Arrietty

Karigurashi no Arrietty

4/5
Apologo sulla paura e il desiderio dell'altro: dallo studio Ghibli l'ennesimo gioiellino

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GIAPPONE 2010
La 14enne Arrietty fa parte della minuscola famiglia di 'Rubacchiotti' (sono tutti alti poco più di 10 cm) che vive sotto le tavole del pavimento di una vecchia casa di campagna, dove 'prende in prestito' tutto ciò di cui ha bisogno. Sia lei che i suoi evitano accuratamente il contatto con i normali esseri umani, ma un giorno Arrietty viene scoperta da Sho, un coetaneo dall'altezza regolare, costretto a una vita ritirata in attesa di una delicata operazione al cuore. Tra loro nasce subito un rapporto di complicità e amicizia, ma la scoperta della minuscola famiglia esporrà Arrietty e i suoi a una serie di gravi pericoli e li costringerà ad andare alla ricerca di una nuova sistemazione.
SCHEDA FILM

Regia: Hiromasa Yonebayashi

Soggetto: Mary Norton - romanzo

Sceneggiatura: Hayao Miyazaki, Keiko Niwa

Musiche: Cécile Corbel

Montaggio: Rie Matsubara

Scenografia: Yôji Takeshige, Noboru Yoshida

Altri titoli:

Arietty

The Borrowers

Kari-gurashi no Arietti

The Borrower Arrietty

Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento

Durata: 94

Colore: C

Genere: ANIMAZIONE FANTASY

Tratto da: romanzo "Sotto il pavimento. La prima avventura degli Sgraffìgnoli" di Mary Norton (Ed. Salani)

Produzione: STUDIO GHIBLI, TOHO COMPANY, WALT DISNEY COMPANY, BUENA VISTA HOME ENTERTAINMENT, DENTSU, HAKUHODO DY MEDIA PARTNERS, MITSUBISHI SHOJI, NIPPON TELEVISION NETWORK CORPORATION (NTV), MINATO-KU

Distribuzione: LUCKY RED (2011) - DVD, BLU-RAY: LUCKY RED (2012)

Data uscita: 2011-10-14

TRAILER
NOTE
- FUORI CONCORSO ALLA V EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (2010) NELLA SEZIONE 'OCCHIO SUL MONDO|FOCUS'.
CRITICA
"Sono intorno a noi, in mezzo a noi, sono i rubacchiotti, esserini che vivono sgraffignando dalle nostre case. Noi li temiamo, loro ci temono. Ma chi conosce Hayao Miyazaki - vi ricordate 'Ponyo'? - sa bene che così non può durare (...). II sommo Hayao è 'solo' co-sceneggiatore, alla regia l'esordiente Hiromasa Yonebayashi, ma 'Arrietty' è un altro gioiellino nel forziere dello Studio Ghibli (grazie Lucky Red). E ancora una volta il tema è l'identità, la definizione dell'altro attraverso la ridefinizione di sé, racchiusa in una matrioska splendidamente disegnata: nella casa dell'uomo la casina dei rubacchiotti, nel loro sguardo così lontano cosi vicino l'accorata interrogazione al nostro modo di vedere, e vivere. Tra desiderio e paura, attrazione e repulsione, si fa largo una visione fusionale, affidata a quell'animazione utopica che più di ogni altro genere sa riscrivere il mondo: si scrive 'Arrietty', si vede una meraviglia." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 13 ottobre 2011)

"Torna lo Studio Ghibli con un film voluto dal sommo Miyazaki ma diretto con qualche timidezza dall'esordiente Yonebayashi. E l'eterna idea del mondo in miniatura (dal classico di Mary Norton 'Sotto il pavimento', Salani). O meglio del confronto fra la nostra esistenza improntata al consumo (allo spreco) e la vita virtuosa di un popolo semiestinto di esserini alti pochi centimetri che vivono nascosti nelle case 'prendendo in prestito' tesori per noi insignificanti come spilloni, zollette di zucchero, brandelli di filo o di stoffa, etc. Messaggio a parte, 'Arrietty' (nome della minuscola protagonista) punta sulla meraviglia, naturalmente. E sull'amore impossibile, come in 'Ponyo', fra la 'gnoma' (il doppiaggio è disinvolto) e il bambino malato che abita sopra di lei e cerca di avvicinarla mettendo in pericolo tutta la sua minuscola e amorevolissima famiglia. Parentesi horror (la tata considera Arrietty e famiglia parassiti come topi o scarafaggi), finezze incantevoli in puro stile Miyazaki (l'ombra dei panni stesi agitati dal vento), tasso di visionarietà decisamente più contenuto del solito. E brutte musiche in stile neo-medievale. Da anni andiamo predicando che i film della Ghibli sono capolavori per tutte le età. 'Arrietty' è un incanto. Ma per i più piccoli." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 14 ottobre 2011)

