Beautiful Boy

2/5
La dipendenza formato famiglia per Felix Van Groeningen: Carrell e Chalamet fanno la loro parte, ma è un dramma epidermico e musicalmente pornografico

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USA 2018
A diciotto anni, Nic Sheff è un bravo studente, coinvolto nelle recite e nel giornale della scuola, membro della squadra di pallanuoto, pronto per entrare al college ma, dopo aver provato la metanfetamina, passa a una totale dipendenza. Il film ripercorre la storia vera, un ritratto dell'affetto incrollabile e del coraggio di una famiglia di fronte alla dipendenza del figlio e alla sua lotta per il recupero.
SCHEDA FILM

Regia: Felix Van Groeningen

Attori: Steve Carell - David Sheff, Timothée Chalamet - Nic Sheff, Maura Tierney - Karen Barbour, Amy Ryan - Vicki Sheff, Christian Convery - Jasper Sheff, Oakley Bull - Daisy Sheff, Kaitlyn Dever - Lauren, Stefanie Scott - Julia, Julian Works - Gack, Kue Lawrence - Nic Sheff a 4 a 6 anni, Marypat Farrell - Madre di Julia, Timothy Hutton - Dr. Brown, Amy Aquino - Annie Goldblum, Jack Dylan Grazer - Nic Sheff a 12 anni

Soggetto: David Sheffield - romanzo, Nic Sheff - romanzo

Sceneggiatura: Luke Davies, Felix Van Groeningen

Fotografia: Ruben Impens

Montaggio: Nico Leunen

Scenografia: Ethan Tobman

Arredamento: Jennifer Lukehart

Costumi: Emma Potter

Effetti: Bryan Godwin

Suono: Elmo Weber, Ulrika Akander

Durata: 112

Colore: C

Genere: BIOGRAFICO DRAMMATICO

Specifiche tecniche: (1:1.85)

Tratto da: romanzo "Beautiful Boy: A Father's Journey Through His Son's Addiction" di David Sheff e Nic Sheff

Produzione: AMAZON STUDIOS, BIG INDIE PICTURES, PLAN B ENTERTAINMENT CON RAI CINEMA

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION (2019)

Data uscita: 2019-06-13

TRAILER
NOTE
- PRODUTTORI ESECUTIVI: SARAH ESBERG, NAN MORALES.

- SELEZIONE UFFICIALE ALLA XIII EDIZIONE DELLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2018).

- CANDIDATO AI GOLDEN GLOBES 2019 PER: MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UN FILM (TIMOTHEE CHALAMET).
CRITICA
"(...) Tratto dai libri autobiografici di David Shaff e di suo figlio Nic, dunque con l'etichetta della storia «vera», 'Beautiful Boy' di Felix Van Groeningen - presentato alla scorsa Festa di Roma, sezione Alice nella città - si addentra nel complicato territorio (al cinema e i n genere) della tossicodipendenza a partire dalla relazione padre -figlio, scegliendo come punto di vista del racconto quello del primo, disposto a tutto pur di capire cosa sta succedendo. La regia di Van Groeningen però come già nel precedente 'Alabama Monroe', non riesce a produrre una sintesi personale, distante dai luoghi comuni, e soprattutto dalla patina di sentimentalismo - a tratti fastidioso che trova come unico referente l'interpretazione dei due attori, bravi ma senza mai sobbalzi di autenticità. (...)." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 13 giugno 2019)

"(...) Basato su una storia vera, il film assume un andamento non cronologico e rapsodico, punteggiato di flashback dove vediamo Nic bambino. Però si fida troppo del carisma degli interpreti, Steve Carell e Thimotée Chalamet ('Chiamami col tuo nome'), accontentandosi di una narrazione standard. E alternando, un po' a caso, il punto di vista del padre con quello del figlio." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 13 giugno 2019)

"(...) in 'Beautiful Boy' di Felix Van Groeningen, non poteva esserci attore più adatto di Timothée Chalamet. Nel film basato sulle biografie di Nic Sheff e del padre David (Steve Carrell), Chalamet ripercorre la via crucis della tossicodipendenza. Andate e ritorni, promesse mancate, bugie insultanti, discese agli inferi e brevi redenzioni. Un cammino doloroso, che si riflette nella fisicità del protagonista, nelle sue spalle aguzze, nei capelli arruffati, nello sguardo vivo e infinitamente triste. Seguendo le sue mosse, il desiderio di capire e di aiutare diventa irresistibile." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 13 giugno 2019)

"(...) Felix Van Groeningen, regista belga di 42 anni, è incapace di sottrarsi alla tentazione di confezionare un altro film cupissimo, dopo quell''Alabama Monroe' che trattava di un amore sofferto e apocalittico. 'Beautiful boy' ricalca quel modello, (...) porta lo spettatore a diretto contatto con immagini crude quanto dolorose, ritraendo i dettagli di un via crucis senza fine. Corredato di una colonna sonora avvincente, l'ultima fatica di Van Groeningen è opera che merita a patto di essere in pace con se stessi. Intensa l'escalation di un dramma che ha origini reali e proviene da fatti veri, testimoniati dai due libri che David e Nic Sheff hanno scritto per raccontare il calvario della droga da due versanti opposti. Eppur paralleli." (Stefano Giani, 'Il Giornale", 13 giugno 2019)

"(...) Piacerà A patto che riusciate a identificarvi (almeno in parte) con babbo Carrell (con lui perché del 'Beautiful' non gliene importa granché a nessuno). L'identificazione è facilitata dalla maiuscola prova di Steve. Bravissimo a rendere i personaggi sgradevoli (quindi respingenti) qui supera sé stesso caricandosi sulle spalle un eroismo che qualunque papà vorrebbe avere." (Giorgio Carbone, 'Libero Quotidiano', 13 giugno 2019)

"Il regista belga delle lacrime. Il nome sfugge, il ricordo di un film come "Alabama Monroe - Una storia d' amore" resta nella memoria di chi lo ha visto. Associato al fastidio dello spettatore che non ha nulla contro le disgrazie (succedono, si sa) ma non regge un certo modo di raccontarle. Per esempio, puntando su una colonna sonora costruita per potenziare e non per smorzare. Lì era il bluegrass ad avvolgere i protagonisti: un musicista, una tatuatrice e la loro sfortunata figliola. In 'Beautiful Boy' ascoltiamo i Nirvana, i Beatles, Neil Young, David Bowie, mischiati con Perry Como. È la colonna sonora della famiglia Sheff (...) Steve Carrell è bravissimo anche nelle parti drammatiche - lo sapevamo già - ma qui sembra che si applauda da solo. Timothée 'Chiamami con il tuo nome' fa le prove di gigioneria che Luca Guadagnino gli aveva impedito." (Mariarosa Mancuso, 'Il Foglio', 15 giugno 2019)