In un paese della Sicilia, un gruppo di patrioti sta preparando l'insurrezione che dovrà scoppiare al momento opportuno, per appoggiare la marcia delle truppe garibaldine. Sta a capo della congiura un nobile barone, aiutato dal suo giovane fattore, Federico, segretamente innamorato d'Angelica, la figlia del padrone. Alla notizia dello sbarco, il barone parte coi picciotti, per unirsi ai volontari di Garibaldi. Federico, recatosi alla grotta in cui sono nascoste le armi, viene sorpreso e ferito dai gendarmi borbonici. Al convento, dove va poi per farsi medicare, sente parlare del fidanzamento d'Angelica col duca di Monterosso. La notizia lo turba profondamente: pensa ch'Angelica si sia fatta gioco di lui e corre alla villa per chiederle spiegazioni, ma nel frattempo Angelica s'è recata al convento. Riconosciuto e arrestato, Federico riesce a fuggire; ma la gente che l'ha visto confabulare col commissario di polizia lo crede un traditore. Un ragazzo, fratello di Federico, viene ferito a morte dai borbonici. Egli morrà col nome di Garibaldi sulle labbra; ma convinto che suo fratello sia un traditore. La tragica fine del ragazzo commuove profondamente Federico, che corre a raggiungere i picciotti che avanzano.
SCHEDA FILM
Regia: Pino Mercanti
Attori: Alfredo Varelli - Federico, Luisella Beghi - Angelica di Villagrazia, Mario Ferrari - Commissario della Polizia Borbonica, Carlo Bressan - Il Duca, Giovanni Grasso - Il Frate, Cesare Barbetti - Peppino, Lia Orlandini, Natale Cirino, Giovanni Bajardi, Eleonora Tranchina, Emma Druetti, Gagliardo Gagliano, Pietro De Santis
Soggetto: Ovidio Imara, Santi Savarino
Sceneggiatura: Giuseppe Zucca
Fotografia: Emanuel Filiberto Lomiry, Francesco Gargano
Musiche: Gioacchino Angelo, Carlo Rustichelli
Montaggio: Mario Serandrei
Scenografia: Giuseppe Vittorio Ugo
Durata: 87
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO
Produzione: SICANIA - S.I.P.C.
Distribuzione: CEIAD
CRITICA
" (...) I due drammi, finiscono bene. " All'ombra della gloria" è un lungo, movimentato episodio, che contiene tutti gli elementi romanzeschi per teneresospesi gli animi. Vi compaiono Luisella Beghi, Alfredo Vivarelli, Mario Ferrari e in una popolaresca figura di grosso frate patriota, Giovanni Grasso. (...) ". (Anonimo, "Corriere d' Informazione", 26/4/1946).