Attenti al buffone

ITALIA 1976
Ferrari Marcello è un musicante timido e idealista che, quando non va girovagando per il mondo con l'amico Lolò e con la stravagante sua orchestra, si gode il violino in casa insieme a Wolfango Amedeo, un magnifico gatto soriano che gusta la musica di Mozart. Da dieci anni Marcello è sposato a Conforti Giulia, una specie di gatto randagio, carico d'odio, ma che l'ha reso padre di Luca e Marianna. Approfittando della assenza del musicante, Cesare detto Ras per le sue coloniali imprese negli anni '30 e per le sue manie fasciste, conquista la fragile Giulia e se la porta in casa, ottenendo con la corruzione l'annullamento del precedente matrimonio dalla Sacra Rota. Deciso a umiliare satanicamente Marcello, gli offre un risarcimento in denaro, il Ferrari, invece, reagendo a modo suo, con ironia sottile e falsa dolcezza, lo umilia davanti al grande coro dei cortigiani corrotti e gli manda in fumo le nozze. Ancora una volta Davide ha sconfitto il superbo Golia.
SCHEDA FILM

Regia: Alberto Bevilacqua

Attori: Franco Scandurra, Mario Scaccia, Mariangela Melato, Giuseppe Maffioli, Adriana Innocenti, Graziano Giusti, Enzo Cannavale, Ettore Nanni, Nino Manfredi, Rolf Tasna, Eli Wallach

Soggetto: Alberto Bevilacqua

Sceneggiatura: Nino Manfredi, Alberto Bevilacqua

Fotografia: Alfio Contini

Musiche: Ennio Morricone

Montaggio: Sergio Montanari

Scenografia: Pier Luigi Pizzi

Costumi: Dario Cecchi, Ezio Altieri

Durata: 110

Colore: C

Genere: GROTTESCO

Specifiche tecniche: PANORAMICA EASTMANCOLOR

Tratto da: racconto di Alberto Bevilacqua

Produzione: MEDUSA

Distribuzione: MEDUSA - GENERAL VIDEO

NOTE
- DAVID 1976 PER MIGLIORE SCENEGGIATURA (ALBERTO BEVILACQUA E NINO MANFREDI).
CRITICA
"Attenti al buffone!" ci sembra meno riuscito degli altri film di Bevilacqua. D'un moralismo pari all'intellettualismo della struttura, imposta un discorso interessante ma lo sviluppa con un linguaggio visivo che non avendo nè la concreta evidenza del racconto realista, nè il furore fantastico di una fresca ispirazione, resta liricamente inerte (G.Grazzini - Cinema '75)