Nell'entroterra brasiliano non piove da mesi e le previsioni non promettono nulla di buono: ovunque l'aridità produce morte. Jonas, che presenta le previsioni metereologiche alla televisione di San Paolo, la capitale brasiliana, un giorno riceve la notizia che suo padre è stato assassinato a Valle Rocha, la piccola città dello stato di Pernambuco di cui era prefetto. Questa terribile notizia lo sconvolge e, poiché sua nonna rifiuta di far seppellire suo padre, malgrado il caldo soffocante e la siccità, prima che lui gli abbia dato l'ultimo saluto, gli si presenta l'occasione di tornare sui luoghi dell'infanzia. Jonas sale a bordo di un autobus a Recife e lì conosce Soledade, una giovane regista che sta realizzando un documentario sull'acqua e su un santone che sembra in grado di compiere miracoli. Con lui partono tre amici dei tempi dell'università, Bob, Falcão e Vera, suoi compagni di sbronze, spinelli e divertimenti, in cerca di svago e, naturalmente, di guai. Il suo viaggio attraverso un Brasile in cui il sole sta tramutando tutto in morte offre a Jonas l'occasione per riflettere, fare i conti con se stesso, con quello che è e quello che poteva diventare.
SCHEDA FILM
Regia: Lírio Ferreira
Attori: Giulia Gam - Soledad, Mariana Lima - Verinha, Selton Mello - Bob, Guilherme Weber - Jonas, Paulo César Peréio, Suyane Moreira, Renata Sorrah
Soggetto: Hilton Lacerda
Sceneggiatura: Sergio Oliveira, Lírio Ferreira, Eduardo Nunes, Hilton Lacerda
Fotografia: Murilo Salles
Musiche: Kassin & Pupilo, Bernard Ceppas
Montaggio: Vânia Debs
Scenografia: Renata Pinheiro
Costumi: Juliana Prysthon
Durata: 100
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM
Produzione: CINEMA BRASIL DIGITAL
NOTE
- IN CONCORSO ALLA 62MA MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2005) NELLA SEZIONE "ORIZZONTI".
CRITICA
"Un enorme, afosissimo sole trasmuta la vita in morte, accoglie pensieri e preoccupazioni, genererà mutazioni di aspettative e di esistenze, produrrà vendette ed esemplari dissonanze. Ancora un road-movie, dal Brasile infuocato - arido appunto - per un film che si presta invece ad una lettura vitalistica e colorata, quella che Lírio Ferreira fa oscillare tra le paure di una patria in via di dolorosa modernizzazione ed i rimpianti, all'opposto, orgogliosamente legati alla propria storia, indigena, meticcia o moderna che sia. La giovane documentarista, investita dalla new-age idrica del santone barbuto, rimarrà irretita, nel bene, dalle sue parole. Giudizio e castigo sommario troveranno i loro sbocchi illegali sotto il sole del Pernambuco, il quale, se nel frattempo si ostinerà a non eclissarsi per far spazio alla pioggia, almeno illuminerà quale saggezza antica e qualche nuovo amore. La fine del mondo, comunque, è ancora lontana." (Luca Pellegrini, cinematografo.it, 7 settembre 2005).