A distanza di 30 anni João Rui Guerra da Mata ritorna a Macao per cercare di aiutare la sua amica Candy, testimone di cose "strane e inquietanti". Sarà per lui l'occasione di intraprendere un viaggio interiore, alla scoperta di sé e del proprio passato, e di esprimere un atto d'amore verso una città.
SCHEDA FILM
Regia: João Pedro Rodrigues, João Rui Guerra da Mata
Attori: Cindy Scrash, João Rui Guerra da Mata, João Pedro Rodrigues
Sceneggiatura: João Pedro Rodrigues, João Rui Guerra da Mata
Fotografia: João Pedro Rodrigues, João Rui Guerra da Mata
Montaggio: Raphaël Lefèvre, João Pedro Rodrigues, João Rui Guerra da Mata
Altri titoli:
La dernière fois que j'ai vu Macao
The Last Time I Saw Macau
Durata: 85
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO
Specifiche tecniche: DCP (1:1.77)
Produzione: BLACKMARIA ED EPICENTRE FILMS IN COPRODUCZIONE CON LE FRESNOY, STUDIO NATIONAL DES ARTS CONTEMPORAINS
NOTE
- MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA AL 65MO FESTIVAL DI LOCARNO (2012) ALLO STRAORDINARIO PERSONAGGIO CANDY «PER LA SUA FORTE PRESENZA ATTRAVERSO L'ASSENZA, CHE RISUONA PER LA GIURIA COME LA DIMOSTRAZIONE DELL'IMMENSO CORAGGIO DEL CINEMA PORTOGHESE IN UN PERIODO NEL QUALE GLI INSUCCESSI DEI GOVERNI E DEI SISTEMI SOCIALI MINACCIANO L'ARTE CINEMATOGRAFICA».
- MIGLIOR FILM AL 30. TORINO FILM FESTIVAL (2012) NELLA SEZIONE 'INTERNAZIONALE.DOC'.
CRITICA
"Di 'L'ultima volta che vidi Macao' (...) possiamo subito dire una cosa: finalmente un film che ama il femminile dopo giorni di inquietante misoginia che attraversa gli schermi locarnesi. I registi sono João Pedro Rodrigues e João Rui Guerra de Mata, e insieme firmano un racconto a due voci che è soprattutto un gesto magnifico di (amore) e di cinema. (...) Documentario in forma di noir (sarebbe piaciuto a Chris Marker) o «romanesque», poco importa, le visioni di Macao sono bellissime, e ci parlano di una metropoli vista con gli occhi dell'anima. Una terra della memoria e una città dei piaceri, in cui i ricordi di Rui Guerra, perduto tra i neon iridescenti di strade tutte uguali, e le fotografie di una scanzonata infanzia, rispondono alle interrogazioni alla «seconda persona» della voce di Joao Pedro che trasforma così l'amico «reale» in un «personaggio» al centro di un intrigo mortale." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 7 agosto 2012)