore: C
Genere: BIOGRAFICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Produzione: ANTONIO AVATI PER DUEA FILM, GIANFRANCO PICCIOLI E GIORGIO LEOPARDI PER UNION F.N., CON LA COLLABORAZIONE DI ARTISTI ASSOCIATI, RAIUNO, STATE OF IOWA, CITY OF DAVENPORT, IOWA FILM OFFICE
Distribuzione: ARTISTI ASSOCIATI INTERNATIONAL (1991) - COLUMBIA TRI STAR HOME VIDEO
NOTE
- CONSULENTI MUSICALI: TED KALEVELD, VINCE GIORDANO, CHARLIE ABLANALP.
- DAVID DI DONATELLO 1992 PER LA MIGLIORE SCENOGRAFIA.
- IL FILM E' STATO GIRATO NEI VERI LUOGHI DOVE VISSE BIX, FRA CUI LA SUA CASA NATALE, A DAVENPORT NELLO IOWA, CHE PUPI AVATI HA APPOSITAMENTE COMPERATO E RESTAURATO.
CRITICA
"Un grande film. Commovente, intenso, e vero anche nella sua ricostruzione. Pupi Avati si dimostra ancora una volta, e sempre di più, uno dei nostri autori migliori". (Gian Luigi Rondi, 'Rivista del Cinematografo', 7, 1991).
"Un film raffinato e toccante, fin troppo pudico per la sguaiataggine dei nostri tempi". (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 11 maggio 1991).
"Il film lascia un po' a desiderare nella cornice storica, nella crescita drammatica, nell'approfondimento psicologico. Fra le cose azzeccate c'è la scelta degli interpreti". (Giovanni Grazzini, 'Il Messaggero', 13 maggio 1991).
"L'amore è allo stesso tempo, la qualità più profonda e il limite del film. Un film che vale la pena di vedere anche solo per il puro piacere della sua bellissima musica. (Irene Bignardi, 'La Repubblica', 12-13 maggio 1991).
"Bix è un film tenero e coinvolgente. Molto personale. Sotto una dolcezza stregonesca, anche sofferto". (Francesco Bolzoni, Avvenire, 14 maggio 1991).