Angela

ITALIA 1954
Steve, giovane americano, stabilito in Italia, dove si occupa con successo della compravendita di automobili, conosce Angela, segretaria di un ricco commendatore, e tra i due s'inizia una relazione amorosa. Una sera Steve si reca da Angela, che l'ha chiamato d'urgenza, e si trova di fronte al corpo esanime del commendatore, morto, a quanto assicura Angela, per collasso cardiaco. Per non essere coinvolta nella pubblicità, che il caso desterà senza dubbio, Angela induce Steve ad occultare il cadavere. Steve nasconde il cadavere nell'automobile; ma in seguito ad una serie di contrattempi la situazione si complica e Steve, che ha avuto le prove delle relazioni esistenti tra Angela e il commendatore, è sul punto di abbandonare la donna al suo destino, quando entra in scena Nino, il marito di Angela, appena uscito di prigione. Nino tenta di ricattare Steve: questi l'uccide, ma esce malconcio dalla lotta. Guarito in seguito alle cure di Angela, Steve è braccato dalla polizia, che lo ritiene responsabile dell'assassino del commendatore. Dopo la confessione ella tenta d'ucciderlo, ma riesce soltanto a ferirlo in malo modo. Angela viene arrestata, processata e condannata.
SCHEDA FILM

Regia: Edoardo Anton, Dennis O'Keefe

Attori: Arnoldo Foà - Commissario Ambrosi, Mara Lane - Angela, Dennis O'Keefe - Steven Catlett, Galeazzo Benti, Nino Crisman, John Fostini, Francesco Tensi, Aldo Pini, Gorella Gori, Enzo Fiermonte - Collina, Maria Teresa Paliani, Rossano Brazzi - Nino

Soggetto: Steve Carruthers

Sceneggiatura: Edoardo Anton, Jonathan Rix

Fotografia: Leonida Barboni

Musiche: Mario Nascimbene

Scenografia: Alfredo Montori

Costumi: Emilio Schuberth

Durata: 100

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Produzione: TELECINEMA - STEVEN PALLOS PER PATRIA PICTURES CORPORATION

Distribuzione: ENIC

NOTE
- DIRETTORE DI PRODUZIONE: ALESSANDRO TASCA.
CRITICA
."Costruito con qualche accenno di novità nello stile e nella sceneggiatura, sullo schema dei racconti "gialli", questo film risulta abbastanza convincente e interessante in tutta la sua prima parte, mentre cala di tono e perde in chiarezza man mano che si avvicina alla conclusione (...). Offre comunque qualche buon momento di tensione, è dialogato con cura ed è interpretato in maniera non priva di efficacia". (A. Albertazzi, "Intermezzo", 22/23, 15/12/1950).