Nella periferia di Seattle, George e Nancy Henderson con Ernie (undici anni) e la quattordicenne Sarah, trascorsa una bella giornata fra boschi e ruscelli, nel rientrare con l'automobile si imbattono in una specie di scimmia che sembra morta. Nancy ha qualche dubbio: meglio caricare quell'ammasso inerte di pelo e portarselo a casa, per poi avvertire la guardia forestale. Ma nella villetta questo essere si sveglia: è una specie di King-Kong in formato ridotto che mangia le piantine verdi del salotto e una orchidea della ragazzina; rovescia il frigo; assapora i pesci rossi e sfonda a pugni muri e porte come se fossero di carta. Non solo ma emana un puzzo sgradevole. Eppure il bestione è sensibile e simpatico e non manca di strani sorrisi, mandando in estasi il piccolo Ernie, che lo identifica come Bigfoot il "piedone" protagonista di alcuni giornaletti. Bigfoot comincia a convivere con gli Henderson, fracassone e patetico ad un tempo. Quando George decide che ormai sarebbe opportuno riportarlo al bosco originario, Harry (così è stato nominato) la prende con vivo disappunto e provoca il panico in città. Molti si armano di fucile: soprattutto gli dà la caccia Jacques La Fleur, guardia forestale sempre torva e implacabile. Per fortuna abita nei dintorni il Dottor Wallace Wrightwood, uno strano scienziato gestore di un bizzarro magazzino-museo, che della razza cui il bestione sicuramente appartiene sa tutto. Allorché George sarà riuscito, di notte e tra agguati e colpi di fucile, a recuperare Bigfoot e a riportarselo a casa, tutti fanno festa a quest'ultimo, scienziato incluso, invitato con sua somma gioia per l'occasione. Mentre gli Henderson e il dottore lasciano Bigfoot tra le prime piante di una foresta, piomba sul luogo l'odioso Jacques, deciso a sparare ad ogni costo (e poi si pentirà del proprio accanimento, quando il bestione accarezzerà amichevolmente pure lui), finché con i lucciconi agli occhi Bigfoot sparisce nel folto della foresta. Resterà sempre nel ricordo degli Henderson che, malgrado la sua ingombrante presenza, non solo gli avevano fatto perfino un apprezzatissimo shampoo, ma gli erano sinceramente affezionati.
SCHEDA FILM
Regia: William Dear
Attori: John Lithgow - George Henderson, Melinda Dillon - Nancy Henderson, Margaret Langrick - Sarah Henderson, Joshua Rudoy - Ernie Henderson, Kevin Peter Hall - Harry, David Suchet - Jacques Lafleur, Lainie Kazan - Irene Moffat, Don Ameche - Dr. Wallace Wrightwood, M. Emmet Walsh - Nonno George Henderson, Bill Ontiverous - Sergente Mancini, Sean Morgan - Jerry Seville, Nick Flynn - Stuart
Soggetto: William Dear, William E. Martin, Ezra D. Rappaport
Sceneggiatura: William Dear, William E. Martin, Ezra D. Rappaport
Fotografia: Allen Daviau
Musiche: Bruce Broughton, Barry Mann
Montaggio: Donn Cambern
Scenografia: James D. Bissell
Arredamento: Linda DeScenna
Effetti: Henry Millar Sr., Clive R. Kay, Robert Dyke, Makeup Effects Laboratories Inc.
Aiuto regia: L. Andrew Stone - primo assistente
Altri titoli:
Bigfoot and the Hendersons
Bigfoot
Durata: 111
Colore: C
Genere: FAVOLA
Specifiche tecniche: 35 MM, PANORAMICA
Produzione: UNIVERSAL PICTURES, AMBLIN ENTERTAINMENT
Distribuzione: UIP (1988)
NOTE
- PREMIO OSCAR 1988 PER IL MIGLIOR TRUCCO (RICK BAKER).
CRITICA
"Bigfoot è un parente stretto dello yeti e di E.T., e rappresenta tutti i sogni dell'infanzia e tutto l'amore verso la natura. Un film fantasioso, accessibile ad ogni tipo di pubblico e tecnicamente impeccabile." ('Magazine italiano tv').
"Vistosamente costruito e realizzato per bambini, è un filmetto che punta sui buoni sentimenti, sugli effetti alquanto mielosi e sulla bravura del povero Kevin Hall." ('Telesette')
"Questo film a tecnici, truccatori ed effettisti deve aver richiesto un grosso impegno. Molte cose sono tradizionali e molti momenti convenzionali, per non parlare della consueta famigliola della 'middleclass' americana, qui alle prese con un simpatico bestione. Il film è un po' ripetitivo e la storia gronda melassa, eppure si finisce con il simpatizzare per Bigfoot, con la sua irruenza e il suo sguardo toccante e patetico. Il quadretto di famiglia, con Bigfoot che abbraccia i suoi amici, sarà gradito ai bambini, cui il film è palesemente destinato." ('Segnalazioni Cinematografiche', vol. 105, 1988)