Tre incidenti. Tre giorni. Tre storie. Dagmar lavora in una stazione di servizio ed è piena di debiti. Lippo, impiegato di un centro scommesse, viene licenziato dal suo capo e giura vendetta. Il meccanico Karl e il suo strano amico Rizzo trovano una borsa piena di soldi e finiscono nei guai.
SCHEDA FILM
Regia: Thomas Woschitz
Attori: Valerie Pachner - Dagmar, Markus Schwärzer - Robert, Thomas Oraze - Lippo, Christian Zankl - Rizzo, Josef Smretschnig - Karl, Ernestine Schmerlaib - Susi, Gerhard Kubelka - Gerhard
Sceneggiatura: Thomas Woschitz
Fotografia: Heinz Brandner
Musiche: Manfred Plessl, Oliver Welter
Montaggio: Hannes Starz, Roberto Perpignani - collaborazione
Scenografia: Stefanie Hinterauer
Costumi: Michaela Haag
Effetti: Lukas Schwarzkogler
Durata: 85
Colore: C
Genere: THRILLER AZIONE COMMEDIA
Produzione: KGP KRANZELBINDER GABRIELE PRODUCTION
Distribuzione: SEMINAL FILM
NOTE
- REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DI: ÖFI, FFW, FISA, BLS, ORF-FFA, LAND KÄRNTEN, MEDIA I2I.
CRITICA
"Ci sono film che sembra di avere già visto ma ci sorprendono in ogni inquadratura. Per un dettaglio inatteso, per la verità che emana dagli attori, per il tono così particolare del racconto, che rende spiazzanti anche situazioni e strutture a prima vista sfruttate. 'Bad Luck' (...), una delle poche belle sorprese di un'estate avara di proposte interessanti, è uno di questi strani oggetti da guardare con attenzione, che inevitabilmente richiama alla mente precedenti illustri (su tutti il 'Fargo' dei fratelli Coen, e la notevole serie tv che ha originato). Salvo poi rivelarsi dotato di una personalità tutta sua. Un po' perché siamo in Carinzia, che a noi suona come Nord, con tutte le connotazioni che automaticamente attribuiamo al Settentrione (ordine, efficienza, benessere...) ma per gli austriaci è la regione più meridionale del Paese. Un po' perché se dici Minnesota (lo stato di 'Fargo') dici una provincia dell'immaginario mondiale. Un luogo subito familiare, pur avendo in genere idee vaghissime al riguardo, grazie al lavoro capillare fatto da un secolo di cinema e poi di tv americana. Mentre se dici Carinzia pensiamo Europa, storie vere, realtà sociale... Il bello del film di Woschitz (...) è che percorre una terza via. Dribblando tentazioni sociologiche e scorciatoie 'di genere' per darci una 'black comedy' così innamorata dei suoi personaggi, anche i più disarmanti (quasi tutti non professionisti scelti con un lunghissimo casting), da fare del sentimento - meglio: dell'empatia - la chiave di un film che invece dovrebbe essere impastato di cinismo. Non è una differenza da poco. Ma è quella che continua a separare il buon cinema d'autore dal modesto cinema di genere." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 16 luglio 2016)