ADHD Rush Hour

ITALIA 2012
I vostri figli non stanno fermi, giocherellano con le mani e con i piedi, non riescono a stare seduti sulle loro sedie, corrono, si arrampicano, hanno difficoltà a giocare, si comportano come se fossero azionati da un motore, quando gli si parla sembrano non ascoltare, sono distratti, non riescono a stare in silenzio, parlano troppo! Hanno difficoltà ad aspettare il proprio turno, sparano le risposte prima che sia terminata la domanda, interrompono o si intromettono nelle comunicazioni con gli altri... Attenzione! anche solo sei di queste espressioni comportamentali e, probabilmente, qualcuno un giorno vi dirà che vostro figlio soffre di "ADHD - Deficit dell'attenzione e iperattività", una anormalità neuro-chimica geneticamente determinata. A seconda del Paese in cui vivete, che voi siate in America, Germania, Francia o Italia, vi sarà offerta, con più o meno facilità, la soluzione ai vostri problemi: una pasticca di metilfenidato o di atomoxetina.
Se la vostra vita fosse un film a questo punto premeremmo il tasto "pausa" sul telecomando, perché la realtà che state vivendo è molto più complessa di quanto vi hanno raccontato. La comunità scientifica dibatte e si divide da più di 50 anni su cosa sia l'ADHD veramente. La vostra diagnosi dipenderà dunque esclusivamente dal medico che incontrerete sulla vostra strada. Di certo c'è che i test di laboratorio e i criteri utilizzati per la diagnosi sono limitati e la cura farmacologica non è senza conseguenze: l'atomexina produce allucinazioni, gravi danni epatici e tendenze suicide, e il metilfenidato è un'anfetamina, classificata dalla DEA (Drug Enforcement Administration) nello stesso gruppo dei narcotici, insieme con l'eroina, la morfina e la cocaina. L'ONU parla di emergenza sanitaria, denuncia e lancia l'allarme ADHD " il Consiglio invita le nazioni a valutare la possibile sovrastima dell'ADHD e frenino l'uso eccessivo del metilfenidato (Ritalin). Negli Stati Uniti è stata diagnosticata l'ADHD nei bambini di appena 1 anno".
In un viaggio tra Europa e Stati Uniti d'America, tra laboratori di genetica e di Brain Imaging, aule universitarie e scuole elementari, il dibattito scientifico prende corpo, intrecciandosi e alternandosi alle voci dei protagonisti, bambini e adolescenti, e dei loro genitori.
SCHEDA FILM

Regia: Stella Savino

Sceneggiatura: Stella Savino

Fotografia: Alessandro Soetje

Musiche: Walter Fasano

Montaggio: Roberta Canepa

Suono: Luca Guerriero - presa diretta, Lilio Rosato - montaggio

Durata: 80

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Specifiche tecniche: DCP

Produzione: ANDREA STUCOVITZ

Distribuzione: MICROCINEMA

Data uscita: 2014-06-26

TRAILER
NOTE
- CONSULENTE SCIENTIFICO: STEFANO CANALI.

- REALIZZATO CON IL SOSTEGNO E CONTRIBUTO DEL MIBACT-DGC; CON IL SOSTEGNO ALLO SVILUPPO DEL PROGRAMMA MEDIA DELL'UNIONE EUROPEA; CON IL CONTRIBUTO DELLA ROMA LAZIO FILM COMMISSION; CON IL PATROCINIO DELLA REGIONE PUGLIA.
CRITICA
"Ormai anche le malattie hanno diritto al loro acronimo. Il più noto, di recente, è stato quello dell'AIDS, pronunciato da molti con scarsi riferimenti al significato delle lettere dell'alfabeto che ne erano alla base. Lo stesso ora può dirsi dell'ADHD ignoto ai più e definito da chi ne sa qualcosa come un disturbo dell'età evolutiva. Lo fa meglio conoscere adesso un film, 'ADHD Rush Hour', realizzato da Stella Savino, qui alla sua opera prima anche se si è già apprezzata per un suo documentario patrocinato dalla Presidenza della Repubblica intitolato 'Il caso Rosselli, un delitto di regime'. Per illustrare l'ADHD a noi profani comincia dicendoci cosa sottintende quell'acronimo che dall'inglese, sta a significare "deficit dell'attenzione e iperattività". Da qui tre capitoli, uno ambientato in Italia, due negli Stati Uniti (con una puntata in Svezia). In tutti, dei bambini di circa undici-dodici anni. A scuola, ma anche in istituti dove li curano e dove vari docenti ci danno informazioni, pratiche e scientifiche, della malattia. Tra i bambini si mostrano soprattutto quelli in cui sono facilmente riconoscibili i sintomi dell' ADHD: frenesie, insofferenze, movimenti scomposti delle mani e dei piedi, incapacità di concentrarsi, vuoti di memoria. (...) La regia si tiene vicina a tutte queste persone alternate fra loro con rapidi montaggi e trasformandole, al centro delle vere situazioni in cui vengono coinvolte, in personaggi autentici, come incontrati per caso. Mossi, alcuni, da problemi familiari, altri dai contrasti sull'opportunità o meno dei farmaci, i più rappresentati con accenti lineari, quasi di cronaca, come a voler concludere: questa è la malattia, questi sono quelli che ne soffrono e vengono curati e - soprattutto - questo è il modo con cui la società oggi vi guarda. Un documento. Utile di certo a quelle madri a cui la regista ha inteso dedicarlo." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo - Roma', 24 giugno 2014)

"Un utile documento che racconta una sindrome moderna, coi ragazzi affetti da Adhd che è nello stesso tempo un sintomo di deficit di attenzione e di iperattività. Diagnosticato alla maggioranza dei bambini in America, e sottoposti così a cure mediche pericolose, il malanno è al centro di un dibattito critico che riguarda natura, cause e cure basate su farmaci eccitanti. E il business farmaceutico è sempre in agguato." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 26 giugno 2014)

"Ogni genitore, con figli in età scolare, dovrebbe vedere questo interessante ed obiettivo documentario, della debuttante Savino, sull'ADHD, il disturbo di chi soffre di deficit di attenzione e iperattività. (...) Tante testimonianze e interviste per fare luce su questa condizione particolare che colpisce l'infanzia." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 26 giugno 2014)

"Stella Savino si arma di videocamera e tra Unione Europea e Stati Uniti, università e scuole elementari, scienziati e genitori, bambini e adolescenti 'deficitari e iperattivi', quali il 19enne romano Armando, indaga: basta un poco di zucchero e l'amfetamina va giù, ma a chi giova? Documentario informante, di foggia classica, ma il tema, sì, merita attenzione..." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 3 luglio 2014)