Belle si trasferisce con la famiglia al numero 112 di Ocean Avenue, nella cittadina costiera di Amityville con la madre, la sorellina Juliet e il fratello James, in coma e con un costante bisogno di cure mediche. Quando la liceale comincia a essere evitata e presa in giro dai compagni di scuola, un amico le rivela che il motivo sta proprio in quella vecchia casa coloniale in cui si è appena trasferita, che anni prima è stata teatro di un tremendo omicidio, a opera di un ragazzo guidato da sinistre voci nella testa. Per questo la gente del luogo pensa che la casa sia infestata da spiriti e orrende creature demoniache che plagiano le menti degli inquilini, spingendoli alla follia. Tormentata da spaventosi incubi notturni e vivide allucinazioni, di fronte anche alla guarigione miracolosa di suo fratello, Belle si rende conto che i racconti morbosi degli abitanti di Amityville nascondono un fondo di verità. Ogni casa ha una storia, ma questa ha una leggenda.
SCHEDA FILM
Regia: Franck Khalfoun
Attori: Bella Thorne - Belle, Jennifer Jason Leigh - Joan, Cameron Monaghan - James, McKenna Grace - Juliet, Jennifer Morrison - Candice, Thomas Mann (II) - Terrence, Kurtwood Smith - Dott. Milton, Taylor Spreitler - Marissa, Hunter Goligoski - Justin
Sceneggiatura: Franck Khalfoun
Fotografia: Steven B. Poster
Musiche: Robin Coudert
Montaggio: Patrick McMahon
Scenografia: David Lazan
Arredamento: Regina O'Brien
Costumi: Mairi Chisholm
Effetti: Engine Room, Scarecrow VFX, MFX
Altri titoli:
Amityville: The Reawakening
Durata: 85
Colore: C
Genere: HORROR
Specifiche tecniche: CANON C500
Produzione: JASON BLUM, DANIEL FARRANDS, CASEY LA SCALA PER BLUMHOUSE PRODUCTIONS, DIMENSION FILMS, MIRAMAX, PANIC VENTURES
Distribuzione: NOTORIOUS PICTURES
Data uscita: 2017-08-23
TRAILER
CRITICA
"(...) horror sagace, corto e piuttosto fastidioso (è un complimento) gioca a carte scoperte con lo spettatore attraverso la citazione del primo 'Amityville Horror' (1979) di Stuart Rosenberg, di cui si vedranno alcune immagini attraverso una visione collettiva in dvd alle 3.15 del mattino (c'è un perché). Il gioco funziona anche grazie a una grande Jennifer Jason Leigh (la mamma) sempre apparentemente 'strafatta'. Quando il cinefilo irrompe nel film, se ne cominciano a vedere di tutti i colori (...). Raramente si vede un popcorn movie così duro sul tema dell'eutanasia (la sorella all'inizio del film vuole uccidere il comatoso). Altra chicca per 'horrorofili': si prende in giro il remake 'Amityville Horror' del 2015 con eccessiva perfidia. Non era male. Ma questo reboot della saga è addirittura meglio." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 24 agosto 2017)
"Piacerà ai fan dell'horror che da qualche anno riconoscono e apprezzano il marchio «Blumhouse», una ditta americana che sta diventando pregiata nel panorama del cinema di spavento quanto fu l'inglese Hammer negli anni 50 e 60. La «Blumhouse» per intenderci è quella della serie 'II giorno del giudizio', ciclo di grande successo che rappresenta molto bene la filosofia della casa. Budget limitati, niente stelle nel cast (Jennifer Jason Leigh che fa la madre è riconoscibile solo per il pubblico tv) e idee belle e nuove. In verità non è che l'idea centrale sia nuovissima (il cinema la rimena da quasi 40 an ni). Ma sono stimolamenti le ideuzze che il copione di Franck Khalfoun dissemina prima di avviare la mattanza. Come la polemica al sistema sanitario americano (ai comatosi ci deve pensare la famiglia, inutile rivolgersi allo stato o alle assicurazioni). Come la crisi che fa accettare il luogo i prezzi stracciati (i proprietari del 1978 erano della borghesia medio alta che per installarsi nel postaccio spendeva una cifra). Come la polemica sull'eutanasia (la figlia vuol staccare la spina, la madre inorridisce all'idea). A vedere quel che succede è chiaro che il regista è dalla parte della dolce morte. E difatti per persuadere il pubblico ci dà dentro nell'ultima mezz'ora con una mano pesante come nessuno dei precedenti cantori di Amityville. Pesante, ma efficiente. Il mostro di questo capitolo 12 fa veramente paura. Impossibile che la «Blumhouse» non pensi a una parte 13." (Giorgio Carbone, 'Libero', 24 agosto 2017)
"(...) convincente Bella Thorne (...). Niente di nuovo sotto il sole, ma qualche brivido, nella prima metà, lo si prova, salvo poi sprofondare nel consueto repertorio di banalità." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 24 agosto 2017)