Nonostante abbia passato l'età dell'adolescenza, Arturo Bach continua a trasorrere le giornate nell'ozio passando dal Night al ristorante alle corse di macchine. Se il suo unico problema è quello di spendere i soldi, lo deve al fatto di essere figlio di un miliardario e di dover solo attendere per ereditare la fortuna paterna. L'unica condizione è che sposi (anche se controvoglia) Susan, a sua volta figlia di un ricco industriale. Un giorno, però, Arturo incontra Linda, la segue e se ne innamorata. Ma la loro unione, dal momento che Linda è una commessa figlia di un disoccupato, si rivela subito impossibile.
SCHEDA FILM
Regia: Steve Gordon
Attori: Dudley Moore - Arturo Bach, Liza Minnelli - Linda Marolla, John Gielgud - Hobson, Geraldine Fitzgerald - Martha Bach, Jill Eikenberry - Susan Johnson, Stephen Elliott - Burt Johnson, Teo Ross - Bitterman, Barney Martin - Ralph Marolla, Thomas Barbour - Stanford Bach, Anne De Salvo - Gloria, Maurice Copeland - Zio Peter, Justine Johnston - Zia Pearl, Lou Jacobi, Paul Gleason - Executive, Mark Margolis - non accreditato
Soggetto: Steve Gordon
Sceneggiatura: Steve Gordon
Fotografia: Fred Schuler
Musiche: Burt Bacharach
Montaggio: Susan E. Morse
Scenografia: Stephen Hendrickson
Arredamento: Steven J. Jordan, Carol Joffe
Costumi: Jane Greenwood
Altri titoli:
Arthur - Kein Kind von Traurigkeit
Arthur, el soltero de oro
Durata: 85
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85) - TECHNICOLOR
Produzione: ROLLINS JOFFE MORRA BREZNER
Distribuzione: PIC, RICCI E MARINELLI - WARNER HOME VIDEO (GLI SCUDI)
NOTE
- OSCAR 1982 PER: MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA (JOHN GIELGUD) E MIGLIOR CANZONE ORIGINALE. LE ALTRE NOMINATIONS ERANO: MIGLIOR SCENEGGIATURA E ATTORE PROTAGONISTA (DUDLEY MOORE).
- GOLDEN GLOBES CATEGORIA (MUSICAL/COMMEDIA)1982 PER: MIGLIOR FILM, ATTORE PROTAGONISTA (DUDLEY MOORE) E NON PROTAGONISTA (JOHN GIELGUD), CANZONE ORIGINALE.
CRITICA
"Effervescente e spiritosa commedia, che su un canovaccio da fiaba alla Perrault innesta dialoghi quasi sempre brillanti, affidandoli ad interpeti di gran classe. Su tutti svetta il superlativo John Gielgud (puntuale e ultrameritato Oscar, insieme con la canzone di Burt Bacarach), ritratto vivente dell'impassibile Jeeves uscito dalle pagine di Woodhouse: Liza Minnelli è così brava da sembrare perfino bella; l'argento vivo Dudley Moore dovredde farsi una doccia gelata prima di ogni scena". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 30 maggio 2003)