In una cella della sezione psichiatrica di un carcere César racconta allo psichiatra come è finito lì. Giovane, attraente, ricco e desiderato dalle donne, César conosce Sofia e se ne innamora. La sera stessa il giovane accetta un passaggio in macchina da una sua spasimante, Nuria, ma la vettura esce di strada, la ragazza muore e César resta sfigurato. Un giorno, Nuria torna e dice di essere Sofia: César comincia a dubitare della sua salute mentale.
TRAMA LUNGA
Nella sezione psichiatrica di una prigione, César, venticinque anni, comincia a raccontare allo psichiatra perché è finito lì. Bello e amato dalle donne, César ha appena ereditato una forte somma. Un sera Pelayo, il suo migliore amico, gli presenta Sofia. César si innamora subito di lei e la porta via a Pelayo. La stessa sera, César incontra Nuria, una ragazza che lo desidera da tempo in modo quasi ossessivo. César vorrebbe sbarazzarsi di lei ma alla fine accetta un passaggio in macchina fino a casa. Nuria però perde il controllo della macchina, esce di strada e muore mentre César resta sfigurato. I migliori chirurghi plastici non riescono a ricostruirgli il viso e, tempo dopo, quando incontra di nuovo Sofia, lei è fredda e non lo guarda nemmeno. Disperato, César si ubriaca, ma la mattina dopo Sofia torna da lui dicendogli che lo ama. In seguito anche i medici gli dicono che forse potrà tornare come prima. Ma una notte Sofia scompare e, con grande sorpresa di César, Nuria, che credeva morta, si presenta in casa sua spacciandosi per Sofia. César non riesce a convincerla polizia che Nuria è una bugiarda. La carta d'identità dimostra il contrario, ed anche Palayo lo conferma. César cade in un incubo, dal quale si convince di poter uscire solo eliminando i protagonisti, come se fosse un brutto sogno. Quando riappare la vera Sofia e lo minaccia con la pistola, César sente l'esasperazione al culmine, e allora si butta dal terrazzo del grattacielo in cui si trova. Mentre precipita, suona la sveglia nel buio della sua camera da letto e dice: "Apri gli occhi".
SCHEDA FILM
Regia: Alejandro Amenábar
Attori: Eduardo Noriega (II) - César, Penélope Cruz - Sofia, Chete Lera - Antonio, Fele Martínez - Pelayo, Najwa Nimri - Nuria, Gerard Barray - Uomo della TV, Miguel Palenzuela - Commissario, Pedro Miguel Martínez - Jefe, il medico, Ion Gabella - Recluso paranoico, Joserra Cadiñanos - Guardia, Pepe Navarro - Presentatore della TV, Tristán Ulloa - Cameriere, Alejandro Amenábar - Ragazza nel bagno (non accreditato
Soggetto: Alejandro Amenábar, Mateo Gil
Sceneggiatura: Alejandro Amenábar, Mateo Gil
Fotografia: Hans Burman
Musiche: Alejandro Amenábar, Mariano Marín
Montaggio: María Elena Sáinz de Rozas
Scenografia: Wolfgang Burmann
Arredamento: Carola Angulo
Costumi: Concha Solera
Effetti: Reyes Abades, Colin Arthur, Alberto Esteban, Molinaro S.A.
Aiuto regia: Mateo Gil
Altri titoli:
El contrato
Open Your Eyes
Ouvre les yeux
Permanent Midnight
Durata: 117
Colore: C
Genere: THRILLER
Specifiche tecniche: 35 MM
Produzione: JOSE' LUIS CUERDA PER SOGETEL, LAS PRODUCIONES DEL ESCORPION, LES FILMS ALAIN SARDE E LUCKY RED CON LA PARTECIPAZIONE DI CANAL + SPAGNA.
Distribuzione: LUCKY RED (1998) - LUCKY RED HOME VIDEO, MGB HOME VIDEO.
NOTE
- NEL 2001 HOLLYWOOD NE HA FATTO UN REMAKE CON TOM CRUISE E PENELOPE CRUZ: "VANILLA SKY". E' IL FILM IN CUI I DUE ATTORI HANNO COMINCIATO ANCHE LA LORO STORIA SENTIMENTALE.
CRITICA
"Il regista spagnolo Alejandro Amenábar, autore anche del testo, si limita a speculare sul fatto che tutto è un sogno per mettere insieme una serie di elementi narrativi quasi sempre in contrasto fra loro e privi di quella logica che dovrebbero avere se facessero, invece parte della realtà. Il risultato vorrebbe essere quello cui in genere tendono i thriller hollywoodiani: molta suspense, molti interrogativi senza risposta, molti drammi psicologici che più la vicenda si svolge e più travolgono il protagonista. (...) Troppi fatti confusi, troppo disordine narrativo, troppe commistioni fra un reale che non c'è e un immaginato che non giustifica mai il suo evolversi. Due soli elementi positivi: le immagini, curate fino al preziosismo, e le musiche, dello stesso Amenàbar, che sembrano uscire dall'inconscio. Al protagonista, Eduardo Noriega, va almeno riconosciuto il coraggio con cui deambula per i due terzi del film truccato come un mascherone". (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 30 agosto 1998)