Dopo un primo casuale incontro in un aeroporto, un ingegnere italiano, Valerio, e una bella signora americana, Giulia, si ritrovano e trascorrono insieme alcuni giorni in una villa di Cortina d'Ampezzo. Valerio ignora che la donna sta per essere condotta alla tomba da un male incurabile. La rivelazione, improvvisa, gli giunge da un'amica di Giulia, venuta a prenderla per indurla a farsi operare. Quando scopre che Valerio conosce il suo terribile destino, Giulia, che non vuole pietà, si fa tentare dall'idea del suicidio. L'uomo, però, riesce a dissuaderla: la loro unione continuerà fino alla morte, del resto non proprio sicura.
SCHEDA FILM
Regia: Vittorio De Sica
Attori: Faye Dunaway - Giulia, Marcello Mastroianni - Valerio, Caroline Mortimer - Maggie, Karin Engh - Griselda, Mirella Pamphili - Invitata Alla Festa, Enrico Simonetti - Organizzatore Giochi Salotto, Esmeralda Ruspoli - Moglie Avvocato
Soggetto: Brunello Rondi
Sceneggiatura: Ennio De Concini, Vittorio De Sica, Tonino Guerra, Cesare Zavattini, Brunello Rondi
Fotografia: Pasqualino De Santis
Musiche: Manuel De Sica, Lee Konitz
Montaggio: Adriana Novelli
Scenografia: Piero Poletto
Costumi: Enrico Sabbatini
Altri titoli:
A Place for Lovers
Le temps des amants
Durata: 86
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: TECHNICOLOR
Tratto da: Racconto di Brunello Rondi
Produzione: CARLO PONTI, CARLO PONTI PER CHAMPION (ROMA) - LES FILMS CONCORDIA (PARIS)
Distribuzione: INTERFILM - GENERAL VIDEO, SAN PAOLO AUDIOVISIVI
NOTE
- I COSTUMI DI FAYE DUNAWAY SONO DI THEODORA VON RUNKEL.
- LA CANZONE DEL FILM "A PLACE FOR LOVERS" E' SCRITTA DA MANUEL DE SICA E NORMAN GIMBEL ED INTERPRETATA DA ELLA FITZGERALD.
- REVISIONE MINISTERO GIUGNO 1997.
CRITICA
"Un trust di cervelli cui non corrisponde un risultato proporzionale, perché (..) è un prodotto del tutto ovvio e assai povero di motivi (..). Forse gli autori (..) hanno voluto rilanciare il romanticismo in quest'epoca di contestazioni erotico-ginecologiche (..). Così come la vicenda è cominciata, ossia casualmente, il film termina senza terminare. Allo spettatore immaginare le diverse possibili soluzioni (..). Salvo un paio di momenti, tutto resta nel risaputo e nell'ineesorabilmente sorpassato (..)" (Ermanno Comuzio, 'Cineforum', n. 85 maggio 1969)