Non avendo avuto il coraggio di rivelare a famiglia e amici di aver perduto ormai da settimane il lavoro come consulente, Vincent si è creato una vita professionale parallela fatta di trasferte all'estero e riunioni di lavoro. Mentire diviene un'occupazione a tempo pieno e la voglia di evitare lo sguardo della moglie Muriel e dei suoi tre figli lo porta sempre più lontano. Per mantenere il tenore di vita raggiunto in passato convince gli amici a fare oscuri investimenti. Ma la tensione crescente lo lascia senza via d'uscita...
SCHEDA FILM
Regia: Laurent Cantet
Attori: Aurélien Recoing - Vincent, Karin Viard - Muriel, Serge Livrozet - Jean-Michel, Monique Mangeot - La madre, Jean-Pierre Mangeot - Il padre, Nicolas Kalsch - Julien, Marie Cantet - Alice, Félix Cantet - Félix, Olivier Lejoubioux - Stan, Maxime Sassier - Nono, Elisabeth Joinet - Jeanne, Nigel Palmer - Jeffrey, Christophe Charles - Fred, Didier Perez - Philippe, Philippe Jouannet - Direttore delle risorse umane, Pauline de Laubie - Laetitia, Jamila Abdallah - Fati, Didier Folques - Luc, Sophie Cabaille - Valérie, Pascal Maugein - Patrick, Elisabeth Lalanne - La moglie di Jeffrey, Lola Rhode - La figlia di Jeffrey, Manon Lepage - Julie, Maryline Merat - La segretaria di Jeffrey, Philippe Maynial - Il direttore di Fred
Soggetto: Laurent Cantet, Robin Campillo
Sceneggiatura: Robin Campillo, Laurent Cantet
Fotografia: Pierre Milon
Musiche: Jocelyn Pook
Montaggio: Stéphanie Léger, Robin Campillo
Scenografia: Romain Denis
Costumi: Elisabeth Méhu, Anne Laval
Effetti: Joaquim Duro, Christophe Schmitt
Altri titoli:
Time Out
Durata: 132
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM, 1.85
Produzione: HAUT & COURT - ARTE FRANCE CINEMA - RHONE-ALPES CINEMA - HAVAS IMAGES
Distribuzione: MIKADO - DVD ELLEU MULTIMEDIA (2002) - DVD: DOLMEN HOME VIDEO (2010)
Data uscita: 2001-10-19
NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 58^ MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (2001) NELLA SEZIONE "CINEMA DEL PRESENTE". HA RICEVUTO IL PREMIO "LEONE DELL'ANNO".
CRITICA
"Titolo ambivalente, l'impiego è il 'posto' ma anche l'utilizzazione del tempo, per un film che ha prosciugato di ogni elemento di cronaca nera la doppia vita del personaggio reale cui il suo protagonista si ispira". (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 4 settembre 2001)
"Non tutto è perfettamente risolto, ma il gioco delle psicologie è così sapiente e sfumato che il film è anche una perfetta metafora del tradimento, della simulazione, dell'inganno e dell'autoinganno. Di quel gioco pericoloso e oggi sempre più diffuso che consiste nel fingere una vita che non è la propria". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 4 settembre 2001)
"Leone dell'anno a Venezia, esce 'A tempo pieno', secondo film di Laurent Cantet. Ambiguo, sottile, inquietante: un gioiello". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 19 ottobre 2001)
"Il regista francese Laurent Cantet, già autore di 'Risorse umane', sceglie un caso più comune di quanto si creda (...). Il film bello e malinconico, accuratissimo e senza neppure una sfumatura di banalità, ha in Aurélien Recoing un interprete perfetto". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 19 ottobre 2001)
"Realistico, attento a particolari quotidiani, interpretato da facce autentiche, 'A tempo pieno' è un film più complesso delle apparenze: lo attraversa una disperazione oscura, il rimpianto, più che il senso di rivolta, per il modo in cui abbiamo stravolto le nostre vite cedendo tutto il tempo e le energie al lavoro. E risulta tanto più convincente perché non si sceglie un eroe anarchico, ma un uomo perfettamente normale: però così espressivo, nel suo male di vivere, che le ultime inquadrature sul suo volto restano tatuate nella memoria". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 21 ottobre 2001)