Alta infedeltà

2/5
Farsa e comicità di grana grossa, senza dimenticare l'imprinting teatrale. Si ridacchia

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ITALIA 2010
Commedia degli equivoci ambientata in una tranquilla villetta borghese. Un marito fedifrago si vede costretto dalla propria amante a dare una svolta definitiva al loro rapporto. La porterà quindi in un appartamento vicino alla sua abitazione e cercherà di sviare i sospetti della moglie facendo passare la donna come nuova vicina e compagna del suo migliore amico. Il tentativo dell'uomo di non far emergere la verità verrà più volte meno, ma ogni volta riuscirà a trovare una scappatoia. Tuttavia, quando la moglie chiederà al marito di invitare la coppia a cena le cose si metteranno al peggio per tutti i presenti...
SCHEDA FILM

Regia: Claudio Insegno

Attori: Pino Insegno - Filippo, Claudio Insegno - Giorgio, Marta Altinier - Magda, Biagio Izzo - Brassetti, Justine Mattera - Giuly, Sabrina Pellegrino - Greta, Marco Messeri - Giorgino, Maurizio Casagrande - Alberto, Sandra Milo

Soggetto: Pino Insegno, Claudio Insegno

Sceneggiatura: Claudio Insegno, Pino Insegno

Fotografia: Ugo Menegatti

Musiche: Jacopo Fiastri

Montaggio: Gianfranco Amicucci

Scenografia: Alessandro Rosa

Costumi: Graziella Pera

Suono: Massimo Casseriani

Altri titoli:

Un marito per due

Durata: 100

Colore: C

Genere: FARSESCO COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35 MM

Tratto da: commedia "Un marito per due" di Claudio Insegno

Produzione: DUE P.T. CINEMATOGRAFICA

Distribuzione: MEDIAPLEX ITALIA

Data uscita: 2010-02-26

TRAILER
CRITICA
"La pochade è parigina: già a Lione l'inventiva adulterina cala. Figurarsi fuori Roma, specie se si sceglie il tono da avanspettacolo, quello che soffoca la storiella di corna di Claudio e Pino Insegno e che dal teatro è passata al cinema col titolo 'Alta infedeltà'. Per finanziarsi con ogni possibile pubblicità, i due Insegno spostano un divano - conteso fra moglie e amante - di qua e di là, aprono il frigorifero solo per inquadrare un'etichetta d'acqua minerale e soprattutto si agitano, straparlano, fanno smorfie. Ma non fanno ridere." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 26 febbraio 2010)

"Guarda chi si rivede! Il teatro boulevardier, che da un secolo è dato per morto e invece continua a sopravvivere. Anche se i vizietti privati che detto teatro metteva alla berlina - affinché il pubblico borghese destinatario dello spettacolo potesse ridere di se stesso esorcizzandoli - non sono più considerati vizietti, né tantomeno rimangono segreti. Oggi nessuno si scandalizza più di nulla; e figuriamoci se, come nel caso di 'Alta infedeltà', è solo questione di corna. Così, cancellato ogni eventuale aspetto di satira sociale, nella pochade che i fratelli Insegno hanno tradotto dal palcoscenico allo schermo, a restare in piedi è il semplice meccanismo del gioco degli equivoci nella cornice televisiva di un paio di villette residenziali del Viterbese. Gli attori comunque hanno i tempi giusti e Maurizio Casagrande fa un gran bel numero." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 26 febbraio 2010)