Bamui haebyun-eoseo honja

3/5

Hong Sang-soo in concorso a Berlino 67 con una commedia di parole che ricorda il cinema di Rohmer

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COREA DEL SUD 2017
Dopo aver avuto una relazione con un uomo sposato, la famosa attrice Younghee decide di prendersi una pausa di riflessione e di partire per Amburgo. Nella lontana e sconosciuta città, la donna incontra un amico con cui metterà in discussione la sua recente relazione, domandandosi se il suo amante sarà disposto a seguirla e se anche lui prova la sua stessa nostalgia per la loro storia d'amore. Nel corso delle lunghe passeggiate attraverso i parchi gelidi e le rive del fiume, Younghee cercherà così di fare chiarezza sui propri sentimenti e desideri.
SCHEDA FILM

Regia: Hong Sang-soo

Attori: Kim Min-hee - Younghee, Seo Young-hwa - Jeeyoung, Jung Jaeyoung - Myungsoo, Moon Sungkeun - Sangwon, Kwon Haehyo - Chunwoo, Song Seonmi - Junhee, Ahn Jaehong - Seunghee, Park Yeaju - Dohee

Sceneggiatura: Hong Sang-soo

Montaggio: Hahm Sung-won

Altri titoli:

On the Beach at Night Alone

Durata: 101

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: JEONWONSA FILM

NOTE
- ORSO D'ARGENTO COME MIGLIOR ATTRICE A KIM MINHEE AL 67. FESTIVAL DI BERLINO (2017).
CRITICA
"Il titolo è quello di una poesia di Walt Whitman, 'On the Beach at Night Alone' (...). Anche il cinema di Hong Sang-soo sembra avere questa capacità di «legare» universi, tempi, spazi diversi in un movimento che oscilla negli stessi luoghi, e lungo le stesse traiettorie emozionali, per sorprendere (e sorprendersi) ogni volta. Sono pochi i registi che come lui (Kaurismäki per rimanere alla Berlinale) hanno questa capacità di rimanere dentro al proprio film e di renderlo sempre diverso. Cosa è dunque 'On the Beach at Night Alone' (...) Ancora una volta il ritratto di una donna e il racconto di un amore finito, un vagabondaggio, a volte trasognato, altre volte surreale nei misteri amorosi, tra le onde del sentimento, le ferite e i possibili istanti di gioia. E soprattutto una dichiarazione amorosa all'attrice protagonista, Kim Minhee (...) che il regista coreano accarezza con la macchina da presa per illuminare sul volto, nella boccata a una sigaretta, in un sorriso o nella smorfia seduttiva di una nottata ubriaca l'infinita gamma delle esistenze possibili che attraversano le sue storie. E che questo personaggio sembra esprimere in modo unico, quasi creando una cesura rispetto a tutto il resto." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 17 febbraio 2017)