TRAMA BREVE
Il tema di fondo è il rapporto tra la macchina da morte allestita dai nazisti e la diplomazia vaticana. O meglio lo scontro tra due uomini che combattono questi apparati dall'interno. Uno, Kurt Gerstein, personaggio realmente esistito, è un chimico, ufficiale delle SS, si occupa della fornitura del gas Zyklon B usato dai nazisti nelle camere a gas e al tempo stesso denuncia questi crimini, avvertendo gli alleati e il Papa. L'altro, personaggio di fantasia, è Riccardo, un giovane padre gesuita che simboleggia tutti i sacerdoti che hanno lottato contro il nazismo spesso anche a costo della vita. Qual è il momento in cui i doveri etici di un uomo devono prevalere sull'istinto di sopravvivenza?
TRAMA LUNGA
In Germania, alla fine degli anni Trenta, vengono messi in atto sistemi di eliminazione nei confronti delle persone disabili o comunque non in grado di rendersi autonome. Kurt Gerstein, ufficiale delle SS e chimico, ha sentore di questa situazione e ne parla con i pastori della sua chiesa protestante. Con lo scoppio e il procedere della seconda guerra mondiale, il nazismo dà il via a "corsi di insegnamento" in cui gli ufficiali espongono ai soldati il modo di lavorare nei campi di ripulitura dei materiali inutili. Da esperto, Kurt viene incaricato della fornitura ai campi del terribile gas Ziklon B e, dopo qualche incertezza, capisce che si tratta del gas destinato ai campi di sterminio degli ebrei. Andato in Polonia e verificato di persona l'orrore dei fatti, Kurt sente di non poter restare inerte. Inascoltato dal proprio pastore, va dal Nunzio vaticano ma viene respinto. Nella nunziatura si trova padre Riccardo Fontana, un giovane gesuita, che invece vuole saperne di più. Mentre Kurt viene nominato capo dei servizi sanitari, Fontana va a Roma per cercare di avere un incontro con il Papa e indurlo e denunciare i crimini. Riesce però solo ad avvicinarlo durante un'udienza riservata. In occasione di un rastrellamento di ebrei romani, Fontana si fa arrestare e sale con gli altri sul treno per la Polonia. Al campo arriva Kurt e lo fa liberare. Ma l'ufficiale ormai è scoperto e viene arrestato. Redige una confessione per gli alleati, viene ugualmente accusato e si impicca. Intanto, finita la guerra, un ex gerarca nazista ora in borghese viene aiutato da un cardinale a raggiungere l'Argentina.
SCHEDA FILM
Regia: Constantin Costa-Gavras
Attori: Ulrich Tukur - Kurt Gerstein, Mathieu Kassovitz - Riccardo Fontana, Ulrich Mühe - Mengele, Michel Duchaussoy - Il Cardinale, Ion Caramitru - Conte Fontana, Marcel Iures - Il Papa, Friedrich von Thun - Il Padre Gerstein, Antje Schmidt - Signora Gerstein, Hanns Zischler - Grawitz, Sebastian Koch - Hoss, Monika Bleibtreu - Signora Hinze, Justus von Dohnányi - Barone Von Otter, Günther Maria Halmer - Pastore Dibelius, August Zirner - Von Weizsacker, Ovidiu Cuncea - Stephan Lux, Markus Hering - Karl, Susanne Lothar - Alexandra Baltz, Radu Banzaru - Armin Peters, Constantin Alexandrov - Nonce, Heinz Gerhard Lueck, Michael Mendl - Monsignore Hudal, Richard Durden - Ambasciatore Taylor, Pierre Franckh - Il Pastore Wehr, Bernd Fischerauer - Il Cardinale Von Gallen, Angus MacInnes - Tittman, Burkhard Heyl - Il Direttore, Erich Hallhuber - Von Rutta, Theodor Danetti - Il vecchio Cardinale, Niels Hansen - Il Pastore Rebling, Matthias Koeberlin, Horatiu Malaele - Fritsche, Alexander Geringas - Helmut Franz, Marina Berti - La Principessa
Soggetto: Jean-Claude Grumberg
Sceneggiatura: Jean-Claude Grumberg, Constantin Costa-Gavras
Fotografia: Patrick Blossier
Musiche: Armand Amar
Montaggio: Yannick Kergoat
Scenografia: Ari Hantke, Maria Miu
Costumi: Edith Vesperini
Effetti: François Vagnon
Altri titoli:
Le vicaire
Der stellvertreter
Amen
Eyewitness
Durata: 130
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35MM (1:85)
Tratto da: Testo teatrale "Der Stellvertreter" di Rolf Hochhuth
Produzione: KATHARINA/ RENN PRODUCTIONS;TF1 FILM PRODUCTION; KC MEDIEN; CANAL+, MEDIAPRO PICTURES; CANAL+
Distribuzione: MIKADO
Data uscita: 2002-04-19
NOTE
- PRESENTATO AL FESTIVAL DI BERLINO 2002.
- RIPRESE EFFETTUATE IN ROMANIA (MEDIAPRO, ADRIAN SARBU) E IN ITALIA.
CRITICA
"Malgrado la portata dell'argomento, il film non riesce mai a suscitare emozione. Per oltre due ore, il regista si accontenta di allineare le scene una in fila all'altra, punteggiate da inesorabili treni in corsa, come in uno sceneggiato televisivo. Se la volontà di non suonare le facili corde dell'indignazione e del sentimento è lodevole, la sobrietà eccessiva della rappresentazione finisce per raffreddare un argomento incandescente". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 22 aprile 2002)
"Tipico prodotto di un lanciatore di messaggi, il greco-internazionale Costa-Gavras perde via via di capacità retorica e si riduce a un noiosissimo standard di tipo televisivo. (...) La parte romana mette perfino nostalgia delle ricostruzioni alla Lizzani; e sempre, su tutto il film, pesa il dubbio dell'occasione pretestuosa, della non persuasione del regista. Non c'è spirito cristiano a reggerlo, ma neanche laica convinzione (...). Costa-Gavras continuerà a cercare occasioni di racconto dello stesso stampo, in modi sempre più scialbi, perché batte un genere e perché delle ragioni che sorreggono i messaggi anche più reboanti, sembra chiaro che non gliene importa più niente". (Goffredo Fofi, 'Panorama', 2 maggio 2002)