Si tratta dello spettacolo teatrale diretto nel 2000 da Maurizio Scaparro per il Teatro Eliseo di Roma qui trasformato in un lungometraggio in digitale per la volontà del regista di sperimentare nuove vie per comunicare i propri sogni. E' stato mantenuto lo stesso cast, le riprese sono state effettuate al Teatro Valle di Roma ma il nuovo mezzo ha richiesto altri ritmi e ha permesso una nuova spazialità, per cui è stato possibile avere delle finestre che si aprono sulla Praga di Kafka. La storia, narrata da Kafka in 'Amerika' è quella di
Karl Rossmann, un giovane ebreo europeo che, per sfuggire a uno scandalo provocato dal suo coinvolgimento affettivo con una domestica, viene inviato in America come un pacco postale. Lo zio Jacob, un autentico 'zio d'America' gli troverà un lavoro sicuro attraverso il quale raggiungerà il benessere. Ma per la realizzazione di questo sogno, che sembra sempre a portata di mano, Karl dovrà affrontare una vita errante e tragicomica.
SCHEDA FILM
Regia: Maurizio Scaparro
Attori: Max Malatesta - Karl Rossmann, Enzo Turrin - Vari Ruoli, Giovanna di Rauso - Vari Ruoli, Mario Monopoli - Delamarche, Vittorio Attene - Robinson, Francesco Bottai - Giacomo l'italiano
Soggetto: Franz Kafka - romanzo
Sceneggiatura: Masolino d'Amico, Fausto Malcovati, Maurizio Scaparro
Fotografia: Ennio Guarnieri
Musiche: Giancarlo Chiaramello, Scott Joplin
Montaggio: Gabriele Costa
Scenografia: Emanuele Luzzati, Giantito Burchiellaro
Costumi: Roberto Francia
Durata: 115
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Tratto da: romanzo omonimo, rimasto incompiuto, di Franz Kafka
Produzione: VINCENZO DE LEO PER THEATRE DES ITALIENS E ISTITUTO LUCE
Distribuzione: ISTITUTO LUCE
Data uscita: 2004-04-23
NOTE
- IL PROGETTO 'TEATRO E' CINEMA' - ANNUNCIATO DURANTE LA 52MA EDIZIONE DELLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA - NASCE DALLA COLLABORAZIONE TRA L'ISTITUTO LUCE E L'ENTE TEATRALE ITALIANO E VEDE MAURIZIO SCAPARRO IMPEGNATO NELLA RIPRESA IN DIGITALE DI TRE OPERE TRATTE DAI SUOI ULTIMI SPETTACOLI. OLTRE AD "AMERIKA" SONO PREVISTI "I MEMOIRES DI CARLO GOLDONI" CON MARIO SCACCIA E "A CHI RACCONTO LA MIA STORIA" CON MASSIMO RANIERI, SCENEGGIATO DA SUSO CECCHI D'AMICO.
- PRESENTATO AL FESTIVAL DI ANNECY CINEMA ITALIEN E AL FESTIVAL DI VILLERUPT.
CRITICA
"I romanzi incompiuti si prestano particolarmente a venir adattati per lo spettacolo perché lanciano l'invito a completarli. È quello che ha fatto Maurizio Scaparro portando sulla scena 'Amerika' di Franz Kafka, dove le surreali disavventure del giovane Karl Rossmann attraverso gli Stati Uniti sono rimaste interrotte per la morte dell'autore. Il nostro regista gli inventa un finale facendolo salire sulla tradotta dell'Olocausto. Dopo un fortunato giro di teatri, sempre in cerca di allargare i confini della multimedialità, Scaparro ha creato questo similfilm già disponibile in dvd e pionieristicamente proposto anche in alcuni cinema. Nella bella fotografia di Ennio Guarnieri, includendo alcune immagini praghesi dal vero, i valori della messa in scena vengono suggestivamente evidenziati in uno spettacolo che sposa nitidezza, sobrietà e suggestione. Al centro, ovviamente, la bella prova di Max Malatesta, un giovane attore ricco di vitalità che i cineasti non dovrebbero lasciarsi sfuggire." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 24 aprile 2004)
"Può un sedicenne, che dalla Praga dei primi del '900 va negli Stati Uniti per realizzare i suoi sogni, fotografare la nostra attualità meglio di internet? Può, se dietro la macchina da presa c'è Scaparro e dietro l'idea Kafka. Amerika anche se è nato quasi come una scommessa grazie all'incontro fra il Théâtre des Italiens di Maurizio Scaparro e l'Istituto Luce, è un film vero e proprio. (...) Attraverso gli incontri di Karl con lo zio arcigno, con i truffatori, con il connazionale competitivo e con l'angelo del circo, Scaparro trova un suo ritmo cinematografico e indica una strada: quella dell'amore per la cultura, contro la religione del denaro. Colpiscono anche le musiche, che vanno da Scott Joplin ai suoni yiddish. Il romanzo incompiuto di Franz Kafka è stato già portato sullo schermo dai coniugi Jean-Marie Straub e Daniele Huillet con 'Amerika, rapports de classe' (1984), ma la lettura che ne dà Maurizio Scaparro è diversa e, forse, si può riassumere in due parole: poco kafkiana. Naturalmente per scelta." (Roberta Bottari, 'Il Messaggero', 23 aprile 2004)