A prima vista Henrik, Nina e Stine sembrano il prototipo della famiglia perfetta e felice. Henrik insegna nuoto con passione, mentre Nina, sua moglie, fa la segretaria. Se sembrano avere un problema, quello è Stine, la loro unica figlia. Stine ha 14 anni e sta attraversando la fase più critica dell'adolescenza, in cui i genitori non sanno come rapportarsi mentre la loro bambina sembra staccarsi e allontanarsi da loro sempre di più. L'unica persona con cui Stine riesce a parlare è il terapista della scuola. Ma un giorno la ragazza, durante una seduta, accusa suo padre di averla molestata. E' la fine della serenità familiare. Lo psicologo, inorridito, avvisa le autorità e la ragazza viene allontanata dai genitori, mentre Henrik viene arrestato. Inizia per lui e sua moglie un terribile incubo fatto di interrogatori, requisitorie e processi. Ci vorrà tempo per ritrovare la pace e la serenità necessaria per perdonare...
SCHEDA FILM
Regia: Jacob Thuesen
Attori: Troels Lyby - Henrik, Sofie Gråbøl - Nina, Paw Henriksen - Pede, Louise Mieritz - Pernille, Charlotte Sieling - Miriam, Kirstine Rosenkrands Mikkelsen - Stine, Kristian Halke - Bent, Søren Malling, Charlie Mather - Nuotatore, Claus Bue, Lars Kaalund, Bodil Jørgensen - Psicologo della scuola
Soggetto: Kim Fupz Aakeson
Sceneggiatura: Kim Fupz Aakeson
Fotografia: Sebastian Blenkov
Musiche: Nikolaj Egelund
Montaggio: Per K. Kirkegaard
Scenografia: Mia Steensgaard
Costumi: Stine Gudmundsen-Holmgreen
Effetti: Alexander Marthin
Altri titoli:
At holde vejret
Durata: 103
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM, 1:1.85
Produzione: NORDISK FILM PRODUCTION A/S,
NOTE
- PRESENTATO A BERLINO 2005 NELLA SEZIONE COMPETITION.
CRITICA
"L'ennesimo dicepolo danese di Lars von Trier esordisce con una storia d'inconfessabili segreti che frantuma l'apparente normalità dei borghesi Henrik, Nina e Stine. (...) Niente d'inedito o di sconvolgente, ma almeno il film non induce al facile thrilling e resta rigoroso nelle recitazioni e nelle cadenze nonostante i cupi sottintesi dell'argomento." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 19 febbraio 2005)
"Lo scontro fra genitori e figli si replica in 'Accusato', dove un maestro di nuovo finisce in galera perché la figlia 14enne l'accusa di violenza sessuale. La presunta vittima si vede solo dopo tre quarti d'ora, sul monitor del tribunale, ma nonostante ripeta le accuse il sospettato viene assolto. Però il peggio comincia dopo, quando si profila il problema di ricomporre la famiglia. Ispirandosi al modello di Hitchcock, il regista Thuesen gioca la carta di un finale a sorpresa, che raccomanda di non divulgare: e per rimeritarlo di aver saputo coniugare serietà e stile lo accontentiamo volentieri."
(Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 19 febbraio 2005)