Nel maggio del 1942, a Roma, città aperta, alcuni giovani, accesi tifosi romanisti, Renato, Tina, Mozzicone e Carletto, per seguire la squadra del cuore nell'ultima e decisiva trasferta torinese, cercano di organizzare un viaggio e si arrabattano per raggranellare i soldi. Al gruppo si unisce Biagio, amicissimo di Renato, che seppure laziale, sfumata l'assunzione alle ferrovie invano perseguita dal padre, deve partire soldato e vuol trascorrere l'ultima settimana con gli amici, e Roberto, fidanzato di Rosa, sorella di Renato, e attivista comunista, che approfitta di questa copertura per ritirare un importante documento. Dopo qualche indecisione i giovani partono col camioncino di Carletto, ma incontrano alcune difficoltà: restano impantanati in un fiume ed un buttero li rimorchia coi suoi cavalli; derubano un "borsaro" nero che li insegue e brucia il camioncino; incontrano due ballerine del varietà disoccupate che organizzano uno spettacolo balneare e Biagio crede di aver trovato l'amore; Renato, dopo un bagno estemporaneo in mare, si accorge finalmente della graziosa Tina, che ha per lui un debole, che ha sempre respinto ritenendola una ragazzina. Dopo aver assistito a Talamone al rito delle spose di guerra, i giovani si ricongiungono al treno dei tifosi romani. A Torino Roberto contatta un professore che gli consegna lo storico "Documento di Tolosa", primo manifesto antifascista delle forze democratiche italiane, ma il giovane deve fuggire dal retro per l'arrivo della polizia dell'OVRA che arresta però Renato e Biagio sopraggiunti perché preoccupati del ritardo dell'amico. Invano tentano di spiegare al commissario il motivo della loro visita al professore, da tempo sorvegliato. Il commissario fa portare una radio che trasmette la partita, blandendoli con la promessa di farli condurre allo stadio in automobile, ma i giovani non parlano anche sotto le percosse degli agenti. L'unico nome che Renato fa è quello di Amadei, il giocatore della Roma che in quel momento ha segnato il goal per la squadra che così vince lo scudetto.
SCHEDA FILM
Regia: Bruno Garbuglia, Roberto Ivan Orano
Attori: Marzia Aquilani - Tina, Christian Capone - Biagio, Guillaume Fontannaz - Renato, Donat Guibert - Roberto, Daniele Pio - Mozzicone, Giorgio Tirabassi - Carletto, Carlo Monni - Poccino, Quinto Parmeggiani - Prof. De Stefanis, Maria Grazia Nazzari - Lili, Mallaury Nataf - Nin, Gerard Rinaldi - Sor Oreste, Sal Borgese - Il Buttero, Julie Turin - Rosa, Tatiana Winteler - Sora Pina, Stefano Altieri - Nonno Spartaco, Ermanno De Biagi - Cesaretto, Michele De Virgilio - Pirata, Andrea Tidona - Professor Magli, Giulio Farnese - "Smilzo", Antonio Marsina - Commissario Durante, Pietro Bontempo - Dottor Angelucci, Leila Durante - Vecchia signora, Evelina Gori - La governante, Alexandra Tiedeman - Eleonora, Eleonora Pariante - Maria
Soggetto: Roberto Ivan Orano, Bruno Garbuglia
Sceneggiatura: Bruno Garbuglia, Roberto Ivan Orano
Fotografia: Roberto Meddi
Musiche: Giovanna Marini, Francesco Marini
Montaggio: Carlo Fontana
Scenografia: Antonia Rubeo
Costumi: Carolina Ferrara
Durata: 84
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Produzione: DONATELLA SENATORE PER D.D.S. CINEMATOGRAFICA (ROMA), ISABELLE PARION E RAYMOND PERIZER PER SUNDAY FILMS (PARIGI), PIERRE ASSOULINE E MAURICE AESCHIMANN PER DELFILM (GINEVRA), IN COLLABORAZIONE CON MEDIASET, CANAL PLUS, SSR/TSI TELEVISIONE SVIZZERA
Distribuzione: ISTITUTO LUCE (1996) - MONDADORI VIDEO
NOTE
- REVISIONE MINISTERO FEBBRAIO 1996.
CRITICA
"Palla coi Lupi. Garbuglia e Orano sono i trainers d'un gradevole 'Arrivederci ragazzi' che pare, però, ispirato dal romanista Luigi Magni: regia 'a zona' che insiste sull'effetto bozzetto, pressing viziato da qualche fallaccio di retorica capitolina, di tanto in tanto un po' di 'melina' narrativa. Peccato che il film non scelga un modulo più offensivo osando sul versante dei sentimenti, talvolta calligrafici: la storia è originale gli attori giovani hanno portamento e la ricostruzione storica dignità. Grazie Roma, comunque". (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 2 aprile 1996)
"Generoso nelle intenzioni, ingenuo nella fattura, 'Al centro dell'area di rigore' paga forse un tributo eccessivo alla coproduzione franco-italo-svizzera: nel senso che il doppiaggio spesso fuori sincrono il ritmo lasco, il ricorso ad attori mediocri, la ricostruzione d'ambiente inevitabilmente poveristica rendono poco appetibile il film, scaturito da un Premio Solinas". (Michele Anselmi, 'L'Unità' 15 aprile 1996)