Il film narra le vicende della vita di George Best, ex giocatore del Manchester United, vera e propria leggenda del calcio inglese. La scoperta del suo talento su un anonimo campo della periferia di Belfast da parte di Bob Bishop, la rapida ascesa alla gloria internazionale con la casacca dei mitici 'Red Devils', il premio come calciatore dell'anno nel 1968 e gli anni del declino, accompagnato sempre di più dal massiccio ricorso all'alcol.
SCHEDA FILM
Regia: Mary McGuckian
Attori: John Lynch - George Best, Ian Bannen - Sir Matt Busby, Jerome Flynn - Sir Bobby Charlton, Ian Hart - Nobby Stiles, Patsy Kensit - Anna, Cal Macaninch - Pat Crerand, Linus Roache - Denis Law, Adrian Lester - Rocky, David Hayman - Tommy Dougherty, James Ellis - Dickie Beal, Roger Daltrey - Rodney Marsh, Clive Anderson - Intervistatore, Sophie Dahl - Eva Haraldsted, Stephen Fry - Frazer Crane, Mary McGuckian - Norma Charlton, Jim Sheridan - Bob Bishop, Sara Stockbridge - Night Huntress
Sceneggiatura: John Lynch, Mary McGuckian
Fotografia: Witold Stok
Musiche: Mark Stevens (III)
Montaggio: Kant Pan
Scenografia: Max Gottlieb
Costumi: Anushia Nieradzik
Effetti: Jack Whittaker
Durata: 102
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: TECHNICOLOR
Produzione: BEST FILM LTD., IAC FILM, ISLE OF MAN FIL COMMISSION, PEMBRIDGE PICTURES, SKY PICTURES, SMOKE & MIRRORS FILM PRODUCTIONS
Distribuzione: FANDANGO (2002)
Data uscita: 2002-05-10
CRITICA
"Best, cioè 'Il migliore'. Ma anche George Best, geniale ala del Manchester United fine '60, inizio '70. 'Il miglior giocatore del mondo' secondo Pelè. Un ribelle autolesionista per la regista Mary McGuckian e suo marito, l'attore John Lynch (era il fidanzato della Paltrow in 'Sliding Doors'), che impersona con rara fiacchezza il fantasista irlandese. C'è infatti una differenza pazzesca tra il vero Best, tutto sesso, droga e rock 'n' roll, e quello triste e noioso del film. Una demistificazione, allora? Forse, ma non si capisce". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 10 maggio 2002)
"Anche con un budget ridotto, sulla vita di George Best, calciatore del Manchester United, soprannominato El Beatle dopo che la sua squadra soffiò la coppa Europa nel 1968 al Benfica, considerato uno dei cinque migliori calciatori del mondo, si sarebbe potuto fare un film pieno di ritmo, di spunti, di segni del tempo. Il tempo di Best erano infatti gli anni '60 e '70 britannici, di Londra al centro della mappa delle mode, della musica, persino del cinema. Anni di accelerazioni e sperimentazioni, di apparente eterna giovinezza, che Best rappresentò bene con il suo successo, il suo taglio alla Beatle, la sua passione per ragazze, party e alcol. Infatti, il film di MaryMcGuckian parte bene, con leggerezza, imitando un po' Lester, un po' le news. Poi però si appiattisce in un moralismo troppo semplice e ridondante e lascia che a fare il ritmo sia la colonna musicale d'epoca, che è la cosa migliore del film. Ma non basta". (Emanuela Martini, 'Film Tv', 14 maggio 2002)