SCHEDA FILM
Regia: Wim Wenders
Attori: Rüdiger Vogler - L'Orso, Anna Vronskaya - La Donna, Arina Voznsenskaya - La Bambina, Wim Wenders - Santa Claus, Gong Hong Truong - Membro della famiglia vietnamita, Nam Ha Nguyen - Membro della famiglia vietnamita, Thi Hoa Nguyen - Membro della famiglia vietnamita, Dado Jungic - Rifugiato, Milko Semren - Rifugiato, Lelic Almir - Rifugiato, Teo Cehaic - Rifugiato, Emila Kazic - Rifugiato, Lierka Becirevic - Rifugiata, Peter Solie - Rifugiato
Soggetto: Wim Wenders
Sceneggiatura: Wim Wenders
Fotografia: Jürgen Jürges
Musiche: Laurent Petitgand
Montaggio: Peter Przygodda
Costumi: Esther Walz
Altri titoli:
Arisha, the Bear and the Stone Ring
Durata: 31
Colore: C
Genere: CORTOMETRAGGIO
Produzione: WIM WENDERS PRODUCTIONS - SACIS
CRITICA
"Un lungo corto di Kaurismaki più un corto lungo di Wenders. La formula di lancio è efficace. Sono entrambi film di viaggio in auto on the road. Nell'originale, quello di Wenders si intitola 'Arisha, l'orso e l'anello di pietra'. (...) E' un po' la sintesi del primo e sopravvalutato Wenders, quello di 'Alice nelle città' e 'Nel corso del tempo', e dell'ultimo, fin troppo snobbato dalla critica; ma nelle cadenze leggere e decontratte di una favola per adulti, in toni allegri e in immagini sapienti. Un piccolo divertimento, delizioso e manierista." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 8 maggio 1995)
"Wim Wenders - Aki Kaurismaki: accoppiata d'autore, resa possibile dalla breve durata di Arisha, diretto dal tedesco poco prima dell'ultimo 'Lisbon Story' e di 'Tatjana', che porta la firma dell'eccentrico autore finlandese. Molto corto il primo, circa trenta minuti, di poco superiore all'ora il secondo, con un punto in comune: entrambi raccontano viaggi." ('Il Sole 24Ore', 21 maggio 1995)
"Il filmino è poetico e gentile nelle intenzioni, ma, come spesso capita a Wenders, anche se qui arpeggia in chiave giocosa tende a dire e sottintendere troppo. In meno di venti minuti l'Espace incontra e imbarca profughi e forestieri - vietnamiti curdi jugoslavi -. L'orso si è dovuto travestire così perché la sua bella lo ha lasciato, è stato derubato del portafoglio, non ha trovato altro lavoro che quello di infilarsi il suo costume e distribuire volantini pubblicitari; la scrittrice riesce a scrivere (su uno Sharp - altro sponsor?) solo in viaggio; Babbo Natale, che non ne può più del Natale, filma ostinatamente ('Perché vedo meglio', a domanda risponde); la bambina è saputella, e tutti cantano in coro 'The weeping song'. Sembrerebbe leggerezza, ma forse è solo fragilità." (Irene Bignardi, 'la Repubblica', 13 maggio 1995)