Belle & Sebastien

Belle et Sébastien

3/5
Sul grande schermo l'appassionante amicizia diventata cult televisivo. In Alice nella città, con sentimento

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FRANCIA 2013
Storia dell'intensa amicizia fra l'orfano Sebastian e il suo cane Belle, sullo sfondo la Seconda Guerra Mondiale. Sebastien infatti, colpito dalla dolcezza del grande cane dei Pirenei che abita nei boschi intorno al suo paese, si troverà a doverlo difenderlo dalle persone che lo ritengono un feroce e pericoloso predatore.
SCHEDA FILM

Regia: Nicolas Vanier

Attori: Félix Bossuet - Sebastien, Tchéky Karyo - Cesar, Margaux Châtelier - Angelina, Dimitri Storoge - Dott. Guillaume, Andréas Pietschmann - Tenente Peter, Urbain Cancelier - Sindaco, Mehdi - André

Soggetto: Cécile Aubry - romanzo e serie TV, Jean Guillaume - serie TV

Sceneggiatura: Juliette Sales, Fabien Suarez, Nicolas Vanier

Fotografia: Éric Guichard, Laurent Charbonnier - direttore riprese agli animali

Musiche: Armand Amar

Scenografia: Sébastian Birchler

Costumi: Adélaïde Gosselin

Altri titoli:

Belle e Sebastien

Durata: 98

Colore: C

Genere: AVVENTURA

Tratto da: serie omonima scritta e diretta da Jean Guillaume e Cécile Aubry, autrice anche del romanzo "Bella e Sebastiano" (Ed. Fabbri)

Produzione: RADAR FILMS, EPITHÈTE FILMS, GAUMONT

Distribuzione: NOTORIOUS PICTURES (2014)

Data uscita: 2014-01-30

TRAILER
NOTE
- PRESENTATO FUORI CONCORSO ALL'OTTAVA EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (2013) NELLA SEZIONE 'ALICE NELLA CITTÀ'.
CRITICA
"Come 'Cuore', più di 'Cuore': durante la II guerra mondiale, sulle Alpi francesi un orfano stringe amicizia con un pastore maremmano e insieme salveranno una famiglia ebrea. Ispirato a un libro per ragazzi di Cede Aubry (ex Manon, Venere tascabile di Clouzot '49), già cartoon, il film fa aerosol d'aria buona materiale e morale. L'autore Venier manovra con poesia le mosse del cane e del ragazzo, il simpatico Félix Bousset." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 30 gennaio 2014)

"Immaginati da Cécile Aubry, Belle e Sébastien furono protagonisti, negli anni 60, di una serie trasmessa dalla televisione francese; ma un pubblico più vasto li conobbe in seguito, nella versione di anime giapponese. Forse questo nuovo adattamento non era strettamente necessario; però si fa apprezzare per la bellezza dei paesaggi alpini, ripresi in tutta la loro vertiginosa maestà da Nicolas Vanier. E ci auguriamo che - simbolicamente - segni anche il ritorno di un cinema per l'infanzia live-action, quando ormai l'intero immaginario infantile sembra consegnato ai film in animazione digitale." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 30 gennaio 2014)

"Ispirandosi ai racconti di Cécil Aubry già adattati in serie animata tv, 'Belle & Sebastien' racconta la storia d'amore fra un bambino solitario e un pastore maremmano femmina, incastonandola in un innevato, incontaminato paesaggio alpino di cui il documentarista Nicolas Venier sa cogliere ogni suggestione. E uno degli indubbi valori di questo film per ragazzi insieme alla selvatica simpatia del piccolo Félix Bousset e all'incisiva presenza del burbero nonno Tchéky Karyo; per non parlare dell'incantevole cagnone che gli adulti vorrebbero uccidere ritenendolo una bestia incattivita dalla violenza del padrone; e che Sebastien, il solo a intuirne l'indole affettuosa, riesce a salvare. Per contro l'ambientazione nella II Guerra Mondiale, con i nazisti in lotta contro i partigiani delle montagne, è tutta una parte molto debole, per copione e per regia." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 30 gennaio 2014)

