Bas-Fonds

FRANCIA 2010
Tre giovani donne, Magalie, Marie-Steph e Barbara, vivono ai margini della civiltà, perse tra alcool e sesso, in un gioco complesso di dominio e d'amore. Un giorno le tre amiche, istigate dalla più carismatica del trio, assaltano una panetteria e ne uccidono il proprietario. Da quel giorno la loro esistenza non sarà più la stessa.
SCHEDA FILM

Regia: Isild Le Besco

Attori: Valérie Nataf, Ginger Romàn, Noémie Le Carrer, Gustave Kervern, Ingrid Leduc, Benjamin Belkhodja

Sceneggiatura: Marie Chaduc

Fotografia: Thomas Bataille, Nicolas Hidiroglou, Jowan Le Besco

Musiche: Alain Chamfort, Léonor Graser, Octo

Montaggio: Sylvie Laget

Scenografia: Laurence Vendroux

Costumi: Florence Sadaune, Lisa Gachet

Durata: 68

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: DCP

Produzione: SANGSHO

NOTE
- IN CONCORSO AL 63. FESTIVAL DEL FILM DI LOCARNO (2010).
CRITICA
"L'intero repertorio dello squallore adolescenziale e lesbicheggiante, con delitto gratuito che ricorda tanto i bei vecchi tempi esistenzialisti. L'attrice Isild Le Besco (....) dirige tre sciamannate che urlano spesso, si strappano i capelli, guardano porno alla tv, bevono birra a fiumi, non cambiano mai le lenzuola (il letto-istallazione di Tracey Emin era lindo e ordinato al confronto). Puntuale arriva la rissa con le poliziotte al carcere femminile." (Mariarosa Mancuso, 'Il Foglio', 11 agosto 2010)


"Anche 'Bas Fonds' è una storia d'amore e di solitudine, fuga, lotta disperata e furibonda col mondo. (...)si ispira a un fatto di cronaca, Isild Le Besco lo ha finito pochissimo tempo prima di arrivare qui in gara, un altro bel detour nel concorso. (...) La produzione è indipendente ma, anche questa è una caratteristica comune a tutti i film della giovane regista che è una delle attrici più ricercate del cinema d'autore d'oltralpe. Come la scelta di lavorare in famiglia (...). Perché la 'fisicità' di 'Bas Fonds' non è solo dei corpi è emozionale, interiore, pure quando nella trasformazione di Meg da ragazza selvaggia a quasi astrazione Le Besco sembra guardare alla veridicità di Bresson e a quel cinema francese a lui vicino (Cavalier, Bernanos) senza però redenzione. Le tre rimangono 'chiuse' al mondo, dentro e fuori dal carcere, nella cella e nell'isolamento di un sentimento che gli altri non potranno mai capire." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 11 agosto 2010)