Alfie vive a Londra e fa il garagista ma la sua principale occupazione è quella di conquistare le donne e usarle a suo piacimento. Nonostante l'abbandono della sua ex convivente, che si è sposata con un altro, quello di una delle sue amanti, che ha dato alla luce un bambino, e il ricovero in ospedale per una malattia ai polmoni, continua imperterrito sulla sua strada. In ospedale conosce Lily, la moglie del suo vicino di corsia, la conquista avviando con lei una relazione. Quando però Lily gli rivela di essere incinta, Alfie la costringe ad interrompere la gravidanza e la lascia. Tutto questo sembrerebbe non scalfirlo, tuttavia l'età avanza e l'insuccesso nei suoi nuovi tentativi di conquista, cominciano a farlo riflettere...
SCHEDA FILM
Regia: Lewis Gilbert
Attori: Michael Caine - Alfie Elkins, Shelley Winters - Ruby, Millicent Martin - Siddie, Julia Foster - Gilda, Jane Asher - Annie, Shirley Anne Field - Carla, Vivien Merchant - Lily, Eleanor Bron - Dottoressa, Alfie Bass - Harry Clamacraft, Graham Stark - Humphrey, Murray Melvin - Nat, Sydney Tafler - Frank, Denholm Elliott - Medico
Soggetto: Bill Naughton
Sceneggiatura: Bill Naughton
Fotografia: Otto Heller
Musiche: Sonny Rollins
Montaggio: Thelma Connell
Scenografia: Peter Mullins
Costumi: William P. Cartlidge
Durata: 110
Colore: C
Genere: DRAMMATICO COMMEDIA
Specifiche tecniche: 35 MM, TECHNISCOPE, TECHNICOLOR
Tratto da: Pièce teatrale e romanzo di Bill Naughton
Produzione: LEWIS GILBERT, SHELDRAKE FILMS
Distribuzione: PARAMOUNT
NOTE
- IL COSTUMISTA WILLIAM P. CARTLIDGE E' ACCREDITATO COME BILL CARTLIDGE.
- PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA A LEWIS GILBERT AL FESTIVAL DI CANNES 1966.
- NEL 2004 IL REGISTA CHARLES SHYER NE HA GIRATO UN REMAKE DALLO STESSO TITOLO.
CRITICA
"Diretto con accortezza e interpretato con molta capacità, il film manca di chiarezza nella sua impostazione tematica, e di proporzioni in quella drammatica, con il troppo spazio dedicato agli episodi enunciativi. Stucchevoli, a lungo andare, sono anche l'abbondanza di cinismo della figura centrale e il suo dialogare con gli spettatori in una formula che vorrebbe sostituire il tradizionale metodo di racconto." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 62, 1967)