All'inizio degli anni Settanta, dopo il successo dell'album "Transformer", Lou Reed era stato consacrato come icona di un rock visionario ma, invece di sfruttare l'onda del successo e consolidare la sua immagine, il musicista si immerse in un progetto difficile e ambizioso il cui risultato, uscito nel 1973, fu "Berlin", un disco che lasciò interdetti pubblico e critica. Le canzoni raccontavano di amori che determinavano un'assoluta dipendenza conducendo alla deriva e di amori infelici vissuti nei sobborghi. La musica, pur esssendo coinvolgente, era diversa da quella cui erano abituati i suoi fans. Per evidenti difficoltà pratiche, Lou Reed non interpretò mai le canzoni di quell'album dal vivo. Nel 2006, trenta anni dopo l'uscita del disco, l'artista ha deciso che era arrivato il momento giusto. Dopo aver convocati un ensemble di trenta elementi, un coro di bambini, una sezione di archi e fiati, ha affidato la costruzione di un set al suo amico, regista e scenografo, Julian Schnabel e gli ha chiesto di filmare il risultato. Il documentario, che ne è risultato, è il ritratto di una pagina importante della storia musicale contemporanea e del sogno di un artista. Visto il limitatissimo budget a disposizione, Schanbel ha utilizzato come immagini di sfondo, i corti girati dalla figlia Lola.
SCHEDA FILM
Regia: Julian Schnabel, Lola Schnabel - repertorio
Attori: Lou Reed - Se stesso, Sharon Jones - Se stessa, Rupert Christie - Se stesso, Steve Hunter - Se stesso, Fernando Saunders - Se stesso, Rob Wasserman - Se stesso, Tony 'Thunder' Smith - Se stesso, New London Children's Choir - Se stessi, Emmanuelle Seigner - immagini di repertorio
Soggetto: Lou Reed - testi e idea
Fotografia: Ellen Kuras
Musiche: Lou Reed - canzoni
Montaggio: Benjamin Flaherty
Scenografia: Julian Schnabel
Durata: 85
Colore: C
Genere: MUSICALE DOCUMENTARIO
Produzione: BOB EZRIN E HAL WILLNER PER WATERBOY PRODUCTIONS
Distribuzione: METACINEMA, DVD: 01 DISTRIBUTION (2008)
Data uscita: 2008-10-31
NOTE
- LE IMMAGINI DI EMMANUELLE SEGNIER SONO PROIETTATE SU UN PARAVENTO DIETRO IL PALCO E SONO STATE DIRETTE DA LOLA SCHNABEL.
- FOTOGRAFIE DI ALEJANDRO GARMENDIA.
CRITICA
Dalle note di regia: "Nel 1974 Lou Reed pubblica l'album dal titolo 'Berlin'. Il lavoro viene usato contro il cantante come prova della sua eloquente insania mentale, per così dire. Tuttavia per molti, incluso il sottoscritto, questo album è riuscito a impersonificare le sorelle tormentate dell'amore, ossia gelosia, rabbia e perdita. (...) Quando la direttrice del Saint Anne's Warehouse di Brooklyn, Susan Feldman, ha chiesto a Lou se volesse eseguire 'Berlin', lui a sua volta ha chiesto a me di occuparmi del set. L'ho vissuta come un'occasione unica, e non volevo si limitasse al fortunato pubblico che ha potuto assistere alla performance di Brooklyn; per cui ho pensato fosse doveroso filmarla e registrarla. L'interpretazione di questo capolavoro sulla tristezza, la bellezza e il fallimento dell'amore, è uno di quegli eventi che capitano una sola volta nella vita. La storia, ambientata a Berlino, racconta di una relazione destinata a fallire, di promiscuità, di bambini, di distruzione di un rapporto, di suicidio, e di odio verso se stessi."
"Girato in tre giorni, 'Berlin' restituisce quello spettacolo così speciale. Reed ha mandato una lettera, dove si legge, a proposito del suo Otello di strada: l'ondata di gelosia avanza attraverso il ritmo del rock. 'Non ho mai incontrato nessuno che non sia mai stato geloso." ('Il Giornale', 5 settembre 2007)