Marianna ha ereditato dallo zio Antonio vaste possessioni: un giorno, mentre se ne ritorna alla masseria, incontra alcuni banditi, capeggiati da Bentine Fera, che vorrebbero ricattarla. La salva l'intervento di un altro bandito, Simone Sole, un ex servo dello zio Antonio e compagno d'infanzia di Marianna. A casa Marianna trova il cugino Sebastiano, rientrato dal continente col proposito di sposare la ricca cugina, per riassestare il suo patrimonio dilapidato. Ma Marianna nutre per Simone Sole un affetto, che il recente episodio è venuto a riaccendere: essa s'oppone quindi ai progetti di Sebastiano, appoggiati da padre di lei. Qualche tempo dopo Marianna, recatasi al santuario di Onnu, rivede Simone, il quale a stento può sfuggire alla polizia, avvertita da Sebastiano. Nella notte Simone si reca da Marianna e le promette di costituirsi, per espiare le sue colpe e poterla poi sposare. Ma Sebastiano, per rovinare il rivale, uccide una vecchia serva e fa in modo che i sospetti si concentrino su Simone, che viene accusato d'omicidio. Bentine Fera coi suoi riesce a liberare Simone, che si rifugia sulla montagna con Marianna. I due amanti cercano di raggiungere la costa per espatriare; ma Sebastiano, conosciuto il loro proposito, uccide Simone a tradimento e ferisce gravemente Marianna, che, imbracciato il fucile, l'uccide, poi cade morta sul corpo dell'amante.
SCHEDA FILM
Regia: Aldo Vergano
Attori: Marina Berti - Marianna Sirca, Massimo Serato - Simone Sole, Guido Celano - Fera, Arnoldo Foà - Sebastiano, Marcella Rovena - Fudera, Mario Corte - Papà Berto, Mario Terribile - Padre Perlo
Sceneggiatura: Carlo Musso, Giorgio Pastina, Alberto Vecchietti, Giuseppe Mangione
Fotografia: Carlo Bellero, Bitto Albertini
Musiche: Franco Casavola
Montaggio: Elena Zanoli
Scenografia: Alberto Boccianti
Costumi: Maria De Matteis
Durata: 98
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO
Tratto da: libera riduzione dal romanzo "Marianna Sirca" di Grazia Deledda
Produzione: RAFFAELE COLAMONICI E UMBERTO MONTESI PER C. M. FILM
Distribuzione: REGIONALE
CRITICA
"Con la sobrietà nella descrizione ambientale e paesistica contrasta quindi una ricerca di effetti patetico-truculenti, culminanti in quel finale ad ecatombe, il quale fa rimpiangere la quieta malinconia che adombrava la chiusa del romanzo." (G.C. Castello, "Cinema", 105, 11/07/1953)