Gitti e Chris hanno deciso di passare le vacanze in totale solitudine. Tutto sembra andare bene fino all'incontro con un'altra coppia apparentemente più solida ed equilibrata, che metterà in discussione la stabilità della loro relazione, alterandone gravemente gli equilibri.
SCHEDA FILM
Regia: Maren Ade
Attori: Birgit Minichmayr - Gitti, Lars Eidinger - Chris, Nicole Marischka - Sana, Hans-Jochen Wagner - Hans, Atef Vogel - Peter, Paula Hartmann - Rebecca, Carina Wiese - Sorella di Chris, Mira Partecke
Soggetto: Maren Ade
Sceneggiatura: Maren Ade
Fotografia: Bernhard Keller
Montaggio: Heike Parplies
Scenografia: Silke Fischer, Volko Kamensky, Jochen Dehn
Costumi: Gitti Fuchs
Altri titoli:
Tous les autres
All the Others
Everyone Else
Durata: 119
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)
Produzione: MAREN ADE, DIRK ENGELHARDT, JANINE JACKOWSKI PER KOMPLIZEN FILM, SÜDWESTRUNDFUNK (SWR), WESTDEUTSCHER RUNDFUNK (WDR), ARTE
NOTE
- AL 59. FESTIVAL DI BERLINO (2009) GRAN PREMIO DELLA GIURIA E ORSO D'ARGENTO PER LA MIGLIOR ATTRICE A BIRGIT MINICHMAYR.
CRITICA
"Proprio dalla Germania, sommesso ma tagliente come un rasoio, viene il miglior film in gara finora: 'Alle anderen', 'Tutti gli altri', seconda regia della 32enne Maren Ade. Che con un pugno di personaggi, due giovani tedeschi in vacanza in Sardegna (gli attori, formidabili, sono Birgit Minichmayr e Lars Eidinger) e un'altra coppia più ordinaria a fare da specchio deformante, fotografa con adesione intima e insieme con precisione clinica il disordine e il dolore sentimentale di questi anni. Gitti infatti è tutta istinto e vitalità. Chris, architetto di sicuro talento ma di incerto successo, combatte con sfibranti malinconie e resistenze interiori, estetiche o morali. In filigrana si sentono i maestri della crisi, in testa Antonioni e Godard. Ma 'Alle anderen' spia lo sgretolarsi di questa relazione nei corpi, negli sguardi, nei gesti dei suoi personaggi, con una penetrazione psicologica tutta tedesca. Non capita spesso di vedere due film in uno. Il primo visibile. Il secondo invisibile e tutto interiore, ma ugualmente chiarissimo. Speriamo solo che la giuria abbia occhi per tanta sottigliezza e non si lasci accecare dal richiamo dei Grandi Temi." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 10 settembre 2008)