"Diretto da Hiromasa Yonebayashi, il colorato film è animato per davvero, provvisto di un'anima che si esprime nella cura grafica e psicologica degli avvolgenti particolari: abbasso la computer graphic! I rubacchiotti (così titolava l'altro film dai libri di Mary Norton editi Salani) sono gnomi che vivono sotto il pavimento sfruttando noi umani con espropri proletari (mini). La poetica del diverso, il sentimento che spariglia le carte, mentre 'Arrietty' è l'eroina saggia." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 14 ottobre 2011)

"La potenza del cinema d'animazione - sfigurato da tanti titoli in cima alla classifica popolati da orchi obesi, nanetti blu e panda giganti, salvati purtroppo dall'estinzione - si dispiega nel film della Ghibli di Hayao Miyazaki, 'Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento'. (...) Ci sono popoli che vivono negli interstizi della realtà, 'minoranze' invisibili, creature in dissolvenza, ed è a loro, ai 'piccoli', che si rivolge lo sguardo di Yonebayashi, condotto da Miyazaki nel suo ultramondo preferito, quello di Totoro, il 'vicino di casa' abitante del sottobosco, custode dei bambini. Ma «no al soprannaturale, no ai poteri magici», siamo al confine con un doppio sogno, 'Arrietty' è un desiderio, la rivolta contro i 'grandi' della terra. Lo scintoismo laico di Miyazaki produce miriadi di esseri in movimento, cellule di un corpo unico, ibridi viventi e, come per Disney, la magia non c'entra. (...) Esplode Io schermo nella polifonia di forme, un tappeto prezioso di miniature, coccinelle, cavallette, scarabei, personaggi dalla personalità puntuta, il pantheon Ghibli. Yonebayashi lo reinventa moderno, realistico quanto può esserlo una famiglia di lillipuziani, mamma timorosa, padre autorevole che scala con il suo armamentario di corde e chiodi le gigantesche pareti dell'antica casa di campagna, dove è arrivato Sho, un dodicenne malato di cuore, affidato alle cure della zia e di una maligna domestica." (Mariuccia Ciotta, 'Il Manifesto', 14 ottobre 2011)

"Stupisce vedere un cartone che sembra appartenere al passato. I figli ti guardano straniti, convinti che tu abbia sbagliato sala: dove sono gli effetti speciali? Invece, no, cara generazione 2.0. Far cinema non è solo 3D e robot fracassoni ma un'arte, un saper raccontare emozioni, un trasmettere valori. Anche usando, col sapore inconfondibile di una vecchia crostata della nonna, la paradossale storia di una ragazzina di dieci centimetri che vive sotto una casa 'normale'." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 14 ottobre 2011)

"Nei film Disney (e oggi anche in quelli Pixar) si mettono in scena personaggi che non lasciano spazio ad interpretazioni. Chi è cattivo non nasconde la propria malvagità, così come chi è buono non nasconde la propria innocenza. Ogni attore disegnato mostra le proprie emozioni in un gioco a carte scoperte. II cinema di Hayao Miyazaki è quasi l'opposto. Nei suoi film c'è sempre qualcosa da scoprire, una città incantata in cui tutto si trasforma (...). In questo 'Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento', nuovo film prodotto dallo Studio Ghibli (che fu creato nel 1985 da Miyazaki e da Isao Takahata, regista di Heidi) già il titolo spiega che basta guardare vicino alle nostre scarpe per scoprire un mondo di esseri piccolissimi, di gnomi alti una mela o poco più. (...) In Miyazaki di particolare c'è anche questo: la saggezza spesso è nelle mani degli adolescenti, che sanno rendere ricca la propria esistenza attraverso l'attenzione e la conoscenza degli altri. (...) Il risultato è un film dal ritmo lento come una poesia, perché anche gli spettatori devono guardare con attenzione tra le assi dei pavimenti, nelle case degli esseri piccolini (in cui i francobolli sono appesi come quadri), vedere l'effetto della pioggia che bagna il selciato, scoprire come le emozioni possano far alzare il vento. In quest'opera delicata, piena di commovente umanità, la musica, sorprendentemente, viene dalla bretone Cécile Corbel, che suona arpe e cetre. Chi sono i 'Prendimprestito' (...)? Sono i piccoli, i poveri del mondo, tutti coloro che, per un motivo o per l'altro, sono costretti a lasciare le proprie case e la propria terra. Il finale è aperto, come in molti film dello Studio Ghibli. O forse no, forse è un finale felice. Ma per capirlo bisogna fare come Sho, e guardarlo da vicino, con attenzione." (Luca Raffaelli, 'La Repubblica', 14 ottobre 2011)