TRAMA BREVE
Nella Napoli dei giorni nostri, paralizzata da uno sciopero dei lavoratori portuali, il giovane Gaetano si procura da vivere traghettando abusivamente dei turisti con uno sgangherato peschereccio chiamato, per l'occasione 'Aitanic'. Nel corso di uno di questi viaggi incontra la donna della sua vita.
TRAMA LUNGA
E' agosto. Gaetano, detto Aitano, ruba uno sgangherato traghetto ormai in disuso. Aitano ha il problema di mettere insieme pranzo e cena per sé e per la famiglia e il traghetto può essere la sua grande occasione: può attrezzarsi per offrire abusivamente un servizio sostitutivo ai vacanzieri. E' infatti scontato che prima o poi qualche sciopero lascerà tutti a piedi. L'occasione non tarda a capitare, e sul traghetto per Capri si imbarca una folla per Capri variegata e composita. Oltre ai turisti c'è infatti una bella fetta di umanità popolare napoletana con il continuo contrapporsi di ricchi e poveri. Tra gli altri c'è Leonardo Di Capri, fioraio abusivo del cimitero di Napoli, che va nell'isola deluso dopo aver perso la causa di affidamento del figlio piccolo che è con lui; c'è Giulia, prostituta d'alto bordo, al seguito del cliente del momento, Riccardo, un industriale milanese poco contento di trovarsi al sud, e tuttavia in cerca di vendere panettoni scaduti ad un onorevole dell'isola; c'è infine Neon, un cantante melodico di successo. Le vicende di questi personaggi procedono separate, fino a quando Giulia legge per caso la lettera di Leonardo, deciso a suicidarsi. Lo raggiunge, lo rincuora, poi trova la forza per smascherare Riccardo e denunciarlo al maresciallo Cocca che lo arresta. Quindi il traghetto va a sbattere contro gli scogli e si inabissa.
SCHEDA FILM
Regia: Nino D'Angelo
Attori: Nino D'Angelo - Leonardo Di Caprio/il cantante Neon, Sabina Began - Giulia Roberti, Mauro Di Francesco - Riccardo, il milanese razzista, Giacomo Rizzo - Gaetano detto 'Aitano', Andrea Refutto - Pasqualino, Maria Del Monte - Filumena, Aurelio Fierro - Don Capillo, Pietra Montecorvino - Sigarettaia, Enzo Gragnaniello - Tassista, Angelo Di Gennaro - Gegè, Mario Scarpetta - Maresciallo Cocca, Ernesto Mahieux
Soggetto: Nino D'Angelo, Lorenzo De Luca
Sceneggiatura: Nino D'Angelo, Lorenzo De Luca
Fotografia: Sergio D'Offizi
Musiche: Nino D'Angelo
Montaggio: Giogiò Franchini
Scenografia: Raffaele Di Florio
Costumi: Adriana Scotti
Suono: Massimo Pisa - presa diretta, Davide Gaudenzi - presa diretta, Silvia Moraes
Durata: 92
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Produzione: GIOVANNI DI CLEMENTE PER LA CLEMI CINEMATOGRAFICA, AURELIO DE LAURENTIIS PER QUALITY SOUND
Distribuzione: CDI - BUENA VISTA INTERNATIONAL (2000)
NOTE
- COREOGRAFIE: ENZO PAOLO TURCHI.
CRITICA
"(...) Fondamentale la colonna sonora, visto che stiamo parlando di un musical, accompagnata dai balletti (non a caso) alla 'Tano da morire', ma a sfondo sociale, come 'Vulimmo 'o posto', 'Sigarette chi fuma' e 'Terroni dance'. Completano il quadro alcune inquadrature antiche di un giovane D'Angelo tutto caschetto d'oro che rincorre fanciulle nei suoi film 'storici', Giacomo Rizzo che storpia l'italiano come Baffotto e l'omaggio ai debuttanti con 'Neon Melodicon'. Alla fine l'Aitanic fa affondare un faraglione al largo di Capri e Leonardo e Giulia si sposano in un tripudio di note Kitsch. Si ride? Abbastanza, ma non troppo. Una definizione? Questo è D'Angelo, bellezza, e non puoi farci niente. Se vuole diventare regista fa un film. Non c'è critica che tenga". (Daniela Sanzone, 'Cinemazip', 24 ottobre 2000)
"Troppo complicato, troppo affollato perché un regista alla sua prima prova potesse sperare di controllare tutto con la dovuta padronanza. Ed è un peccato perché malgrado tutto il film è pieno di buonumore, di belle musiche (tra cui una 'Terroni dance' da non perdere), e in fin dei conti anche di buone idee, più o meno parodistiche. L'inizio è promettentissimo. Il quadretto familiare ricorda la migliore tradizione della commedia napoletana ma anche qui, per imperizia o ingenuità, il film parte su toni da film di Troisi e finisce con soluzioni alla Leslie Nielsen". (Gino Castaldo, 'la Repubblica', 1 novembre 2000)