Uno sguardo diretto e senza mezzi termini rivolto al cinismo e al desiderio di adrenalina che contraddistinguono alcuni giovani soldati in missione in Afghanistan. Mads e Daniel sono due militari di stanza nel campo Armadillo e impegnati sul fronte della provincia dell'Helmand, scenario di terribili e violenti scontri con le milizie Talebane. Con il passare del tempo e con l'inasprimento dei combattimenti, i due giovani e i loro commilitoni diventano prede di un incontrollato senso di alienazione e disillusione dovuti alla paranoia e al senso di diffidenza nei confronti della popolazione autoctona.
SCHEDA FILM
Regia: Janus Metz
Fotografia: Lars Skree
Musiche: Uno Helmersson
Montaggio: Per K. Kirkegaard
Durata: 90
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO
Specifiche tecniche: RED, CANON D5, DVC PRO HD, 35 MM (1:1.78)
Produzione: FRIDTHJOF FILM A/S, AUTO IMAGES, DANISH FILM INSTITUTE, TV2 DENMARK, NORDIC FILM AND TV FUND, YLE FINLAND, NRK NORWAY, CHANNEL 4 UK, VPRO HOLLAND, SVT SVERIGE
NOTE
- GRAN PRIX DELLA 49. 'SEMAINE DE LA CRITIQUE' (CANNES, 2010).
CRITICA
"A volte critici stanchi si domandano che motivo di esistere abbiano i festival. Fino a quando, ogni volta, non incontrano il film che dà loro il senso smarrito. Quest'anno a Cannes il nostro film si intitola 'Armadillo', ed è l'opera prima di un giovane regista danese di nome Janus Metz. Selezionato dalla Settimana della critica, il titolo concorre per il premio Camera d'Or come miglior opera prima. Sarebbe il minimo, per un film come questo. Che racconta la guerra come mai nessuno prima. Un regista e un direttore della fotografia decidono di seguire un gruppo di giovani danesi in missione per l'Afghanistan, rischiando la pelle. (..) Attaccato ai suoi giovani protagonisti, 'Armadillo' racconta non eventi eclatanti, ma quei piccoli movimenti interiori ed esteriori che trasformano la realtà, che fanno di una cosa orribile in tempo di pace come l'uccisione di un uomo, un evento accettabile, quasi auspicabile, in tempo di guerra. Parla del rito di passaggio di ragazzi che vogliono diventare uomini, del cameratismo, dell'adrenalina che sale e che aiuta a sopravvivere, ad ammazzare e disgraziatamente anche a morire. Racconta delle risate di fronte a un corpo maciullato e del patto di silenzio che l'esercito chiede ai suoi uomini, perché 'i civili non possono capire'. 'Armadillo' non giudica, mostra. Non condanna, lascia che gli spettatori decidano da soli. Anche solo per questo, in Danimarca il film (...) si sta trasformando in uno scandalo politico nazionale." (Roberta Ronconi, 'Liberazione', 18 maggio 2010)
"Rientra nei confini del cinema di realtà anche 'Armadillo' del danese Janus Metz, una delle opere più interessanti nel programma della 'Semaine de la Critique' (che non accoglieva più documentari dal 1990). Girato in Afghanistan, il film esplora le psicologie di due militari impegnati in una missione di pace: con il crescere dell'adrenalina e del cinismo." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 23 maggio2010)