Acrid - Storie di donne

Gass

IRAN 2012
Soheila e Jalal sono una coppia di mezza età la cui relazione viene messa a dura prova dalla infedeltà dell'uomo. Anche Azar, segretaria dello studio medico di Jalal, è in crisi con il marito Khosro che, a sua volta, lavora come istruttore in una scuola guida e frequenta una delle sue allieve, Simin. Quest'ultima, più grande di Khosro e docente di chimica all'università, ha tra i suoi allievi Mahsa, la figlia di Soheila e Jalal, anche lei tradita dal fidanzato. Alle prese con uomini, dentro un Paese che non vuole cambiare, Soheila, Azar, Simin e Mahsa provano a decidere del proprio destino, resistendo, troncando, rilanciando, chi fuggendo lontano.
SCHEDA FILM

Regia: Kiarash Asadizadeh

Attori: Roya Javidnia, Ehsan Amani, Pantea Panahiha, Saber Abar, Shabnam Moghadami, Mahsa Alafar, Mohammad Reza Ghaffari, Nawal Sharifi, Sadaf Ahmadi, Mahana Noormohammadi, Siyamak Safari, Hossein Razi, Baharan Baniahmadi, Sima Mobarakshahi, Morteza Aghahosseini, Hamid Ghaffariniya, Mani Gandomkar, Arsham Talebi

Sceneggiatura: Kiarash Asadizadeh

Fotografia: Majid Gorjian

Musiche: Ankido Darash

Montaggio: Kiarash Asadizadeh

Scenografia: Melodi Ali Esmaeili

Costumi: Melodi Ali Esmaeili

Altri titoli:

Acre

Durata: 94

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: FULL HD

Produzione: KIARASH ASADIZADEH PER WIDE

Distribuzione: IMAGICA (2015)

Data uscita: 2015-06-11

TRAILER
NOTE
- PREMIO A UN GIOVANE ATTORE O ATTRICE EMERGENTE, ASSEGNATO A TUTTO IL CAST, ALLA VIII EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (2013).
CRITICA
"(...) ottimo racconto collettivo che parla di un presente storico «acre» a Teheran, dove si tenta invano di cambiare. Opera prima di Kiarash Asadizadeh, è la testimonianza del cinema sull'oggi, come per Farhadi e Panahi, usando il dialogo come clava e psico seduta, con la morale della storia che dimostra come la famiglia sia in crisi inesorabile. E spiega come la chiave per capire sia solo connettersi, non sul computer bensì sull'etica delle azioni e il peso specifico dei nostri affetti senza usare l'arroganza né del cuore né del potere." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 11 giugno 2015)

"Storie di ordinaria infedeltà (...) questa volta inscritte in una struttura narrativa circolare che ricorda il classico 'Girotondo' di Arthur Schnitzler e relative versioni cinematografiche. Come spesso nel cinema iraniano il privato è politico. Le cose sono spiegate - volutamente - solo a metà; comunque tutti i maschi risultano orribili. E i colori sono desaturati, spenti; forse a significare le passioni raffreddate e le vite grigie della gente." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 11 giugno 2015)

"È tutto in quota rosa il melodramma sentimentale di un autore iraniano dal nome impronunciabile, amico della flemma e nemico della sintesi." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 11 giugno 2015)

"Un'opera, che non formula diagnosi e non avanza soluzioni non vi si discute di inerenti scelte politiche né della eventuale valenza positiva del cambiamento dei costumi. Semplicemente, in un racconto dalla cifra intimista, si registrano momenti di vita colta nel suo dispiegarsi, fissando una fotografia del presente solcato da complessi processi sociali, il presente dell'istituzione familiare fra vicissitudini avvilenti, vicinanze umane inadeguate e spinte verso un futuro non condizionato dal passato. 'Acrid - Storie di donne' è un dramma corale con una struttura circolare, dove il privato diventa politico: Kiarash Asadizadeh, che ha firmato anche il montaggio, ha scelto immagini dai colori denaturati e spenti nel raccontare storie d'amore minate dall'irresponsabilità e di affetti frustrati e traditi. Ha scrupolosamente curato i passaggi da una vicenda all'altra e, nella sua messinscena scarna ed essenziale, ha lasciato parlare i volti di donne diversamente infelici, combattute, nella loro lenta, osteggiata, progredente uscita dal tradizionale penalizzante ruolo subalterno: donne che vivono accanto, vicino a uomini 'spaesati', incapaci 'culturalmente' di adeguarsi alle istanze di una realtà sociale, nonostante tutto in trasformazione." (Achille Frezzato, 'L'Eco di Bergamo', 14 luglio 2015)