Il commissario di polizia Paul Bellamy è in vacanza con sua moglie Françoise, nella loro casa a Nîmes. Tuttavia, le sue ferie verranno presto interrotte dall'arrivo del fratellastro Jacques e dell'amico Noël Gentil, entrambi in cerca di aiuto. Il primo, geloso del menage familiare di Paul e con la propensione ad attaccarsi alla bottiglia, minerà la tranquillità della coppia, il secondo, invece, si appellerà alle qualità professionali dell'amico.
SCHEDA FILM
Regia: Claude Chabrol
Attori: Gérard Depardieu - Paul Bellamy, Clovis Cornillac - Jacques Lebas, Jacques Gamblin - Noël Gentil/Emile Leullet/Denis Leprince, Marie Bunel - Françoise Bellamy, Vahina Giocante - Nadia Sancho, Marie Matheron - Sig.ra Leullet, Adrienne Pauly - Claire Bonheur, Yves Verhoeven - Alain, Bruno Abraham-Kremer - Bernard, Rodolphe Pauly - Anwalt
Sceneggiatura: Odile Barski, Claude Chabrol
Fotografia: Eduardo Serra
Montaggio: Monique Fardoulis
Scenografia: Françoise Benoît-Fresco
Costumi: Mic Cheminal
Durata: 110
Colore: C
Genere: POLIZIESCO
Specifiche tecniche: CINEMASCOPE, 35 MM
Produzione: ALICÉLÉO CINÉMA
NOTE
- PRESENTATO AL 59. FESTIVAL DI BERLINO (2009) NELLA SEZIONE 'BERLINALE SPECIAL'.
CRITICA
"Conoscendo Tavernier, la ricerca del colpevole serve solo a dare un quadro dei rapporti di classe e di razza. E fin qui tutto è chiaro;un po' meno lo è la componente gialla". (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 8 febbraio 2009)
"Il film prosegue su binari paralleli: da una parte segue l' inchiesta vera e propria, raccontata senza eroismi, come fosse un Maigret dei nostri giorni (non a caso il film è dedicato ai due Georges, uno appunto Simenon e l'altro Brassens, gloria locale), dall'altra esplora il passato rimosso del poliziotto famoso, quasi a far da contrappeso psicoanalitico a un'immagine pubblica così acclamata. Chabrol filma tutto con piacevolezza e una bella dose di ironia, ma finendo anche per compiacersi un po' troppo del carisma di Depardieu così da costruire un giallo troppo perfetto e levigato per essere davvero simenoniano." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 9 febbraio 2009)