Beyond

Svinalängorna

2/5
Melodramma familiare che guarda a Bergman e resta cieco. La August non è il maestro

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SVEZIA 2010
Quello che per Leena - una donna di origini finlandesi ma svedese di adozione - era nato come un giorno di festa, dopo aver ricevuto una telefonata si trasforma per lei in un doloroso viaggio nel passato che la costringerà a fare i conti con gli infelici eventi della sua famiglia, che lei era riuscita a cancellare con un estremo atto di volontà.
SCHEDA FILM

Regia: Pernilla August

Attori: Noomi Rapace - Leena adulta, Ola Rapace - Johan, Outi Mäenpää - Aili, Ville Virtanen - Kimmo, Tehilla Blad - Leena bambina

Soggetto: Susanna Alakoski - romanzo

Sceneggiatura: Pernilla August, Lolita Ray

Fotografia: Erik Molberg Hansen

Musiche: Magnus Jarlbo, Sebastian Öberg

Montaggio: Åsa Mossberg

Scenografia: Anna Asp

Costumi: Kicki Ilander

Durata: 95

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)

Tratto da: romanzo omonimo di Susanna Alakoski

Produzione: HEPP FILM AB, KAMOLI FILMS, BLIND SPOT PICTURES, DRAKFILM AB, NORDISK FILM, NORDISK FILM & POST PRODUCTION, FILM I SKÅNE, SVT, NORDSVENSK FILMUNDERHÅLLNING NO7

Distribuzione: SACHER DISTRIBUZIONE (2011)

Data uscita: 2011-03-16

TRAILER
NOTE
- PREMIO DELLA 25. SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA "REGIONE DEL VENETO PER IL CINEMA DI QUALITÀ" (VENEZIA 2010).
CRITICA
"Un film svedese co-prodotto con i finlandesi. Con nomi noti. (...) Una storia cupa, in equilibrio tra adolescenza (ricordata) e l'età adulta di una donna (...). Senza mai scompensi narrativi né di stile grazie anche a una regia che, nonostante l'esordio, ha sempre i segni giusti, in atmosfere di plumbee, lacerate tensioni. Le riflette, magistralmente, il volto pallidissimo di Noomi Rapace, affidato ad una mimica quasi immobile ma interiormente attraversata da ferite profondissime. Il marito è Ola Rapace, suo marito anche nella vita. La interpreta da giovane Tehilla Blad, come già nei tre film di 'Millenium'." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 16 marzo 2011)

"II maestro Ingmar Bergman e l'ex marito Bille August in carnet, Pernilla August esordisce alla regia con un 'Tutto su mia madre' dal sapore nordico: fredda la forma, incandescente il nocciolo umano. (...) Se il ping-pong temporale non ha sempre scambi entusiasmanti e l'asciuttezza formale cede spesso all'edificante, Pernilla l'attrice si tiene stretta gli interpreti, e gioca tra rimozione e speranza. Buona la prima? Ni." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 16 marzo 2011)

"Bisognerebbe farlo vedere a tutti quelli che credono alla 'verità' della cosiddetta tv del dolore, questo film d'esordio di Pernilla August. Bisognerebbe mostrarlo a quelli che il dolore lo gonfiano, lo eccitano, lo spremono, lo spolpano. A quelli che ci speculano. (...) C'è un'estetica del pudore che si fa tout court etica del dolore, e che arriva sugli schermi del cinema contemporaneo passando per lbsen, probabilmente (...), e poi soprattutto per Bergman, con cui Pernilla August ha lavorato a lungo a teatro e al cinema (era la governante di 'Fanny e Alexander', 1982). (...) Non c'è mai voyeurismo, in 'Beyond'. Spesso, la macchina da presa stringe sul volto di Leena in primi e primissimi piani molto ravvicinati, immersi in una luce fredda, livida e bluastra. È come se l'occhio del cinema fosse lì, pronto a cogliere il riflesso sul volto del minimo turbamento dell'anima. Ma non farebbe mai nulla, la August, per spingere quell'anima a rivelarsi contro la sua volontà." (Gianni Canova, 'Il Fatto Quotidiano', 18 marzo 2011)