Burt e Verona vivono in Colorado, stanno insieme da tempo e ora aspettano un bambino. Poiché non potranno contare sull'aiuto dei genitori di Burt, che si stanno trasferendo altrove, i due ragazzi si imbarcheranno in un lungo viaggio per cercare tra i loro parenti e amici - tutti dislocati in diverse città degli Stati Uniti - quali saranno le persone che potranno essergli di sostegno e trasferirsi vicino a loro. Passeranno così attraverso Phoenix, Tucson, il Wisconsin, Montreal e Miami per incontrare ed essere ospitati da sorelle, fratelli, ex compagni di scuola e di università - chi già con figli e chi senza - prima di capire quale sia veramente per loro il posto che potranno chiamare 'casa', dove crescere tranquilli e sereni il loro bambino.
SCHEDA FILM
Regia: Sam Mendes
Attori: John Krasinski - Burt Farlander, Maya Rudolph - Verona De Tessant, Carmen Ejogo - Grace De Tessant, Catherine O'Hara - Gloria Farlander, Jeff Daniels - Jerry Farlander, Allison Janney - Lily, Jim Gaffigan - Lowell, Samantha Pryor - Ashley, Conor Carroll - Taylor, Maggie Gyllenhaal - LN, Josh Hamilton - Roderick, Bailey Harkins - Wolfie, Chris Messina - Tom Garnett, Melanie Lynskey - Munch Garnett, Colton Parsons - James, Brendan Spitz - Baby Neptune, Jaden Spitz - Baby Neptune, Katherine Vaskevich - Katya, Jerome Walter Stephens - Ibrahim, Brianna Eunmi Kim - Cammie, Paul Schneider - Courtney Farlander
Soggetto: Vendela Vida, Dave Eggers
Sceneggiatura: Dave Eggers, Vendela Vida
Fotografia: Ellen Kuras
Musiche: Alex Murdoch
Montaggio: Sarah Flack
Scenografia: Jess Gonchor
Arredamento: Lydia Marks
Costumi: John A. Dunn
Altri titoli:
Farlanders
This Must Be the Place
Durata: 98
Colore: C
Genere: DRAMMATICO ROMANTICO COMMEDIA
Specifiche tecniche: SUPER 35 STAMPATO A 35 MM (1:2.35)
Produzione: PETER SARAF, EDWARD SAXON E MARC TURTLETAUB PER BIG BEACH FILMS, EDWARD SAXON PRODUCTIONS, NEAL STREET PRODUCTIONS
Distribuzione: BIM (2010)
Data uscita: 2010-12-17
TRAILER
CRITICA
"Da 'American Beauty' a 'Revolutionary Road', il britannico Sam Mendes è andato componendo un ritratto del Big Country che è critico, ma anche amoroso: perché i suoi personaggi, nel tentare di trovare una via di uscita, rivelano una sensibilità vulnerata che ce li rende cari. (...) Ironico e sottile, tenero nella tessitura del rapporto a due, Mendes passa dal film hollywoodiano alla pellicola intimista mantenendo uno stile inconfondibile. Forse sarebbe l'ora di cominciare a considerarlo fra i grandi." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 17 dicembre 2010)
"Non provarci più Sam Mendes. Il regista del blasonato 'American Beauty', dopo alterne (s)fortune posteriori allo strombazzato Oscar, propone il viaggio low cost di 'American Life' (in originale è il completamente diverso 'Away we go'). (...) I novelli Giuseppe e Maria d'America consentono a Mendes di proporre un cinema narrativamente teatrale dai connotati espressivi trasandati. Attorno a personaggi tutti buffi, si appoggia claudicante una messa in scena caratterizzata della reiterata (almeno cinque volte) sequenza topica: balenarsi del piccolo problema di coppia (inquadratura stretta, primi piani), brano musicale malinconico che sospende, risoluzione simpatica (inquadratura larga, campo lungo sui due). Il cinema di Mendes senza un tema vibrante, senza una provocazioncina socio-politica, è tutto qui. Mai un'invenzione visiva, sempre una pesante ripetizione di snervante empatia con lo spettatore e stereotipi narrativi, psicologici, scenografici finto-indipendenti. Che barba." (Davide Turrini, 'Liberazione', 17 dicembre 2010)
"Vivono in un prefabbricato, disordine casuale da studenti, e precarietà esistenziale nonostante i trentaquattro anni. (...) Mendes condivide lo stato d'animo dei personaggi, le loro imperfezioni, questo sentirsi spaesati, alla ricerca di un posto che è molto più del luogo fisico in cui vivere e crescere il proprio figlio. E proprio da qui comunque che la ricerca comincia, dal fantasma molteplice di una paternità/maternità rimossa, che comprende la relazione coi propri genitori, e il modo di essere figli (magari anche di non esserlo più). (...)i due (i molto bravi attori Maya Rudolph e John Krasinski) capiscono che il primo posto al mondo riguarda se stessi, senza modelli o teorie «posticce» se non semplicemente vivere. Un concetto semplice, e prezioso, a cui Mendes riesce stavolta a far corrispondere la misura del suo cinema." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 17 dicembre 2010)
"In genere i registi invecchiando incupiscono e stracciano le promesse e premesse sentimentali, ma Sam Mendes va in controtendenza. Dopo la tragedia Oscar di 'American Beauty' e il dramma di 'Revolutionary Road' che ha fatto riscoprire il grande Richard Yates, tutto edito da Minimux Fax, ecco la commedia 'American Life', addirittura con lieto fine. (...) Scritto in coppia, per fortuna non autobiograficamente, da Dave Eggers e Vendela Vida, il film è diretto da Mendes con un'inedita leggerezza che non evita le buche profonde e nevrotiche nel panorama, ma la voglia di fuga, di altrove, viene vissuta e rimandata al mittente nella legittima ansia di regalare a un nascituro il migliore dei mondi possibili. La coppia resiste, questo è lo scoop, specie se non sposata e affidata ad attori in grado di restituire la normalità sentimentale quotidiana che prevede oroscopi di gioie e sconforti: John Krasinski e Maya Rudolph sono innamorati senza fare le fusa, romantici per virtù genetica, accanto à partecipazioni straordinarie per vis comica (...). La barocca, pirandelliana diatriba poi ¿ se deve essere il film che piace a noi o noi che piacciamo al film (che ci guarda e ci giudica..) ¿ la rimandiamo al mittente, nella fattispecie americano." (Maurizio, 'Corriere della Sera', 17 dicembre 2010)
"'Away We Go' recita il titolo originale, qui 'tradotto' in 'American Life', per ricordarci che il regista portò a casa Oscar con 'American Beauty': grazie per il post-it, ma non serve, Sam Mendes si fa indie, quasi pauperistico, rinfrancando il tocco autoriale, complice la tenerezza di scrittura di Dave Eggers e Vendela Vida. Insomma, piccolo è bello e lo humour aiuta, portando i dialoghi in vita, la nostra: libero da pretese intellettualoidi e ammiccamenti modaioli, Mendes continua a dare del tu alla coppia, senza fare del cinema il terzo incomodo. Occhio ai comprimari (Maggie Gyllenhaal e Jeff Daniels super) e orecchio alle musiche." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 16 dicembre 2010)
"Qualche battuta felice non basta a salvare un film barboso e inutilmente shoccato con attori semi o del tutto sconosciuti. Alla larga" (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 17 dicembre 2010)