A Time for Dancing

USA 2000
Sam e Jules provengono da due famiglie molto diverse e mentre l'una è piena di voglia di vivere l'altra è molto pessimista. Due persone agli estremi che però sono amiche per la pelle da quando avevano sei anni. Figlia unica di ragazza madre, Sam è convinta che la speranza sia solo foriera di delusioni, ma è una scrittrice meravigliosa e un'ottima ballerina. Jules, invece, ha sempre avuto un solo pensiero nella vita: danzare. La loro amicizia apparentemente a prova di bomba viene messa in pericolo quando le due cominciano a scoprire lati oscuri l'una dell'altra che non conoscevano.
SCHEDA FILM

Regia: Peter Gilbert

Attori: Shiri Appleby - Sam, Larisa Oleynik - Jules, Peter Coyote - Wynn, Patricia Kalember - Sandra, Amy Madigan - Jackie, Shane West - Paul, Scott Vickaryous - Eli, Anton Yelchin - Jackson, Lynn Whitfield - Linda, Douglas Spain - Mike, Robert Michael Adler - Kevin

Sceneggiatura: Kara Lindstrom

Fotografia: Alex Nepomniaschy

Montaggio: Stuart H. Pappé, Amy E. Duddleston

Scenografia: Carol Winstead Wood

Costumi: Wendy Chuck

Durata: 90

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: Libro "A Time for Dancing" di Davida Wills Hurwin

Produzione: EAST OF DOHENY

Distribuzione: EAGLE PICTURES (2002)

Data uscita: 2002-09-06

NOTE
- COREOGRAFIE DI MARGUERITE DERRICKS.
CRITICA
"Spiace essere cinici ma davvero danza e morte meritano ben altro trattamento. E con chi, debuttante allo sbaraglio come Gilbert, decide di raccontarle e formalizzarle come in un videoclip, non si può che essere costruttivamente cattivi. L'opera prima del regista, tratta dall'omonimo romanzo di Davida Wills Hurwin, è un altro tentativo, miseramente e retoricamente fallito, di portare sullo schermo i tempi della danza - per quelli della morte ci aveva già pensato tanto bene Almodóvar 'parlando con lei', la Grande Signora - ma davvero non sentivamo il bisogno di ballerine malate terminali che si spengono didascalicamente nella luce bianca di una dissolvenza". (Marzia Gandolfi, 'Duel', 1 settembre 2002)

"Spingesse su qualche pedale (melò, comica, demenza, drammone, fotoromanzo), si potrebbe anche mandare giù. Ma è talmente scipito che sembra lavato nell'acido. D'accordo, ci si sganascia alle battute pronunciate con una seriosità da messa; però che fatica, che pena, che tutto". (Pier Maria Bocchi, 'Film tv', 17 settembre 2002)

"Due giovani amiche crescono, si tradiscono, soffrono. Una, in particolare, sogna la danza, ma il destino ha in serbo per lei un incessante tip tap di disgrazie (...) musiche micidiali, immagini visionarie sprezzanti del ridicolo. E quando il sentimentalismo si fa infame, non sembri infame chi sghignazza in platea". (Alessio Guzzano, 'City', 18 settembre 2002)