In un villaggio sul mare vive spensierato Zorg, un giovane meccanico e aspirante scrittore: improvvisamente entra nella sua vita una strana ragazza, Betty, che non ha niente e nessuno al mondo. I due da un'attrazione iniziale solo fisica pian piano cominciano ad amarsi veramente, Betty vuole che Zorg migliori la sua condizione, lasci quel posto inospitale e faccia pubblicare i suoi scritti che secondo lei sono molto interessanti, lei però ha un carattere impossibile e spesso si lascia prendere da assurde crisi di nervi: ci vuole tutta la sapienza e l'amore di Zorg per calmarla e per giustificarla di fronte alla gente. La coppia, dopo che Betty ha dato fuoco alla casa e offeso il proprietario, scappa dal villaggio e va a Parigi nella casa di Lisa, un'amica di Betty. Qui i due conoscono anche Eddye, il compagno di Lisa, e fra i quattro nasce molta simpatia. Eddye fa lavorare Zorg e Betty nel suo locale ma un'ulteriore scenata della ragazza fa decidere l'uomo che è impossibile continuare l'esperimento. Zorg è sempre molto vicino a Betty e l'assiste con amore: la conforta anche quando Betty viene delusa dalla speranza di avere un bambino. Improvvisamente muore l'anziana madre di Eddye e i quattro si recano nel paese di origine di lui. Qui dopo i funerali, Eddye propone a Zorg e a Betty di rimanere nella casa materna e di mandare avanti il negozio di pianoforti di sua proprietà. I due giovani sono entusiasti ma le crisi nervose di Betty si fanno sempre più frequenti. La ragazza è insoddisfatta e spesso si lascia andare alla più nera disperazione anche perchè gli scritti di Zorg sembrano non interessare nessuno. Diventano amici di Bob e di sua moglie Annie che possiedono un negozio di alimentari: Annie tenta più volte di sedurre Zorg ma questi si dimostra fedele alla sua Betty. Un brutto giorno però un'amara sorpresa attende Zorg: torna a casa e trova Bob che sta ripulendo il pavimento da un fiume di sangue. Betty si è strappata un'occhio ed è stata portata in ospedale. Zorg viene informato della malattia della ragazza: si tratta di follia grave e molto difficilmente potrà guarire. Il giovane è annichilito, non sa più cosa fare, per lui la vita è finita, non ha più la sua donna. Anche la notizia che i suoi scritti verranno pubblicati lo lascia indifferente. Infine prende una drammatica decisione: torna in ospedale ed uccide Betty ridotta ormai ad un essere vegetante. Scriverà la loro storia d'amore in un nuovo libro.
SCHEDA FILM
Regia: Jean-Jacques Beineix
Attori: Jean-Hugues Anglade - Zorg, Béatrice Dalle - Betty, Gérard Darmon - Eddy, Consuelo De Haviland - Lisa, Clémentine Célarié - Annie, Philippe Ludenbach - L'editore, Vincent Lindon - Richard, il giovane poliziotto, Raoul Billerey - L'anziano poliziotto, Jacques Mathou - Bob, Claude Confortès - Proprietario dei bungalow
Soggetto: Philippe Djian - romanzo
Sceneggiatura: Jean-Jacques Beineix
Fotografia: Jean-François Robin
Musiche: Gabriel Yared
Montaggio: Monique Prim, Marie-Aimee Debril, Pablo Ferro
Scenografia: Carlos Conti
Costumi: Elisabeth Tavernier
Effetti: Philippe Ferrer, Jean-François Cousson, Christian Bourqui, Pierre Foury
Altri titoli:
Betty Blue
37.2 Degrees in the Morning
37.2 le matin
Durata: 120
Colore: C
Genere: DRAMMATICO COMMEDIA
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Tratto da: romanzo di Philippe Djian
Produzione: CARGO FILMS, CONSTELLATION
Distribuzione: FOX (1986)
CRITICA
"Dopo un successo a sorpresa e un naufragio annunciato (il tremendo 'Lo specchio del desiderio') ritorna Beineix, cineasta francese d'assalto che pratica l'arte del forcing a tutti i livelli. Basta vedere l'inizio. Appena finiti i titoli di testa, la prima immagine è quella di due giovani corpi sovrapposti che fanno l'amore con gagliardìa sotto una riproduzione della Gioconda. Un lentissimo carrello in avanti permette di delibare goccia a goccia il carnale congresso. I due giovani atleti in calore si chiamano Zorg e Betty. (...) Al suo attivo possiamo mettere la coppia dei due giovani protagonisti, l'immaginoso senso del colore anche se spesso tracima nell'oleografia della cartolina illustrata, il senso dell'umorismo agrodolce, anche se nella seconda parte è sopraffatto dalla magniloquenza. Nella colonna del passivo c'è l'incapacità di raccontare con semplicità una storia, il gusto dell'eccesso e la mancanza di modestia che ingenerano pesantezza, la ricerca accanita della poesia che si risolve nella mancanza di grazia, un estetismo della bella immagine che spesso scade nel cromatismo compiaciuto di uno spot pubblicitario." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 4 Ottobre 1986)
"Dalla passione al melodramma, insomma, con personaggi che, pur presentandosi appunto agli inizi con accenti e modi, nel loro insolito, degni di interesse, scadono subito dopo nell'urlato e nell'abnorme solo per amore degli effetti e ancora una volta in Beineix, per il gusto di strafare. Con un tessuto narrativo, oltre a tutto, che più si va avanti e più si ingarbuglia, con divagazioni superflue, figure secondarie inutilmente insistite, soluzioni o troppo frettolose o, il più delle volte, gratuite: smarrendo via via quella felice singolarità dei caratteri principali che invece, se seguita con le stesse intuizioni dell'inizio e, soprattutto, con la stessa levità di segni e di disegni, ci avrebbe proposto uno scontro di coppia meritevole di speciale attenzione. Questa attenzione, comunque, mi sembra che possa meritarla la protagonista, Béatrice Dalle, persa nei suoi furori ma non di rado anche intenta, con efficacia, a disegnarci sul viso le ragioni interiori, i disagi, i disadattamenti che li provocano: con tensioni non soltanto allucinate ma consce. Il suo partner è Jean-Hugues Anglade, con un'espressione costante di vittima predestinata. Secondo la norma classica dei perdenti dello schermo." ('Il Tempo', 1 Ottobre 1986)
"Sedotto dal romanzo di Philippe Djian che ricopre il quotidiano di una dimensione fuori norma, Beineix ha scelto apposta due attori sconosciuti o quasi per impersonare Betty e Zorg: Jean-Hughes Anglade, il pattinatore di Subway, bravissimo nella parte di Zorg; Beatrice Dalle, sensuale e naturale, perfettamente a suo agio nei panni di Betty (la sua prima parte al cinema). Dopo il notevole successo di 'Diva' e l'altrettanto notevole fiasco di 'La lune dans le caniveau', Beineix non poteva mancare questo terzo appuntamento con la critica e il pubblico. Il regista ha tratto le lezioni dal passato. E' cresciuto. Cura sempre con la precisione di un pittore le sue immagini (in 37,2° ha curato lui stesso le inquadrature) senza però quell'aspetto artificiale tanto rimproverato. Fuori da preoccupazioni psicologiche, Betty e Zorg sono fatti di sangue e carne. La loro storia si consuma in momenti divisi tra umorismo e dramma. Il film oscilla sempre tra realtà e irreale e si chiude sulla terribile conclusione che d'amore non si muore, anzi si sopravvive." ('Vivilcinema')