Un retropalco affollato di ricordi, musicisti e belle donne, qualche rimorso e pochissimi rimpianti. Danny Caputo prova gli ultimi passaggi per scaldare il sax, quando un amico, per ingannare il tempo, gli chiede se la sua donna è in sala. Mancano cinquanta minuti al grande debutto a New York, solo cinquanta minuti alla consacrazione in mondovisione, quando Danny scopre che "rispondere a una domanda è un po' come aprire una porta: cominci a parlare e all'improvviso ti ritrovi in un altro luogo". Le città e i luoghi si confondono nella sua mente, come in un dejà vu, momenti indefiniti, eppure nitidi e reali, si presentano ai suoi occhi, come se il passato e il presente si fondessero per far fronte a quell'ultima attesa. Passaggi di una commedia, a tratti brillante a tratti malinconica, sembrano costringerlo a rivivere sempre la stessa storia. Solo quando alla fine potrà esibirsi nel suo "assolo", Danny comprenderà che non è il ritmo dei suoi desideri a dominare la scena, ma quello della sua inadeguatezza: il non riuscire a far coincidere la sua realtà interiore con l'insensatezza di quanto lo circonda. A un certo punto devi scegliere, cedere alle lusinghe della vita o continuare a inseguire un'impossibile perfezione.
SCHEDA FILM
Regia: Massimo Piccolo
Attori: Antonio De Matteo - Danny Caputo, Adriana Cardinale - Adry, Gaia D'Angelo - Gaia, Zaira De Felice - Bar Lady, Maddalena Stornaiuolo - Miriam, David Power - Alfie, Michele Busiello, Alessandra Esposito, Gianfranco Cercola
Sceneggiatura: Massimo Piccolo
Fotografia: Valentina Caniglia
Musiche: Claudio Passilongo
Montaggio: Stefano Cocca
Scenografia: Zè Design, Marcello Zoleo
Costumi: Francesca Palumbo
Suono: Daniele Maraniello
Durata: 77
Colore: C
Genere: MOCKUMENTARY
Produzione: MOON OVER PRODUZIONI
Distribuzione: EXPLORER ENTERTAINMENT
Data uscita: 2014-06-05
TRAILER
CRITICA
"'Assolo' nasce - e non è un fattore trascurabile - dalla tenacia della produzione indipendente Moon Over che ha creduto nello script e la regia di Massimo Piccolo, poliedrico incursore di giornalismo, narrativa, musica e teatro. (...) Se l'impaginazione è suggestiva e professionale e gli attori si sforzano di crederci, l'ambizione e l'estenuazione liricizzanti prendono un po' la mano al regista facendo sì che il suo tormento più che profondo appaia compiaciuto e quindi pretenzioso. La qualità dell'occhio però si percepisce e promette di fungere da base su cui costruire prove più asciutte e urgenti." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 5 giugno 2014)