Commedia degli equivoci ambientata in una tranquilla villetta borghese. Un marito fedifrago si vede costretto dalla propria amante a dare una svolta definitiva al loro rapporto. La porterà quindi in un appartamento vicino alla sua abitazione e cercherà di sviare i sospetti della moglie facendo passare la donna come nuova vicina e compagna del suo migliore amico. Il tentativo dell'uomo di non far emergere la verità verrà più volte meno, ma ogni volta riuscirà a trovare una scappatoia. Tuttavia, quando la moglie chiederà al marito di invitare la coppia a cena le cose si metteranno al peggio per tutti i presenti...
SCHEDA FILM
Regia: Claudio Insegno
Attori: Pino Insegno - Filippo, Claudio Insegno - Giorgio, Marta Altinier - Magda, Biagio Izzo - Brassetti, Justine Mattera - Giuly, Sabrina Pellegrino - Greta, Marco Messeri - Giorgino, Maurizio Casagrande - Alberto, Sandra Milo
Soggetto: Pino Insegno, Claudio Insegno
Sceneggiatura: Claudio Insegno, Pino Insegno
Fotografia: Ugo Menegatti
Musiche: Jacopo Fiastri
Montaggio: Gianfranco Amicucci
Scenografia: Alessandro Rosa
Costumi: Graziella Pera
Suono: Massimo Casseriani
Altri titoli:
Un marito per due
Durata: 100
Colore: C
Genere: FARSESCO COMMEDIA
Specifiche tecniche: 35 MM
Tratto da: commedia "Un marito per due" di Claudio Insegno
Produzione: DUE P.T. CINEMATOGRAFICA
Distribuzione: MEDIAPLEX ITALIA
Data uscita: 2010-02-26
TRAILER
CRITICA
"La pochade è parigina: già a Lione l'inventiva adulterina cala. Figurarsi fuori Roma, specie se si sceglie il tono da avanspettacolo, quello che soffoca la storiella di corna di Claudio e Pino Insegno e che dal teatro è passata al cinema col titolo 'Alta infedeltà'. Per finanziarsi con ogni possibile pubblicità, i due Insegno spostano un divano - conteso fra moglie e amante - di qua e di là, aprono il frigorifero solo per inquadrare un'etichetta d'acqua minerale e soprattutto si agitano, straparlano, fanno smorfie. Ma non fanno ridere." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 26 febbraio 2010)
"Guarda chi si rivede! Il teatro boulevardier, che da un secolo è dato per morto e invece continua a sopravvivere. Anche se i vizietti privati che detto teatro metteva alla berlina - affinché il pubblico borghese destinatario dello spettacolo potesse ridere di se stesso esorcizzandoli - non sono più considerati vizietti, né tantomeno rimangono segreti. Oggi nessuno si scandalizza più di nulla; e figuriamoci se, come nel caso di 'Alta infedeltà', è solo questione di corna. Così, cancellato ogni eventuale aspetto di satira sociale, nella pochade che i fratelli Insegno hanno tradotto dal palcoscenico allo schermo, a restare in piedi è il semplice meccanismo del gioco degli equivoci nella cornice televisiva di un paio di villette residenziali del Viterbese. Gli attori comunque hanno i tempi giusti e Maurizio Casagrande fa un gran bel numero." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 26 febbraio 2010)