Parabola ironica della vita di un falso messia sull'onda del proliferare delle sette pseudocristiane in un'Africa profondamente combattuta tra religione, tradizione e modernità. Un guardiano di porci disprezzato da tutto il suo villaggio rischia la morte. Salvato quasi per miracolo, gli appare un dio-bambino che gli annuncia di essere stato prescelto per salvare il suo popolo. Egli porta a compimento la sua missione con il nome profetico di Magloire I e nel giro di breve tempo si ritrova con un esercito di fedeli pronti a seguirlo in ogni aberrazione.
SCHEDA FILM
Regia: Roger Gnoan M'Bala
Attori: Pierre Gondo, Naky Sy Savané, Akissi Delta, Gaze Kagnon
Sceneggiatura: Bertin Akaffou, Jean Marie Adjafi, Roger Gnoan M'Bala
Fotografia: Mohamed Soudani
Musiche: Paul Wassaba
Montaggio: Djangoye Ahoussy
Durata: 90
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: 35 MM
Produzione: AMKA FILMS, ABYSSA FILM
NOTE
- SUONO: JEAN PIERRE FENIE'
- VERSIONE ORIGINALE: FRANCESE.
- PRIX AFRIQUE EN CREATION-CINEMA E GRAND PRIX AL FESPACO (1993).
CRITICA
"Un'attenuante può essere rintracciata nelle vicissitudini finanziarie che il film ha attraversato in fase di tournage e nei tagli resisi necessari sulla sceneggiatura originale. Ma siccome non possiamo fare il processo alle intenzioni, va detto che 'Au nom du Christ', per come il pubblico lo può fruire, è un film discontinuo, che alterna attimi di grande suggestione, come i cori degli adepti di Magloire nella notte, appena illuminati dal baluginare dei fuochi, gli scorci di una natura rigogliosa e intatta, a momenti di impasse. Anche la recitazione, nella sua intonazione ironica, spesso si perde, risultando meno icastica. Ne esce un film certamente valido, ma che mantiene meno di quanto ci si sarebbe potuti aspettare. Forse M'Bala ha voluto mettere troppa carne al fuoco e molti temi, quali quello della profanazione della femminilità e della maternità, quello del rapporto tra religione tradizionale e cristianesimo, sono quasi relegati in un angolo. Nel negozio piccolo non si vendono elefanti." (Giuseppe Cafulli, 'Attualità Cinematografiche')