Il film ci richiama a pensieri scritti e circostanze degli ultimi giorni di vita di Pier Paolo Pasolini: le sue critiche e accuse sul piano politico, le sue amarezze e delusioni, per arrivare alla tragica fine (la morte ad Ostia), qui vittima sacrificale di un premeditato rito collettivo ad opera di alcuni giovani.
SCHEDA FILM
Regia: Pasquale Misuraca
Attori: Domenico Pesce, Tomaso Ricordy, Stefano Valoppi, Eliana Cifa, Ignazio Fenu, Massimo Checconi, Maruska Budakowa, Danilo Piovanelli, Alberto Pacanelli, Massimo Melluso
Soggetto: Pasquale Misuraca
Sceneggiatura: Pasquale Misuraca
Fotografia: Bruno Di Virgilio, Paolo Carnera
Musiche: Vittorio Gelmetti
Montaggio: Roberto Perpignani
Scenografia: Alexandra Zampa
Costumi: Alexandra Zampa
Durata: 82
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Produzione: LIBRA
Distribuzione: ISTITUTO LUCE - I.N.C. (1987)
CRITICA
"Documentario poetico e paradossale sugli ultimi mesi di vita di Pasolini, 'Angelus Novus' è un film-saggio felicemente anomalo nel panorama del nostro cinema (e della nostra critica), così come anomalo è il suo autore, Pasquale Misuraca, studioso e saggista qui alla sua prima esperienza cinematografica. Alla 'Semaine de la critique' di Cannes, dove fu presentato, l'intransigente rigore del suo linguaggio suscitò reazioni opposte: pochissimi attori e non certo nel senso tradizionale della parola, niente ricostruzioni (la Roma è quella di oggi, non del '75, quasi a significare che Pasolini è vivo o almeno che il mondo in cui viviamo è quello che aveva previsto), niente citazioni. (...) L'ambizione di 'Angelus Novus', e non è cosa da poco, è quella di essere un film tutto in soggettiva, la coraggiosa rievocazione dall'interno di un itinerario poetico ed esistenziale. Peccato solo che la misura unica del lungometraggio si riveli una volta di più un letto di Procuste, sul quale Misuraca è costretto a stendere e dilatare il suo progetto. Il montaggio, eroico, è dell'ottimo Roberto Perpignani. Il bel commento musicale è di Vittorio Gelmetti." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 9 Settembre 1987)