"'Belle & Sebastien' costituiva un bel ricordo di serie tv d'animazione anni Ottanta, ma per una volta la rimodernatura in chiave cinematografica regge ottimamente il confronto. L'odissea di un binomio irresistibile come quello tra la femmina di pastore dei Pirenei e l'orfano ragazzino (...) acquista, infatti, grazie alla regia dell'ambientalista e romanziere Vanier, non a caso soprannominato il Jack London d'oltralpe, un rinnovato fascino riuscendo a fare interagire il paesaggio montano dell'Haute Savoie non come stucchevole belluria, bensì come «attore» supplementare o meglio parte integrante del racconto. Anche se l'amicizia che rende inseparabili il piccolo protagonista e la maestosa cagna chiama in causa l'incubo della seconda guerra mondiale e la fuga degli ebrei verso la Svizzera, lo snodo emotivo e drammaturgico risiede proprio in un senso dell'avventura e della natura primigenio, mentalmente e visivamente estraneo all'immaginario contemporaneo colonizzato dalla fantascienza e il fantasyhi-tech. Mentre la persecuzione dei due, inseguiti dagli abitanti locali armati che a torto ritengono l'animale il killer delle loro pecore, assume toni metaforici per forza di cose semplicistici, il prolungato, divertente e intelligente scambio d'espressioni che attiva comunicazioni e complicità tra Belle e Sebastien può essere, a nostro parere, tranquillamente raccomandato non solo al pubblico under 15." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 30 gennaio 2014)

"È stato, in Francia, il film di Natale: a voi tutti i paragoni possibili con i nostri cinepanettoni. (...) Abbiamo ripercorso la storia di Belle &Sebastien quando il film passò al festival di Roma, nella sezione «Alice nella città»: tutto nasce dalla serie televisiva creata dall'attrice/scrittrice Cécile Aubry negli anni '60. I telefilm francesi erano «dal vero», con attori (e cani), mentre la serie tv giapponese degli anni '80 (altrettanto famosa) era un cartone animato. La storia del piccolo Sebastien e del cane Belle ha quindi incrociato due generazioni, e questo spiega in parte il successo di cui sopra. Poi, si sa: l'amicizia fra bambini e cani è un classico del cinema e della tv, pensate a Lassie o a Rin-Tin-Tin. Aggiungete il fascino paesaggistico delle Alpi francesi, dove il regista Nicolas Vanier (apprezzato documentarista, amante delle riprese in ambienti estremi) ha trovato pane e immagini per i suoi denti; e condite il tutto con una giusta dose di «politicamente corretto, visto che la storia si svolge durante la seconda guerra mondiale e la coppia Sebastien/Belle si trova a combattere contro i nazisti, oltre che contro i pregiudizi anti-animalisti (e il finale è un omaggio, crediamo consapevole, al capolavoro dei capolavori: 'La grande illusione' di Jean Renoir). Tutte queste componenti fanno di 'Belle & Sebastien' un film «caldo», che si vede volentieri e che rassicura con passioni forti, pericoli scampati, slanci - anche politici - condivisibili. Così, in fondo, devono essere le fiabe." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 30 gennaio 2014)

"A quasi 50 anni dalle serie tv francese e poco più di una trentina da quella di Anime giapponesi, arriva sul grande schermo 'Belle & Sébastien', ispirato alle celebri novelle di Cécile Aubry sulla più famosa storia d'amicizia tra un bambino e un cane. Dietro la macchina da presa siede l'uomo perfetto per l'impresa: il transalpino Nicolas Vanier ('Le Grand Nord'), avventuriero della wilderness polare ed ecologista integerrimo, consapevole del rischio di rianimare una leggenda amata in tutto il mondo. La sfida pare superata: grande successo al box office in Madrepatria, il film si offre nella maestosità di scenari mozzafiato enfatizzati da una colonna musicale che emoziona. Nei panni di Sébastien il carismatico attore-bambino Félix Bossuet, scelto tra 2400 concorrenti. Educativo ed ambientalista, è vivamente consigliato alle famiglie." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 30 gennaio 2014)

