Anais ha dodici anni, è sgraziata e bulimica, e ha una sorella quindicenne, Elena, con la quale ha un rapporto di amore-odio. Anais è chiusa in se stessa e sperimenta le proprie emozioni attraverso Elena, solare e bellissima. Durante le vacanze estive le due sorelle faranno un'esperienza che aprirà le porte ad una tragedia.
SCHEDA FILM
Regia: Catherine Breillat
Attori: Anais Reboux - Anais, Roxane Mesquida - Elena, Libero De Rienzo - Fernando, Arsinée Khanjian - Madre, Laura Betti - Madre di Fernando, Romain Goupil - Padre, Albert Goldberg - Omicida
Soggetto: Catherine Breillat
Sceneggiatura: Catherine Breillat
Fotografia: Yorgos Arvanitis
Montaggio: Pascale Chavance
Scenografia: François-Renaud Labarthe
Costumi: Anne Dunsford-Varenne, Catherine Meillan
Altri titoli:
Fat Girl
For My Sister
Durata: 93
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: (1.85) 35 MM. DOLBY DIGITAL
Produzione: ARTE FRANCE CINEMA - CB FILMS - FLACH FILM - IMMAGINE & CINEMA - URANIA PICTURES - CENTRE NATIONAL DE LA CINEMATOGRAPHIE
Distribuzione: ISTITUTO LUCE
Data uscita: 2001-06-15
NOTE
- REVISIONE MINISTERO GIUGNO/LUGLIO 2001
CRITICA
"Quello della Breillat è un film che non mancherà di far discutere; non per 'erezione a vista, ma per una sorta d'immoralismo programmatico messo lì per 'stupire il borghese'. (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 11 febbraio 2001)
"La Breillat alterna sapientemente il racconto analitico con le ellissi più ardite. Il finale, preparato con angosciante meticolosità raccontando un viaggio a rischio sull'autostrada, si risolve in uno choc inatteso e tremendo. Accolto bene, 'A ma soeur' conferma il talento di una regista che sa ciò che vuole e padroneggia i mezzi per ottenerlo". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 11 febbraio 2001).
"Il primo amore. La perdita della verginità. Per ritrovare un ritratto altrettanto intenso, fisico-psichico, di adolescenza femminile, bisogna tornare al 'Sweetie' di Jane Campion. Catherine Breillat (l'autrice del semi-hard 'Romance'), ha però un difetto di cronaca: forse oggi la perdita della verginità, per un'adolescente non è più la scelta emotivamente così tormentata che qui ci viene raccontata in progressivi dettagli sessuali, osservata, cosa più importante, da una sorella minore bulimica, ma non autodistruttiva". (Silvio Danese, 'Il giorno', 8 giugno 2001).
"Invidia, gelosia, fantasie inconfessate, giochi di potere. Peccato che questo doppio ritratto adolescenziale si trascini dietro una cornice 'adulta' di rara insipienza. Inutile scavare con tanta esattezza e crudeltà nel groviglio di sentimenti che lega le due sorelle se la famiglia poi è così piatta, 'teorica'. Folgoranti invece, anche per l'intelligenza del racconto, la doppia apparizione di Laura Betti". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 15 giugno 2001)
"Immersione dell'inconscio adolescente e negli abissi della regia, il film francese è diretto da Catherine Breillat, 53 anni, anche scrittrice, già autrice di 'Vergine taglia 36', con Charlotte Gainsbourg e di 'Romance' con Rocco Siffredi, interessata ai temi della sessualità femminile e del voyeurismo, spesso suscitatrice di scandalo (...) I suoi film possono risultare a volte irritanti, ma certamente sono fuori del comune e mostrano una sottigliezza psicologica davvero notevole. In 'A mia sorella!' è eccezionale la scelta delle due giovanissime interpreti: soprattutto di Anais Reboux che recita benissimo la parte della sorella minore". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 15 giugno 2001)
"Benché appesantito dalle intenzioni dimostrative, nella prima parte il film si lascia apprezzare per intuito nella descrizione dei caratteri e precisione dei dettagli d'ambiente, facendosi credere un piccolo romanzo di formazione dal gusto amaro raccontato dal punto di vista di un'adolescente lucidamente ipersensibile. Ma all'improvviso Catherine Breillat cambia strada e lo conduce al gran galoppo verso un livido epilogo orrorifico con omicidi e violenza carnale ispirato a un episodio di cronaca". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 17 giugno 2001).
"Un 'anti-cinema' originale e personalissimo, che non concede a, che s'aggrappa a se stesso per sfiducia cosmica e relativismo pragmatico. Se avete qualche ricordo bruciato sotto il sole di una vostra estate calda, ecco il film che potrebbe risvegliare in voi memorie rimosse e mai sopite". (Aldo Fittante, 'Film Tv', 24 giugno 2001)