Il brillante Jake Bartholomew vive a Londra con la bella Tina (separata dal marito Larry), in un lussuoso hotel come fosse ricchissimo, mentre i suoi affari vanno male, essendo bloccata per uno sciopero una grossa partita di cacao, nella quale ha investito tutto. Perciò le sue carte di credito vengono respinte, nessuno vuol prestargli denaro, e Mercer, direttore dell'albergo, nel quale la coppia occupa una suite, sollecita insistentemente il pagamento. Per questo Jake chiede inutilmente a Tina di vendere una statuetta di bronzo, opera di Henry Moore, che ha molto valore e le è stata donata a suo tempo dal marito. Intanto Mercer ha dovuto assumere come cameriera una giovane sordomuta, Jenny, che si incanta davanti alla scultura, oggetto di pura bellezza. Improvvisamente la statuetta scompare: Jake e Tina litigano, sospettandosi a vicenda, e denunciano il furto alla direzione, accorre il vicedirettore, Victor Swayle, che prega i clienti di non avvertire per ora la polizia, accantonando in cambio la questione del conto. La scultura è stata rubata da Jenny, che ne è affascinata, e l'ha nascosta nel modestissimo alloggio in cui vive col giovane fratello Steve, che è un ladruncolo. Intanto l'assicuratore Slaughter, che interroga Tina e Jake, apprende che i due non sono sposati, e che lei non ha divorziato da Larry. Dopo che Swayle ha perquisito invano l'alloggio di Jenny, Steve, all'insaputa della sorella, cerca di vendere la statuetta ad un ricettatore, che la rifiuta, perchè non ne capisce il valore, e il ragazzo, deluso, finisce con l'abbandonarla in una discarica, ma in seguito aiuta Jenny a ritrovarla, perchè è disperata per la sua scomparsa. Una promessa di ricompensa, apparsa sul giornale, per chi riporterà la scultura, desta la cupidigia del ricettatore, che per averla minaccia Steve di morte, cosicchè la sorella, che nel frattempo aveva rimesso l'oggetto al suo posto in albergo, è costretta a rubarla di nuovo, per salvargli la vita. Il rapporto tra Jake e Tina entra in crisi. Lei si consola nell'alcool mentre lui ha un rapporto con Joan, l'amica di Tina. Poi l'assicuratore risolve il mistero della statuetta, e accusa Jenny e Steve, che si difendono a vicenda. Per spiegare il suo furto, la ragazza fa capire che "l'oggetto le parlava di bellezza e lei lo sentiva" e Steve promette che lavorerà per mantenere entrambi. Venduta infine la scultura all'asta, Jake e Tina decidono di iniziare una nuova vita per formare una regolare famiglia.
SCHEDA FILM
Regia: Michael Lindsay-Hogg
Attori: John Malkovich - Jake, Andie MacDowell - Tina, Lolita Davidovich - Joan, Rudi Davies - Jenny, Joss Ackland - Signor Mercer, Bill Paterson - Victor Swayle, Ricci Harnett - Steve, Jack Shepherd - Signor Slaughter, Peter Riegert - Larry
Soggetto: Michael Lindsay-Hogg
Sceneggiatura: Michael Lindsay-Hogg
Fotografia: David Watkin
Musiche: Tom Bähler
Montaggio: Ruth Foster
Scenografia: Derek Dodd
Costumi: Les Lansdown, Giorgio Armani
Durata: 102
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: PANORAMIA A COLORI
Produzione: JON S. DENNY
Distribuzione: ACADEMY PICTURES (1991) - VIDEO: PANARECORD
CRITICA
Lui è John Malkovich, meno diabolico che non in "Relazioni pericolose", ma forse altrettanto sottile nel tenersi in equilibrio fra seduzioni ed astuzie; lei è Andie MacDowell, così accigliata eppure tenera, appena ieri, in Green card, qui alterna le furbizie di calore, la malizia alla freschezza con modi ora levigati, ora pungenti, senza mai contraddirsi. (Gian Luigi Rondi, Il Tempo)
"Attenti al ladro" è una commedia scherzosa, che va al piccolo trotto nella prima metà, e si riprende sul finale. (Giovanni Grazzini, Il Messaggero)
La sceneggiatura scritta dal regista stesso è scorrevole, plausibile, salvo qualche smagliatura minore, e fine. (Irene Bignardi, La Repubblica)
Peccato che il regista e sceneggiatore Michael Lindsay-Hogg non abbia il coraggio di portare fino in fondo il discorso e preferisca risolvere la vicenda in chiave leggera. Tuttavia il risultato è gradevole. (Alessandra Levantesi, La Stampa)
Forse non è un film tutto e sempre convincente, ma ha un piglio accattivante, dialoghi pungenti, presenze incisive anche tra gli interpreti della seconda schiera. (Tullio Kezich, Il Corriere della Sera)