"'Nessuno nasce cattivo, nemmeno i cani'. Eppure sulle Alpi francesi tutti vogliono uccidere la misteriosa 'bestia'. E se un bambino scoprisse che è solo un adorabile cagnone dei Pirenei? Prima le novelle di Cécile Aubry, poi una serie tv francese nei '60, infine i cartoni animati giapponesi negli '80. La storia di 'Belle & Sébastien' ha avuto varie facce e grazie a Nicolas Vanier è diventata anche un godibilissimo film d'avventura con paesaggi mozzafiato, bimbo perfetto (Félix Bossuet, 7 anni) e un'ambientazione non banale nel 1943. Tra bestiali nazisti occupanti, montanari puzzolenti (Mehdi El Glaoui, il piccolo Sébastien del serial francese, figlio della Aubry) e branchi di lupi dalle spaventose zanne, il piccolo Sébastien e l'enorme pelosissimo Belle (dai tempi di 'The Artist' non appariva un cane così star) sono al centro di una produzione mai stucchevole, eccitante, realistica. Successone in Francia." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 30 gennaio 2014)

"Piacerà a chi era ragazzino negli anni Ottanta (e pasteggiò con i cartoni animati in tv) e ai figli dei ragazzini d'allora che gradiranno gli antichi personaggi in una ricca e pittoresca versione cinematografica." (Giorgio Carbone, 'Libero', 30 gennaio 2014)

"Nostalgia canaglia degli anni Ottanta, quando le serie a cartoni popolavano i nostri sogni di gioventù. Come 'Belle e Sébastien', con la sigla cantata da Fabiana che introduceva le avventure del piccolo protagonista e del suo cane. Arriva la trasposizione cinematografica, ambientata nella Seconda Guerra Mondiale, più con un taglio da fiction tv, che si discosta, in parte, dall'anime giapponese, mantenendo, però, intatte, le lacrime commosse delle spettatrici." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 30 gennaio 2014)

"Negli anni Sessanta divennero una serie tv in bianco nero, negli Ottanta una serie di animazione giapponese di culto, con una sigla di quelle che non ti dimentichi più. Ora i racconti di Cécile Aubry sono diventati un film per il grande schermo, che in Francia ha incassato oltre 30 milioni di dollari e conquistato 2.6 milioni di spettatori risollevando le sorti del botteghino nazionale mai così basso negli ultimi cinque anni. Dietro la macchina da presa Nicolas Vanier, un regista da molti anni impegnato a raccontare con i suoi spettacolari documentari il rapporto tra uomo e natura, la bellezza delle montagne e l'importanza del rispetto dell'ambiente. Un bambino, un cane e i Pirenei: sono loro i protagonisti di 'Belle & Sebastien' (...) presentato in anteprima nella sezione «Alice nella Città» del Festival di Roma. (...) La vicenda si svolge infatti durante la Seconda Guerra Mondiale, nella Francia occupata dai nazisti, e si intreccia con quella dei partigiani impegnati ad aiutare gli ebrei a fuggire attraverso le montagne e raggiungere la Svizzera. Una variazione rispetto ai racconti della Aubry che è piaciuta al figlio della scrittrice (scomparsa nel 2010), Mehdi El Glaoui, protagonista della vecchia serie live action e questa volta nei panni di un pastore. Il segreto di tanto successo? La semplicità con la quale vengono messi in scena emozioni, sentimenti, avventura e i conflitti interiori del piccolo protagonista che fa i conti anche con una madre scomparsa e ancora cercata. Ed è davvero difficile dire se sia più irresistibile Sebastien con il suo faccino dolce e sbarazzino o il cagnone Belle che in sala strappa sospiri di tenerezza e gli applausi dei bambini. Non guasta poi che il film sia patrocinato dall'Oipa, Organizzazione Internazionale per la Difesa degli Animali (...)." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 31 gennaio 2014)

"La sensibilità di un bambino scavalca l'aggressività dei grandi e intuisce l'innocenza di un bel cagnone bianco (pastore dei Pirenei) braccato ingiustamente, mentre intorno venti di guerra e venti di neve, deportazioni e fucili nazisti, incombono sulle montagne di un piccolo villaggio alpino. Quasi, una fiaba, con la vittima a quattro zampe e l'eroe dalla gambe corte, dall' omonima serie tv d'animazione, rispettata nel faccino moccioso e nella pettinatura semi punk del piccolo e già bravo Félix. Ma non è una caricatura sentimentale. Coraggio, pregiudizi, solidarietà, paura, si combinano in un racconto morale non banale. Tema: le affinità elettive. Tra uomini e animali. Intorno la natura ha qualcosa da dire. E Venier trova, a volte, un suo occhio segreto per metterli in dialogo." (Silvio Danese, 'Nazione - Carlino - Giorno', 31 gennaio 2014)