Nel disperato tentativo di evitare la chiusura del 'John Nike Leasure Centre', Ali G (che all'interno vi gestisce un circolo alternativo), si incatena alla fermata di un autobus. Attira in questo modo l'attenzione del vicepresidente in cerca di un intellettuale del luogo cui far disputare le elezioni suppletive. Grazie al sostegno dei suoi amici, Ali G diventa deputato e braccio destro del primo ministro. Ma dietro tutto quello che sembra un incredibile sogno si nasconde, in realtà, un disegno politico ben chiaro. Il cancelliere Charlton intende, infatti, sfruttare l'inesperienza politica del giovane per far cadere il governo in carica.
SCHEDA FILM
Regia: Mark Mylod
Attori: Sacha Baron Cohen - Ali G, Michael Gambon - Primo Ministro, Charles Dance - David Carlton, Kellie Bright - Me Julie, Martin Freeman - Ricky C, Rhona Mitra - Kate Hedges, Barbara New - Nonnina, Emilio Rivera - Rico, Ray Panthaki - Hassan B, Jacqueline Castro - Mamma, Tony Way - Dave, Nabil Elouhabi - Jezzy F
Sceneggiatura: Dan Mazer, Sacha Baron Cohen
Fotografia: Ashley Rowe
Musiche: Adam F.
Montaggio: Paul Knight
Scenografia: Grenville Horner
Costumi: Annie Hardinge
Durata: 87
Colore: C
Genere: THRILLER COMMEDIA
Produzione: WORKING TITLE FILMS - UNIVERSAL PICTURES - STUDIO CANAL - WT2 - TALKBACK PRODUCTIONS
Distribuzione: UIP
Data uscita: 2003-05-23
NOTE
- IL LOOK DI ALI G E' STATO CURATO DA JASON ALPER.
- REVISIONE MINISTERO GIUGNO/LUGLIO 2002.
CRITICA
"Grazie a Canal Jimmy conoscevamo già il personaggio di Baron Cohen, autore di una trasmissione tv cult. 'Ali G' di Mark Mylod è cucito addosso ai panni sporchi di questo ragazzaccio. Discontinuo ma con qualche momento irresistibile. A patto che siate cresciuti a 'Simpson' e 'South Park'. Altrimenti è dura". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 23 maggio 2003)
"Parente logorroico, goliardico e schizzato del taciturno Mr Bean, 'Ali G' irride a tutti, se la prende non solo con i borghesi, ma anche con l'hip hop, la cultura rap, i portatori di handicap, i gay, le donne. Non si può dire che sia simpatico, usa un linguaggio inventato impossibile da tradurre e, poiché non si nega nulla, scoregge comprese andrebbe preso a piccole dosi televisive". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 24 maggio 2003)