Nel 1938, due guitti, Carmela e Paulino, accompagnati da Gustavete, un giovane divenuto muto dopo un incidente, circolano fra i soldati delle Brigate Internazionali durante la guerra civile spagnola e danno modesti spettacoli di varietà. Lei canta e danza il fandango davanti agli occhi lustri della truppa; Paulino punta le sue carte sulla declamazione e su qualche gesto buffonesco e volgaruccio; Gustavete li accompagna con la chitarra. Mentre le sorti delle battaglie sono incerte, i tre si spostano in direzione di Valencia. Imbattutisi nei franchisti fra le nebbie di un bosco vengono catturati e rinchiusi con altri prigionieri. Spaventati dalle esecuzioni più o meno sommarie, vengono notati da Ripamonte, un pomposo tenente fascista nonché, da civile, impresario di spettacoli, il quale si trova con il suo reparto nel paese, occupato dai soldati di Franco, di Hitler e di Mussolini. Il tenente Ripamonte vuol metter su uno spettacolo e ingaggia i tre scalcagnati: vi assisteranno i militari e, in più, un plotone di prigionieri polacchi, destinati alla fucilazione. Paulino, da opportunista, pur di attraversare indenne con la sua compagna le mobilissime linee della battaglia, accetta malgrado le reticenze di Carmela; frattanto con una stoffa di tendaggi si arrangia un vistoso vestito e si trucca: lo spettacolino va in prova. Quando la donna si accorge che la vecchia bandiera della Repubblica, che la coppia aveva nel bagaglio, è destinata ad umiliare i polacchi morituri la sua reazione è inevitabile. Si sente complice di un'infamia e grida la sua protesta. Nel tumulto del teatro fra canti, applausi ed urli altissimi, un ufficiale uccide Carmela sparandole.
SCHEDA FILM
Regia: Carlos Saura
Attori: Carmen Maura - Carmela, Andrés Pajares - Paulino, Gabino Diego - Gustavete, Maurizio De Razza - Tenente Ripamonte, José Sancho - Capitano, Mario De Candia - Bruno, Miguel Rellán - Ufficiale inquisitore, Edward Zentara - Soldato polacco, Rafael Díaz - Sentinella, Antonio Fuentes - Alfiere dell'artiglieria, Chema Mazo - Sindaco, Silvia Casanova - La prigioniera, Felipe Vélez - Il medico repubblicano, Félix Pardo - Soldato, Emilio del Valle - Caporale Cardoso, Alfonso Guirao - Il contadino catturato, Mario Martín - Cacicco, Félix Pardo - Soldato
Soggetto: José Sanchís Sinisterra - opera teatrale
Sceneggiatura: Rafael Azcona, Carlos Saura, Carmen Soriano - supervisione
Fotografia: José Luis Alcaine
Musiche: Alejandro Massó
Montaggio: Pablo González del Amo
Scenografia: Rafael Palmero
Costumi: Humberto Cornejo, Mercedes Sánchez
Effetti: Reyes Abades
Durata: 105
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM, EASTMANCOLOR
Tratto da: opera teatrale di José Sanchís Sinisterra
Produzione: LEO PESCAROLO E FULVIO LUCISANO PER ELLEPI FILM E ITALIAN INTERNATIONAL FILM (ROMA), IBEROAMERICANA FILMS INTERNATIONAL (MADRID), TELEVISIÓN ESPAÑOLA (TVE)
Distribuzione: I.I.F. - UIP (SPAGNA) - VIVIVIDEO
CRITICA
"La vicenda, con quel suo vagare fra l'impegno e il disincanto, ha indubbiamente momenti piacevoli di seguirsi, anche se dispiacerà a qualcuno la caricatura di quei militari italiani visti sempre come personaggi da operetta, non solo nei modi ma nelle uniformi e nelle bandiere." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo')
"'Ay, Carmela!' rappresenta per Carlos Saura il recupero di bruschi spunti tematici e di modi satirici da tempo abbandonati da lui e da altri registi spagnoli. Il film fra una vivace rappresentazione macchiettistica di figure e ambienti e un tono di fondo moralistico tien dietro un atteggiamento pensoso che, in certe sottolineature, si fa commosso." (Francesco Bolzoni, 'Avvenire')
"Quello che maggiormente colpisce è la capacità che ha Saura di rendere quegli anni senza in fondo averli vissuti veramente se non di riflesso in modo autentico e per niente libresco, mescolando sapientemente, come spesso succede nella vita, commedia e dramma." (Maria Fotia, 'La Rivista del Cinematografo')
"Il film ha un impatto semplice e deve gran parte alla sua immediatezza e del buon risultato finale alla bravura degli interpreti: Carmen Maura, Andrés Pajares e Gabino Diego." (Gabriella Giannice, 'Il Giornale')