Lenka vive insieme al fratellino Miscia, un bambino cieco di cinque anni, in un paese di provincia in Iugoslavia. La madre ortodossa è morta; il padre, un maestro elementare ebreo, è stato arrestato al momento dell'occupazione tedesca, internato in un campo di concentramento e dato ufficialmente per morto. Ma Ratko Vitas, il padre di Lenka in realtà non è morto, e, ritornato improvvisamente a casa, è costretto a nascondersi. Ivan, un giovane studente del quale Lenka è innamorata e che vive con i partigiani nel bosco, venuto per consegnare a Vitas documenti falsi, viene individuato da alcuni soldati tedeschi e Ratko, per salvargli la vita, esce all'aperto attirando su di sé l'attenzione dei nemici che lo accerchiano e lo uccidono a colpi di mitra. Mentre Ivan ferito si nasconde nella soffitta, giungono le SS per condurre i due fratelli in un lager: Lenka raccoglie mestamente i pochi effetti personali e si consegna docilmente ai nazisti. Nel treno che li conduce verso il lager, Lenka descrive a Miscia un invisibile paesaggio e lo culla nell'illusione di un tranquillo futuro in città.
SCHEDA FILM
Regia: Nelo Risi
Attori: Geraldine Chaplin - Lenka, Nino Castelnuovo - Ivan, Federico - Miscia, Aca Gavric - Padre Ratko Vitas, Stefania Careddu - Eva, Milan Panic, Slavko Simic - Medico, Mirko Milisavljievic, Giovanni Ivan Scratuglia
Soggetto: Edith Bruck
Sceneggiatura: Cesare Zavattini, Fabio Carpi, Edith Bruck, Nelo Risi, Jerzy Stawinski
Fotografia: Tonino Delli Colli
Musiche: Ivan Vandor
Montaggio: Giacinto Solito
Scenografia: Franco Fontana, Branko Catovic, Dragoljub Ivcov
Altri titoli:
Ici cemo v grad
Durata: 102
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA
Tratto da: Romanzo "Andremo in città" di Edith Bruck e Lerici
Produzione: FRANCO CANCELLIERI PER LA A.I.C.A. CINEMATOGRAFICA (ROMA), AVALA FILM (BELGRADO), ROMOR FILM (ROMA)
Distribuzione: TROSE TRADING FILM/INDIPENDENTI REGIONALI - MONDADORI VIDEO (IL GRANDE CINEMA)
NOTE
ADATTAMENTO DI EDITH BRUCK, FABIO CARPI E VASCO PRATOLINI.
PRESENTATO AL XIV FESTIVAL DI SAN SEBASTIAN (1966).
CRITICA
"Il problema di riproporre oggi (...) i temi della guerra e della resistenza è risolto (...) col tentativo di ingentilire in toni di favola una vicenda crudele e disperata di deportazione e di morte. Soluzione già discutibile (...) anche se la realizzazione è complessivamente dignitosa (...). Interessante ma acerba l'esordiente Geraldine Chaplin".(G. Corbucci, "Cinema Nuovo", 185, febbraio 1967).